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PD RIVA DEL GARDA (TN) – REPLICA AD ARCHITETTO NUNES: « SI APPROVI IN CONSIGLIO COMUNALE LA VARIANTE 13, COME PREPARATA NEL 2018 CON DESTINAZIONE “VERDE PUBBLICO” PER AREA CATTOI »

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11.44 - sabato 30 luglio 2022

Commento a risposta Nunes ed a progetto VR – Dopo quattro mesi sono state pubblicate dal Comune le osservazioni al piano fascia lago di Nunes e la risposta dell’archistar, che si concretizza in un paio di pagine di riepilogo del piano, quattro pagine di risposte generiche alla trentina di osservazioni presentate e una tabellina finale. Per 60 000 euro di consulenza forse ci si sarebbe aspettato un pò di più, si veda la restituzione al percorso partecipativo sulla variante 13 fatta “a gratis” dagli uffici comunali nel 2018 per un esempio.

Andando sui contenuti, spiace una così piccata risposta verso comitati, associazioni e cittadini, travisando anche i contenuti delle osservazioni. Le preoccupazioni sull’impatto ambientale sulla ridefinizione della linea di costa sono derubricate a preoccupazione per la pesca e al fatto che ci penserà uno studio a stabilirne l’impatto, mentre le osservazioni sulla partecipazione sono risolte ribaltando la colpa sui comitati. Quantomeno una brutta caduta di stile.

Non è bastata poi una siccità conclamata per far cambiare idea al consulente sull’opportunità di mettere al posto dei parcheggi al porto San Niccolò una “lama d’acqua”, giustificandolo addirittura come prevenzione della sosta abusiva. Si soprassiede sulla piscina al posto del depuratore e sul senso unico di viale Rovereto a prescindere dal contesto, sul quale i comitati si sono già egregiamente espressi, e su altri punti già illustrati.

La parte corposa però è l’ampia area che include l’area Cattoi, l’area Miralago ed il campo Benacense. La sindaca ebbe a a ringraziare in Consiglio il progettista che “ha saputo accogliere in modo attento e preciso quelle che erano le nostre richieste”. Non avevamo dubbi, ed infatti nelle risposte alle osservazioni della cittadinanza, che hanno messo in luce criticità e problemi, risponde con estrema difficoltà, con qualche passo indietro e molte contraddizioni.

Sulla Miralago gli edifici sarebbero pericolanti e costosi da ristrutturare, e solo le facciate sarebbero da salvare, creando di fatto un gran parco senza edifici. Però rispondendo alle osservazioni indica la possibilità di un campus formativo-sportivo, in che edifici non è dato sapere. Il campo Benacense, forse per qualche tensione in maggioranza, diventa come il gatto “di Schrodinger”: c’è e non c’è allo stesso tempo. Sull’area Cattoi poi abbiamo un apoteosi di equilibrismo: sarebbe troppo grande lo spazio aperto, servirebbero edifici per far vivere il parco e scongiurare un “utilizzo sporadico”. Quindi sulla ex fabbrica, che a quanto pare ha più valore e il cui recupero costa meno della Colonia Miralago, li ci facciamo un ristorante, e poi servirebbe un edificio lungo il torrente Albola, tra casa Sabato e viale Rovereto, che “consolida la direzione”. Come poi a fianco dell’edificio si possa “rinaturalizzare” l’Albola fino a viale Rovereto, è un mistero ancora irrisolto.

Quindi riassumendo: su suolo pubblico (o para-pubblico) va bene un grande parco senza o con pochi edifici, portando (forse) via anche il campo sportivo. Su suolo privato invece lo stesso parco sarebbe abbandonato, e quindi ci mettiamo su a occhio 12-15 000 metri cubi di costruito. Si sceglie di togliere volumi al pubblico e nello stesso contesto si creano volumi, parte dei quali poi andrebbero espropriati. Strana architettura a geometrie variabili, alla faccia della tanto sbandierata “visione di progetto unitario”. Tenendo sempre e ben presente che per il Legislatore, ma pure per il Giudice del Tribunale, l’area ex Cattoi è un’area priva di destinazione urbanistica e a tal motivo DEVE essere ripianificata nell’unico interesse pubblico, il quale non può che essere verde pubblico e non certo edificazione di palazzine!

Emerge poi un altro fatto. Tra le osservazioni ve ne è una presentata dai proprietari dell’area Cattoi che non si limita a portare delle indicazioni. Porta direttamente un progetto, in cui i proprietari si sostituiscono al Comune e si decidono da soli i parametri urbanistici, si calcolano li oneri, e siccome sono “benefattori” li aumentano pure, regalando a Riva un bel parco. Si accomodino pure in sala Giunta a questo punto….
Vale la pena di ricordare i punti fissi della storia: gli attuali proprietari hanno acquistato all’asta fallimentare l’area Cattoi, su un atto in cui c’era scritto a chiare lettere che di li a 3 mesi la pianificazione sarebbe decaduta. Questo è stato accertato ad ora da 1 parere e 2 sentenze. Hanno fatto un acquisto scommettendo evidentemente sulla loro capacità di persuasione rispetto al Comune, che però ha due scelte: rimanere libero di fare gli interessi di tutti attuando scelte coerenti che prevedano l’esproprio per pubblico interesse, o cedere alle pressioni sotto il timore di azioni legali e accettare la pianificazione fatta da altri.

E diciamo “cedere” perché neppure un rendering così bello, in un tripudio di fioritura fin sui tetti delle tre palazzine ed il completo rifacimento del parco dell’Ora (a che titolo i privati hanno progettato progetto su un terreno pubblico???) riesce a nascondere la bruttura del progetto. Infatti osservando nel rendering casa Sabato, sovrastata da una delle tre palazzine, si capisce la “portata” del progetto. Queste sono palazzine per alloggi turistici al servizio del tipo di turismo che tutti, Sindaca compresa, in teoria dicono di voler contrastare. Edificazione della peggior specie. Il ragionamento di Nunes sulla “porta del parco” con ristorante all’ex fabbrica, insieme al concetto di “consolidare la direzione”, così come le attività, funzioni e servizi (già del tutto opinabile) sarebbe destituito di fondamento, facendo rimanere solo un motivo per costruire in quell’area: il profitto speculativo avvallato da un Comune che non si vuole assumere la responsabilità di fare il suo dovere.

Facciamo anche due conti dietro il “bel” rendering: contando che sui 5000 me che si auto-pianificano residenziale con altezza 10 m, usando la una percentuale di utilizzo conservativa del 30 %, si andrebbe ad un volume edificabile (ed edificato) di 15000 m3. Sperando in un po’ di meno con norma ad hoc (25%) si arriva ad un minimo di 12000 m3. Il rendering forse può essere accattivante, la realtà un po meno.

Poi ci sono le coincidenze. Alcune le ha riportate l’Adige ieri. Il progetto sopra discusso è stato ripresentato ad aprile, ma giaceva in comune da ottobre, da quando la Giunta ha dato l’incarico a Nunes. Di questo l’assessore Malfer si è ben guardato di darne comunicazione in Commissione Urbanistica. Almeno un’altra coincidenza però è riscontrabile: seppur disposta in modo diverso, la volumetria che si può stimare dalle tavole di Nunes è nell’ordine di quella “pianificata” dai proprietari dell’area Cattoi nel loro progetto. Sicuramente una coincidenza. Strano poi che l’archistar, così piccato e ficcante nel rispondere ad associazioni e pescatori, non si prende la briga di fare un passaggio su un progetto così dettagliato che sconvolge la sua “visione” in un punto chiave della fascia lago. Sarà stata una distrazione.

Le coincidenze esistono, però a fronte delle stranezze, delle distrazioni e delle coincidenze ci si sente in dovere di porsi alcune domande, sia nel ruolo di consiglieri che di cittadini:
– Perché l’assessore Malfer non ha ritenuto ad ottobre scorso di informare la Commissione urbanistica del sopraggiunto progetto della VR? Lo stesso progetto è stato portato all’attenzione di Nunes?
– Perché Nunes, così piccato nel rispondere ai pescatori sulla linea di costa, non difende la sua visione del parco escludendo un uso residenziale (contrario alle funzioni aggregative che lui sostiene), opponendosi alla demolizione della falegnameria (che vede come una porta), e richiamando la funzione “direzionale” di un eventuale edificio lungo l’Albola?
– Perché nella Miralago nel tratto sud si tolgono i “pieni”, e in quella nord si lascia “vuoto”, togliendo addirittura il campo sportivo, mentre nell’area Cattoi nord bisogna “riempire”?
– Perché la “porta del parco” non è prevista 6 metri più a sud della ex fabbrica, sul suolo già pubblico, senza andare a creare volume sul suolo privato, che poi ovviamente bisogna pagare con l’esproprio?
– Come si concilia il “più verde possibile” della sindaca Santi con 12-15 000 metri cubi di palazzine per appartamenti ad uso turistico?

Al netto di questo domande, in ogni caso, se la “pianificazione” dei proprietari dell’area Cattoi dovesse essere recepita dal Comune sarebbe conclamato che il piano Nunes non è stato altro che una foglia di fico per scaricare su un archistar, presunto “intoccabile”, la responsabilità di avvallare delle palazzine in fascia lago. E allora, accostando fatti e atti di questi ultimi 2-3 anni, queste ed altre domande sarebbero ancora più necessarie, alle quali servirebbero risposte approfondite.

Una soluzione vorremmo proporla, semplice e rapida. Portare in Consiglio ed approvare la variante 13 così come preparata nel 2018, con destinazione a verde pubblico su tutta l’area Cattoi e con tutti gli strumenti normativi necessari per ragionare con trasparenza e con la città sul futuro della Miralago razionalizzando e valorizzando quello che c’è escludendo nuova edificazione. Non è complicato, ma serve coraggio, capacità amministrativa e chiarezza nei propri valori e nelle proprie intenzioni. L’attuale giunta riuscirà ed esprimere queste qualità e percorrere questa strada?

 

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Pd – Partito Democratico

Riva del Garda (Trento)

 

 

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