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PATTON (AD-P-A) * ELEZIONI: « NECESSARIO RIFONDARE IL SISTEMA SANITARIO, MOLTI NODI IRRISOLTI DOVRANNO ESSERE SCIOLTI DA AZIONI POLITICHE CONSAPEVOLI ED INNOVATIVE »

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10.19 - lunedì 12 settembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

 

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Oggi lunedì 12 settembre alle ore 20:00 Pietro Patton incontra la comunità alla Sala della Circoscrizione Oltrefersina in Via Clarina, n. 2/1. Rifondare il sistema sanitario.

L’articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La tutela della salute ha allora un fondamento costituzionale e una doppia natura: riguarda ciascuno di noi e riguarda tutti, ed è anche un bene pubblico.

La recente esperienza della pandemia ha messo in evidenza, drammaticamente, molti nodi irrisolti che dovranno essere sciolti – a livello nazionale come a livello locale – da un’azione politica più consapevole e innovativa. Prima di tutto una carenza degli organici nelle professioni sanitarie, che è causa e allo stesso tempo conseguenza della crescente fatica del personale a tutti i livelli.

Ma ha messo in evidenza anche una pressione crescente sulle strutture, dovuta anche all’invecchiamento della popolazione e alle connesse patologie croniche o degenerative. Una medicina di territorio che è stata progettata secondo azioni compensative e non secondo logiche di prossimità o una programmazione attenta. Una relazione non sempre equilibrata tra pubblico e privato. E, infine, un continuo spostamento tra regioni non solo alla ricerca di servizi di eccellenza, ma anche di risposte più rapide.

Anche in questo caso non avrebbe molto senso andare a caccia di qualche colpevole: se è pur vero che molti degli attuali problemi hanno responsabilità riconoscibili, quello che ci deve interessare non può che essere un impegno severo ed esigente di rifondazione del sistema sanitario.

D’altra parte, sarebbe probabilmente un errore mantenere le politiche per la salute esclusivamente su un piano tecnicista e organizzativo. La medicina, e le politiche che la riguardano, devono recuperare una dimensione sociale e personale, che è fatta di molte cose troppo spesso lasciate in secondo piano: la prevenzione; l’educazione alla salute; la cultura del dolore (e il diritto alla qualità della sofferenza); e la centralità della persona che soffre, se, come profondamente crediamo, è vero che la cura non può essere separata dal modo in cui una persona vive la propria malattia.

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