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PATT * IMPUGNATIVA GOVERNO TERZO MANDATO: MARCHIORI, “REPLICA A UGO ROSSI, INACCETTABILE CHE LO STATO IMPONGA LA SUA VISIONE SU UNA COMPETENZA DEMANDATA ALLA NOSTRA AUTONOMIA”

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19.43 - martedì 20 maggio 2025

Le reazioni e gli interventi politici a seguito della notizia dell’impugnativa da parte del Governo sul terzo mandato si sono susseguiti numerosi nelle ultime ore.

In particolare ci ha colpito la presa di posizione dell’ex Presidente Ugo Rossi che partendo dall’impugnativa è passato anche alla forma di governo e alla legge elettorale della nostra Provincia autonoma.

È doveroso a tal proposito chiarire alcuni aspetti che nel suo intervento vengono trattati in modo parziale e, per certi versi, distorto.

Il PATT, fin dall’inizio della discussione sulla riforma della legge elettorale, ha posto con forza e coerenza il tema del ritorno a un sistema proporzionale. Lo abbiamo fatto non per opportunismo politico, ma per convinzione: riteniamo da sempre che un sistema proporzionale favorisca rappresentanza, equilibrio istituzionale e valorizzi l’identità territoriale rispetto alle spinte centraliste e polarizzanti.

Questa nostra proposta, tuttavia, è rimasta inascoltata. Nessuna delle forze politiche – soprattutto quelle del centrosinistra che oggi si ergono a paladine della legalità costituzionale – ha mai colto l’invito a discutere il ritorno al modello di governance ispirato all’esperienza altoatesina. Parliamo di quelle stesse forze che, con coerenza o meno, hanno contribuito a creare e difendere fino a oggi l’attuale sistema maggioritario e l’elezione diretta, imponendolo in accordo con Roma, e che a distanza di anni, dopo l’impugnativa del Governo, sembrano accorgersi dei suoi limiti, invocando lo spauracchio delle leggi ad personam.

A Rossi, inoltre, bisogna ricordare che il sistema elettorale proporzionale, presuppone almeno in linea teorica mandati illimitati per il presidente che non sarebbe più eletto direttamente dai cittadini ma dal Consiglio provinciale.

È troppo facile oggi riscrivere la storia a fatti compiuti. Il PATT non si è mai sottratto a un confronto serio, e continuerà a farlo. Ma respingiamo con fermezza l’idea che non ci fossimo “subito attivati”: siamo stati semmai tra i pochi a farlo, spesso in solitudine.

Detto questo, ora è il momento di agire con determinazione sul piano della difesa delle prerogative dell’Autonomia speciale del Trentino-Alto Adige, che risultano lese dall’impugnativa del Governo.

Si può essere favorevoli o contrari al terzo mandato – e ognuno ha legittimamente la propria posizione – ma ciò che non è accettabile è che sia lo Stato centrale a imporre una propria visione su una competenza demandata alla nostra autonomia statutaria.

Ancora più grave è il fatto che vi siano forze politiche che si definiscono autonomiste e che hanno addirittura auspicato o salutato con favore l’intervento dello Stato. Questo non è autonomismo: è subalternità.

Il PATT continuerà a battersi, senza ambiguità, per il rispetto della nostra Autonomia, per un sistema elettorale più equilibrato e rappresentativo, e per un futuro in cui siano i trentini, e non Roma, a decidere le regole del proprio autogoverno.

E se ci sono le condizioni per un ulteriore cambio del sistema elettorale, tornando magari alla stessa legge sia a Trento che a Bolzano, si esca dal terreno della polemica e della contrapposizione e si scenda su quello politico.

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