(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La proposta di visita pre-ferragostana alla Casa Circondariale di Spini di Gardolo (Trento) da parte del Consigliere Pat Francesco Valduga e dell’avv Fabio Valcanover (entrambi iscritti a “Nessuno tocchi Caino”), ha raccolto le adesioni dell’on. Sara Ferrari e dei Consiglieri Pd della Pat Andrea De Bertolini (Pd) e Paolo Zanella (accompagnato da Federico Zappini di “Futura”).
Siamo soddisfatti della visita, ci ha fornito dati e una importantissima esperienza umana: l’immersione della sezione femminile. Lì abbiamo conosciuto le storie, parlato con le detenute. Ma abbiamo anche proficuamente parlato con il personale di Polizia penitenziaria.
Quanto ci è stato detto racconta delle difficoltà di rapporti con alcune istituzioni giudiziarie. Ci ragioneremo. Ciascuno, secondo le proprie competenze, farà, proporrà. Intanto i dati generali ( maschile e femminile).
Alcuni dati: i detenuti presenti sono ad oggi 371, dei quali: 60 giudicabili / 21 appellanti / 10 ricorrenti in Cassazione / 280 “definitivi”. Gli uomini sono 326, 46 le donne. Riguardo la totalità dei 371 reclusi: 108 sono in condizione di “protezione protetti” (per reati come il “Sex offender”).
È di tutta evidenza -che stante il legame tra la Casa circondariale ed il territorio non vi sono così altre percentuali di reati particolari in Trentino- risulta confermata la circostanza che il carcere di Trento è un luogo dove i “protetti”, inospitabili “aliunde”, vengono dirottati.
Carenza di personale: la pianta organica è stata progettata per l’ipotesi iniziale di carcere con 240 (c.a.) detenuti: così come tutto il resto (educatori). Problema generale dl caldo: affligge il personale di Polizia penitenziaria e i detenuti. Vi è carenza di ventilatori e -se possibile- aria condizionata (negli uffici). Problema del lavoro, in particolare femminile: vi è carenza di interazione tra esterno ed interno per dare solidità al “trattamento”. Trattamento nel quale il lavoro ( come i contatti con la famiglia) è considerato parte importantissima.
Da qui l’insistere -in primis di Francesco Valduga– sull’utilità della cantierizzazione dell’istituzione di un Provveditore per le carceri di Trento e di Bolzano, che sia autonomo e distinto da quello che sovrintende le carceri nella macro-regione Triveneto. Provveditore che faciliterebbe –tra le altre cose- l’intessere di utili relazioni tra Carcere e società trentina. Ai fini delle attività lavorative da trovarsi, al fine conseguente della riduzione della recidiva ( come conseguenza probabile dell’intrapresa di attività lavorative), e comunque della implementazione della economia locale.
Da ultimo -ma non ultimo- il problema del Garante dei detenuti. Nell’attesa che il Consiglio decida di affrontare la questione del Garante (scaduto ed in prorogatio) provinciale, vi è la possibilità che si attivi – come accaduto in moltissimi Comuni italiani – il Comune di Trento per istituire il Garante comunale dei detenuti. Per non andare lontano… come era operativo, sino a poco tempo fa, a Bolzano.
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On. Sara Ferrari (Pd)
Consiglieri Pat: Francesco Valduga (Campobase) / Andrea De Bertolini e Paolo Zanella (Pd)
Avv Fabio Valcanover (Trento)