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NURSING UP TRENTO * APSS: HOFFER, « INFERMIERI E PROFESSIONISTI SANITARI ALLO STREMO ED IN FUGA, NELLE CLASSIFICHE NAZIONALI LA SANITÀ TRENTINA RETROCEDE »

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10.59 - martedì 19 luglio 2022

Se nel 2019 la sanità trentina era prima secondo i rapporti di Crea sui sistemi sanitari regionali, a tutt’oggi non è più nelle migliori quattro, ha perso posizione nei confronti delle altre regioni del nord. Questo è un chiaro sintomo delle difficoltà in cui versa la nostra sanità pubblica, che arranca sempre di più.

Mentre altre nazioni promuovono una politica di valorizzazione giuridico-economica per infermieri e professionisti sanitari, creando sempre più attrattività nei confronti delle loro realtà, la situazione nella nostra Provincia di Trento è caratterizzata da immobilismo e totale assenza di confronto istituzionale. Dopo la Germania, l’Austria, la Svizzera e l’Inghilterra, ora è il turno anche della Svezia, che si è prontamente attivata per assumere infermieri italiani, evidentemente apprezzati ovunque al di fuori delle nostre realtà.

Ad essere allettante sarebbe sia la proposta contrattuale, rigorosamente a tempo indeterminato, sia il corso di lingua svedese che, dopo la selezione iniziale ad esito positivo, verrebbe offerto a titolo gratuito e comincia addirittura a distanza. Ricordiamo che un infermiere, iscritto in Italia all’albo, partirebbe oggi verso la Svezia, se assunto a tempo indeterminato, con uno stipendio non inferiore ai 2100 euro netti ed un infermiere specializzato, assunto in una clinica universitaria come quella di Göteborg, partirebbe da uno stipendio non inferiore ai 3mila euro netti

Nella Provincia di Trento l’estate dei nostri sanitari ed Oss si presenta ancora una volta all’insegna di un crescente disagio quotidiano, tra carenza cronica di personale, aumento delle dimissioni volontarie a fronte anche di un’ondata di pensionamenti incombente vista l’elevata età media degli infermieri e le assenze dal servizio dei professionisti dovute alla ripresa del contagio Covid.

I recenti provvedimenti organizzativi adottati da Provincia ed Azienda sanitaria sono stati la riduzione delle presenze in servizio del personale infermieristico! Eclatante la delibera provinciale con la quale si diminuiscono i criteri di presenza infermieristica nelle Rsa e il caso della Medicina media intensività dell’Ospedale S. Chiara, da noi prontamente segnalato.

Nelle Rsa si incrementa addirittura il rapporto medio infermiere/residenti in un turno fino a 1/90 e si autorizzano le notti in reperibilità per Rsa fino a 70 residenti, cosa che accadeva tanti anni fa, quando gli ospiti non erano così complessi e pluri-patologici.

Ma sono tutti i reparti e servizi ad essere sotto pressione, per non parlare dei reparti covid riattivati di recenti e dei pronti soccorsi che devono fronteggiare l’enorme afflusso turistico, in costante carenza d’organico.

Diminuire arbitrariamente i criteri di presenza del personale infermieristico, a fronte degli attuali carichi di lavoro, con pazienti sempre più complessi ed anziani compromette la qualità e la sicurezza delle cure, aumentando lo stress lavoro correlato dei nostri colleghi, già duramente provati in questi due anni di pandemia. Quest non farà che incentivare la continua dimissione di altri colleghi! Da Provincia ed Azienda, ci aspettavamo progettualità condivise, tavoli di confronto e l’adozione di provvedimenti di ben altro tenore, volti ad implementare le assunzioni che invece sono attualmente irrilevanti, visto l’elevato turn-over.

Ora ci sono importanti accordi da ratificare, venerdì 22 luglio saremo in Apran per contrattare l’incentivo Covid fase 3, ad appannaggio del personale sanitario e sociosanitario, ci aspettiamo un celere iter della trattativa, che a nostro avviso ha già subito ingiustificati ritardi burocratici!
Ci aspettiamo inoltre la celere messa in busta paga delle nuove fasce economiche e dell’aumento tabellare, con relativi arretrati dal 1/1/2022.

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Cesare Hoffer
Coordinatore Nursing up Trento

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