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MAESTRI (PD) * “LIFE URSUS”: « LA PAT RINUNCIA ALL’AUTONOMIA? INTERROGAZIONE PER CONOSCERE LE STRATEGIE DEL PROGETTO »

Scritto da
16.06 - martedì 2 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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LA PROVINCIA RINUNCIA ALL’ AUTONOMIA?
La Consigliera Lucia Maestri interroga per conoscere le strategie del progetto “Life Ursus”.

L’attuale maggioranza provinciale da tempo dichiara, ad ogni occasione utile, la sua determinazione in difesa dell’autonomia. Invariabilmente poi, alla prova dei fatti, rimane del tutto immobile, non riuscendo quasi mai ad esercitare le potestà che l’autonomia pone in capo alla Giunta provinciale. Le recenti vicende legate al progetto “Life Ursus” ne rappresentano l’ennesimo esempio, dato che la Provincia partecipa solo con un ruolo di comprimario ad un “tavolo tecnico ministeriale”, dove si affrontano le questioni della gestione dei grandi carnivori. Eppure la Provincia dovrebbe avere tutte le competenze professionali e tecniche per elaborare almeno una linea progettuale di gestione e proporre poi la stessa a Roma, senza rinunciare quindi all’esercizio pieno delle proprie potestà.

A tale proposito, la Consigliera del PD Lucia Maestri ha depositato oggi una specifica interrogazione per conoscere i “curricula” professionali dell’attuale Dirigente generale del settore faunistico e del precedente, che si era dimesso dopo la fuga dell’ orso “Papillon”; qual è lo stato attuale del progetto “Life Ursus” e quanti funzionari sono ad esso dedicati; quali tempi e modalità si prevedono per la riduzione del “carico ursino” sul territorio; se la Giunta provinciale non ritiene di dover costituire una specifica Unità di Missione Strategica per la gestione del progetto “Life Ursus” ed, infine, per quali ragioni la Provincia si affida ai “tavoli tecnici” del Ministero e non ne promuove uno in proprio, stanti le potestà dell’autonomia speciale in materia.

 

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Trento,  2 maggio 2023

 

 

 

Egr. Sig.

WALTER KASWALDER

Presidente Consiglio provinciale

SEDE

 

 

Interrogazione n.

 

PROGETTO “LIFE URSUS” E RINUNCIA ALL’AUTONOMIA

 

 

La recente e tragica vicenda di Caldes ha dimostrato in modo inequivocabile i diversi livelli di responsabilità istituzionale: da un lato quella politica, che è complessa e non può essere scaricata solo sul passato ma va seriamente assunta dal governo provinciale in carica al fine di trovare idonee soluzioni e, dall’altro, quella tecnica che forse non può essere lasciata ancora in “mani infeconde”.

 

Qualche anno fa, dopo le ripetute e rocambolesche fughe dell’orso M.49 – anche noto come “Papillon” – scappato due volte dal Centro faunistico di Casteller, l’allora Dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Fauna in carica presentava, con un serio senso di responsabilità, le proprie dimissioni alla Giunta provinciale che, con una curiosa ed irrituale prontezza, le accettava, privandosi così di un riconosciuto esperto faunistico ed anche di uno dei protagonisti della “memoria storica” stessa del progetto “Life Ursus”. Prontamente poi la Giunta provinciale istituiva un nuovo Dipartimento, accorpando le competenze in materia di Protezione Civile con quelle forestali e faunistiche e consegnando questa Struttura amministrativa complessa nelle mani di un altro collaudato Dirigente generale, esperto però e soprattutto di opere e lavori pubblici e quindi presumibilmente ignaro di politiche faunistiche e forestali.

 

Se dopo le fughe di M.49 ci sono state, come ricordato, le dimissioni del Dirigente generale del settore, dopo il dramma ben più grave di Caldes c’era evidentemente da attendersi almeno un pari gesto di significato istituzionale da parte dell’attuale massimo vertice amministrativo del settore, favorendo così anche il possibile riaffido della delicata questione gestionale degli orsi in Trentino a tecnici più specificatamente preparati.

 

Ciò non è avvenuto per insondabili ragioni, mentre si è implementato quel palleggio delle responsabilità che alimenta, a sua volta, una confusione politico-istituzionale ed amministrativa, ben lontana da qualsiasi serio percorso gestionale del problema ed anche depauperante nei confronti della nostra speciale autonomia.

 

Viene infatti spontaneo chiedersi per quale ragione il Trentino, forte delle sue competenze primarie, deve partecipare in qualità di comprimario ad un “tavolo tecnico ministeriale”, dove si affrontano le questioni gestionali della popolazione ursina sul nostro territorio, dimenticando invece che qui ci sono tutte le competenze professionali e tecniche per elaborare autonome risposte e proposte, che poi Roma potrebbe valutare nelle sedi ministeriali, senza rinunciare quindi all’esercizio pieno e totale delle competenze autonomistiche. Diventa infatti risibile l’idea di una difesa della nostra specialità capace di passare solo sul terreno delle enunciazioni di principio, ma del tutto impedita ad esercitare tutto il suo vero potenziale nelle questioni pratiche e più urgenti. E’ in questa abdicazione di ruoli e compiti che l’autonomia speciale diventa oltremodo esposta ai rischi di un suo progressivo ed irreversibile indebolimento strutturale, del quale questo governo provinciale porta tutta la responsabilità.

 

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

 

– quali sono i “curricula” dettagliati delle competenze tecniche e professionali specifiche del precedente e dell’attuale Dirigente generale del settore faunistico e forestale della Provincia autonoma di Trento;

 

– quali sono i motivi che hanno indotto, in allora, la Giunta provinciale ad una immediata accettazione delle dimissioni del Dirigente generale presentate dallo stesso dopo le reiterate fughe dell’orso M.49;

 

– qual è lo stato attuale della gestione del progetto “Life Ursus”, sotto il profilo amministrativo e tecnico, specificando quanti e quali sono i funzionari, con adeguata formazione ed esperienza professionale accertata nel settore faunistico, attualmente dedicati al progetto in esame;

 

– quali tempi e quali modalità si prevedono per la necessaria riduzione del “carico ursino” sul territorio provinciale e, segnatamente, sul Trentino occidentale;

 

– se non si ritiene opportuno, a questo punto., disgiungere il problema gestionale di “Life Ursus” dalle attuali ed onerose competenze del Dipartimento Protezione Civile, Foreste e Fauna, anche ipotizzando ad esempio e quale segnale concreto di una vera azione di governo in grado di oltrepassare i continui proclami, la costituzione di una U.M.St. autonoma e specificatamente dedicata al progetto “Life Ursus”;

 

– per quali ragioni la Giunta provinciale, anziché esercitare le proprie competenze dirette in materia faunistica anche in raccordo con gli istituti competenti nazionali, ha deciso di affidare la gestione dell’intero problema ad un “tavolo tecnico ministeriale”, rinunciando così di fatto ad elaborare autonome proposte e a dar corso, nel concreto, alle potestà autonomistiche.

 

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Cons.ra  Lucia Maestri

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