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MAESTRI (PD) – INTERROGAZIONE * SCUOLE INFANZIA A LUGLIO: « QUALI SONO I NUMERI RELATIVI ALLE FREQUENZE DI TALE PERIODO? »

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10.13 - martedì 7 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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SCUOLE A LUGLIO: CHIAREZZA SUI NUMERI. L’apertura delle scuole dell’infanzia in luglio comporta frequenze e costi. Lucia Maestri interroga la Giunta provinciale.

Sull’onda di quel populismo che connota larga parte delle politiche di questa Giunta provinciale, abbiamo assistito alla decisione dell’ “undicesimo mese”, ovvero alla scelta di tenere aperte le scuole dell’infanzia nel mese di luglio di ogni anno, allo scopo – secondo la narrazione leghista – di “rispondere ai bisogni di conciliazione dei tempi delle famiglie”.

Si tratta di un provvedimento che muta radicalmente il profilo stesso dalla scuola e della sua “mission”, che non è quella di fare animazione in attesa che i genitori assolvano ai loro impegni, bensì di formare ed insegnare. Ma non solo. Per favorire la conciliazione dei tempi delle famiglie, si incide pesantemente sulla conciliazione dei tempi delle famiglie di insegnanti ed operatori tutti del mondo della scuola, solo in nome di una esasperata ricerca del consenso immediato.

A fronte di questa situazione e anche per conoscere i risultati fin qui conseguiti in proposito, la Consigliera del PD Lucia Maestri ha presentato una interrogazione chiedendo di conoscere i risultati numerici del provvedimento; le ragioni del loro occultamento; i costi gravanti sul bilancio provinciale per questa scelta e infine i motivi per i quali gli investimenti fatti non sono stati trasformati in “buoni” adatti a sostenere le attività estive in regime di conciliazione con i tempi delle famiglie, posto che gli esiti di tali attività fin qui conseguiti sono sempre stati positivi.

 

 

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Interrogazione n.

PER UNA POLITICA SCOLASTICA POPULISTA

Fra le molte scelte di sapore populistico operate da questa Giunta provinciale, spicca il cosiddetto nodo dell’“undicesimo mese”. Si tratta, come noto, della decisione di prolungare l’apertura, soprattutto delle scuole dell’infanzia, nel mese di luglio con lo scopo di “rispondere ai bisogni di conciliazione dei tempi delle famiglie”.
In realtà e come ampiamente dimostrato questo è un provvedimento che di-svela molti limiti e molte preoccupazioni, nel momento stesso in cui inter-viene a trasformare l’identità stessa di parte del sistema scolastico, non più centrato sulla formazione, bensì sulla funzione di assistenza sociale, anima-zione e quindi di “tampone” e di parcheggio per i piccoli, in attesa che i geni-tori assolvano ai loro impegni professionali ed extrafamiliari. Nessuna con-siderazione per le insegnanti e nessun rispetto per la loro professionalità, perché il calcolo delle convenienze del consenso spinge ovviamente più in direzione delle famiglie che non delle docenti.
Certo, la Giunta provinciale sostiene che le attività alternative alla scuola aperta in estate – e fin qui realizzate positivamente e con grande soddisfa-zione dell’utenza – sono costose, ma al contempo la stessa Giunta si guarda bene dal rivelare i dati di affluenza e di frequenza nel periodo estivo e, ça va sans dir, non rivela mai il costo complessivo a carico del bilancio pubblico che deriva da tale apertura.
Ma l’importante è che qualche votarello si raggranelli e tutto il resto passa in secondo piano: se quanto non è populismo……….

Altri credono invece che la scuola, in ogni suo ordine e grado, debba sempre rimanere sé stessa e non possa trasformarsi a piacimento in un improvvisato strumento di welfare sociale. Ne va della professionalità degli insegnanti, ma anche del ruolo delle agenzie formative che negano sé stesse se vengono mutate in strutture di risposta alle singole emergenze familiari. Forse qualche attenzione in più, anche utilizzando appositi strumenti di programmazione, alle politiche sociali che questa Giunta sta progressivamente smantellando in nome del vuoto slogan:“prima i trentini”, potrebbe consentire di individuare moderne soluzioni ai problemi della conciliazione dei tempi familiari, senza scaricare la questione sulle più deboli spalle delle insegnanti e del sistema scolastico dell’infanzia.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– quali sono a tutt’oggi e nel dettaglio delle singole scuole dell’infanzia aperte nella fase estiva i numeri relativi alle frequenze in tale periodo;

– per quale ragione fino ad oggi tali dati non sono mai stati resi noti dalla Giunta provinciale;

– quali costi in dettaglio comporta per il bilancio provinciale l’apertura estiva delle scuole dell’infanzia sul territorio;

– per quale ragione non si è valutata l’opportunità di trasformare tali investi-menti in “buoni” o “voucher” adatti a sostenere la spesa per attività estive in regfime di conciliazione con i tempi familiari, posto che gli esiti raggiunti apparivano del tutto positivi, consentendo anche ai bambini di avere una lunga pausa di riposo e ripresa, nella convinzione che dieci mesi di attività scolastica possono essere più che sufficienti.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

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Cons. Lucia Maestri

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