Qualche giorno fa Paolo Zanella, consigliere provinciale di Futura, ha richiamato l’attenzione sul fatto che agli operatori delle case di riposo, a differenza dei colleghi di Apss, non sia stato riconosciuto nella manovra di assestamento il bonus Covid-19.
Fenalt, sindacato maggioritario nelle case di riposo, ritiene importante richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle attuali misure introdotte nella gestione delle case di riposo, perché le scelte effettuate interessano l’intero corpo sociale e ci interpellano sul futuro che riserviamo alla parte più “fragile” e bisognosa di aiuto della nostra comunità. “Il mancato riconoscimento del bonus Covid-19 agli operatori delle RSA, che sancisce un’inaccettabile discriminazione, e la recente riduzione dei criteri per la definizione della pianta organica (1 infermiere ogni 15 degenti anziché 1 ogni 10) delle case di riposo sono segnali preoccupanti” dice Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt e responsabile Area Apsp. “Il rischio è che l’esodo dei dipendenti verso altre strutture sanitarie si intensifichi ulteriormente, come già sta succedendo.
Con la carenza cronica di personale sanitario negli ospedali – si chiede Moser – quali incentivi possono indurre ad optare per le RSA, se il riconoscimento del tempo per il cambio divisa è stato ottenuto solo grazie alla sentenza di un giudice, se il bonus Covid-19 non viene riconosciuto, se il carico di lavoro aumenta e manca pure la corposa indennità di turno dei colleghi di Apss. Non dimentichiamo che in aprile UPIPA aveva proposto degli inaccettabili mini-corsi per formare in fretta ausiliari per l’assistenza, onde ovviare alla carenza cronica di personale specializzato.
Forse – osserva Moser – è il caso che la politica trentina si interroghi una volta per tutte, e lo faccia apertamente, sul futuro che vogliamo dare alle RSA tenendo conto del costante invecchiamento della popolazione. Non è una questione marginale, ma un problema che prima o poi riguarda la vita di tutte le famiglie trentine e che non possiamo fingere di non vedere. Le scelte per il futuro delle case di riposo – conclude Moser – vanno affrontate col concorso di tutte le parti in causa e non nell’ambito di frettolose sedute di Giunta durante il periodo estivo per dare meno nell’occhio”. Fenalt chiede con urgenza all’Assessorato provinciale alla Sanità di avviare le procedure per insediare un tavolo dedicato ai problemi e al futuro delle case di riposo dove siano coinvolti tutti gli stakeholders e le criticità siano affrontate in modo strutturale. Ormai è un’esigenza non più prorogabile.