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ENPA – ROMA * CARNIVORI: « FONTE “UFFICIO CACCIA E PESCA PROVINCIA BOLZANO”, LA PRESENZA DEGLI ESEMPLARI DI ORSO BRUNO È DIMINUITA NOTEVOLMENTE »

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14.39 - lunedì 7 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Lupi e orsi. Enpa, la Provincia di Bolzano smentisce la politica: popolazioni in declino. I grandi carnivori una risorsa per il territorio. La prevenzione funziona. «La presenza degli orsi bruni nella Provincia di Bolzano è diminuita notevolmente». A metterlo nero su bianco, nel 2021, non era un’associazione animalista animata da “una visione ideologica”, ma l’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano.

Sempre per il 2021, la stessa amministrazione di Bolzano stimava in circa 30 esemplari i lupi presenti sul territorio provinciale e quantificava nell’astronomica cifra di 61.880 euro i danni causati dagli animali selvatici (7,680 euro gli orsi, 54.200 i lupi). Questi sono i dati che, come si sa, talvolta possono risultare indigesti a una parte del mondo politico e ad alcuni esponenti del mondo venatorio, agricolo e dell’allevamento che vorrebbero disporre del territorio e della fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, come una loro proprietà.

Peraltro, è opportuno ricordare che quei 62 mila euro di indennizzo sono più che compensati dagli introiti del settore turistico. Evidentemente a molti sfugge una evidenza: i grandi carnivori, simbolo di un ambiente in salute, sono un fattore vincente dell’offerta turistica. Infatti sono proprio quegli stessi ambientalisti, che qualcuno accusa di fare ideologia, ad essere tra i principali fruitori dell’offerta turistica del Trentino e dell’Alto Adige, alimentando un indotto economico di tutto rispetto che contribuisce a rendere le città di Trento e Bolzano le primatiste nell’elenco delle zone in cui si vive meglio in Italia. Insomma, i grandi carnivori possono diventare un valore aggiunto per le economie che al turismo si rivolgono e che su di esso basano i propri maggiori introiti.

«Lupi e orsi, dunque, sono una risorsa, non un fattore di criticità. I veri problemi per gli allevatori vengono dai rincari dell’energia e dei combustibili, dei concimi, del foraggio e dei mangimi, dei servizi veterinari e dei farmaci, degli antiparassitari», spiega Enpa. Sull’Appennino, dove non si è mai persa l’abitudine di custodire mandrie e greggi e dove gli allevatori sono molto più propensi a ricorrere ai metodi di prevenzione – recinti, ricoveri, cani pastore – le predazioni sono state ridotte in misura significativa, se non eliminate del tutto. Invece, diversi allevatori che vivono nei territori dove è in uso il pascolo brado (come in Trentino Alto Adige), accettano malvolentieri di utilizzare tali strumenti di prevenzione e si trovano più esposti alle dinamiche del mondo della natura.

Pertanto, le istituzioni dovrebbero sforzarsi non di creare nemici immaginari, ma di aiutare gli allevatori ad affrontare nella maniera giusta le sfide che la natura pone di fronte. Sfide che, invece, spesso vengono manipolate da certa parte del mondo venatorio. «Dire che orsi e lupi sono sovrabbondanti è, in termini scientifici, un nonsense. L’ aggettivo indica un valore relativo, una quantità esorbitante rispetto a quella “corretta”, a quella giusta, in base a determinati indicatori. Senza il riferimento ad essi, la misura di uno o centomila può indicare tanto sovrabbondanza quanto carenza. Ecco – conclude Enpa – dalle parole pronunciate in questi giorni non si capisce proprio rispetto a cosa lupi e orsi sarebbero sovrabbondanti. E soprattutto quali sarebbero le fonti scientifiche di queste affermazioni. Affermazioni assolutamente opinabili e, queste si, ideologiche».

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