(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La lettera aperta dei medici in formazione specifica in medicina generale rappresenta un grido d’allarme che merita ascolto. Le loro preoccupazioni non riguardano solo le condizioni di lavoro di cui non si conoscono ad oggi regole e confini, ma anche la qualità dell’assistenza che il cittadino trentino potrà ricevere in futuro.
In un momento in cui la carenza di medici di famiglia è già tangibile, è fondamentale che il nuovo modello organizzativo non allontani ulteriormente chi ha scelto di investire il proprio futuro nella medicina del territorio.
Accogliere le istanze dei medici in formazione significa garantire condizioni di lavoro compatibili. con i principi di sicurezza, salute e conciliazione vita-lavoro. In questo senso stiamo lavorando in delegazione trattante provinciale.
Sono già presenti sul tavolo proposte che indirizzano l’attività oraria dei medici di famiglia che scelgono di lavorare sul territorio per tutta la vita negli orari in cui la loro presenza è più necessaria, ovvero di giorno in un modello h12 o h16 a beneficio delle nuove Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) e delle strutture del Pnrr in arrivo.
Un lavoro qualificato che risponda ad obiettivi di salute pubblica (vaccinazioni, attività domiciliare a supporto dei più fragili, prevenzione e screening), di contenimento delle liste d’attesa (diagnostica di I livello con elettrocardiogrammi, spirometrie, holter, ecografie anche in telemedicina), di gestione dei disturbi non differibili anche con accesso diretto ad alcune prestazioni ospedaliere.
Va garantito ad ogni Collega il giusto ristoro psico fisico essendo inimmaginabile un continuum lavorativo di ambulatorio diurno e continuità assistenziale notturna e festiva, per tutti e soprattutto per le giovani coppie che sperimentano la genitorialità.
Politica, tecnici, Azienda sanitaria del Trentino, Organizzazioni sindacali, Ordini professionali devono impegnare risorse economiche ed organizzative per garantire che sia solo il ruolo ad essere “unico” e non sia invece “unico” il medico che accetti di lavorare in Trentino.
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Dr Valerio Di Giannantonio
Segretario Provinciale generale Fimmg Trentino