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DEMAGRI (CONSIGLIO PAT – CASAAUTONOMIA.EU) – MOZIONE * ACCESSO AI SERVIZI SANITARI: «SI VALUTI LA CREAZIONE DI POSTAZIONI PUBBLICHE DOTATE DI DISPOSITIVI GIÀ CONFIGURATI»

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16.57 - lunedì 24 novembre 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Tutela dei cittadini meno digitali nell’accesso ai servizi sanitari e tributari. Negli ultimi anni la Pubblica Amministrazione ha avviato un percorso di digitalizzazione dei servizi, con l’obiettivo di semplificare le procedure e ridurre l’uso della carta. È un processo importante e necessario, ma che rischia di lasciare indietro una parte significativa della popolazione se non accompagnato da misure di inclusione. La nostra società è caratterizzata da una crescente presenza di persone anziane: un patrimonio umano che ha dimostrato grande resilienza nella gestione dei bisogni di base, ma che spesso fatica ad affrontare ciò che non conosce, come le tecnologie digitali.

A questo si aggiungono difficoltà economiche: molti vivono con pensioni minime che non consentono l’acquisto di smartphone, computer o connessioni internet stabili. Dal 1° dicembre, in Trentino, l’accesso ai servizi sanitari provinciali sarà consentito solo attraverso la piattaforma TreC+, utilizzando SPID o altre identità digitali. Una scelta che, pur comprensibile nella logica dell’innovazione, rischia di trasformarsi in un ostacolo per chi non ha dimestichezza con questi strumenti. Non si può dimenticare che il diritto alla salute e ai servizi pubblici deve essere garantito a tutti.

Per questo la proposta mozione depositata in Consiglio provinciale propone quattro dispositivi concreti, come passi di un percorso inclusivo: la semplificazione delle deleghe: un familiare potrà aiutare un cittadino fragile senza che quest’ultimo debba possedere SPID. Un gesto di fiducia che mette al centro la solidarietà familiare.

Un numero verde dedicato: non un call center impersonale, ma una voce amica e competente che accompagna passo passo chi ha difficoltà, trasformando la tecnologia da ostacolo a opportunità. Corsi di educazione digitale: organizzati nei centri anziani, nelle biblioteche e negli spazi civici, luoghi di comunità dove imparare insieme, riducendo il divario tecnologico e favorendo lo scambio generazionale. Postazioni pubbliche attrezzate: nei comuni, nelle farmacie, nelle biblioteche, con dispositivi già configurati per l’accesso ai servizi sanitari. Non tutti hanno un computer o una connessione, ma tutti devono avere un punto di accesso.

Questa mozione non guarda al passato, ma al futuro: chiede di accompagnare chi fa più fatica a scalare le “imprese tecnologiche”, favorendo uno scambio generazionale inverso, dove i più giovani e i più esperti aiutano gli anziani e i meno digitali. L’innovazione deve essere inclusiva. Solo così la digitalizzazione potrà diventare davvero un’opportunità per tutti e non un ostacolo per i più fragili.

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Paola Demagri
Consigliera provinciale Casaautonomia.eu

 

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Proposta di mozione

Oggetto: la tutela dei cittadini meno digitali nell’accesso ai servizi sanitari e tributari

Negli ultimi anni la Pubblica Amministrazione ha intrapreso un percorso di dematerializzazione dei servizi, con l’obiettivo di rendere più snella ed efficiente la gestione delle pratiche e di ridurre l’uso della carta. Questo processo, pur animato da finalità condivisibili, ha comportato un crescente spostamento delle procedure su piattaforme digitali, accessibili quasi esclusivamente tramite strumenti informatici e credenziali elettroniche. In Trentino, a partire dal 1° dicembre, l’accesso ai servizi sanitari provinciali sarà consentito solo attraverso la piattaforma TreC+, utilizzando lo SPID o altre identità digitali. Tale scelta, se non accompagnata da misure di sostegno adeguate, rischia di trasformarsi in una barriera insormontabile per una parte significativa della popolazione.

È noto che il nostro territorio presenta una forte presenza di anziani, molti dei quali non dispongono di smartphone, computer o connessione internet stabile. A ciò si aggiunge una diffusa difficoltà di alfabetizzazione digitale, che non riguarda soltanto le fasce più anziane, ma anche cittadini più giovani che, per ragioni economiche o sociali, non hanno familiarità con gli strumenti tecnologici. La conseguenza è che, mentre si intende favorire l’innovazione e la semplificazione, si rischia di produrre nuove forme di esclusione sociale, lasciando indietro proprio le persone più fragili: gli anziani, i disabili, chi vive in zone periferiche o chi non ha disponibilità economiche per dotarsi di dispositivi digitali. Non si può ignorare che il diritto alla salute e all’accesso ai servizi pubblici debba essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro competenze tecnologiche o dalla disponibilità di strumenti digitali. La PAT, che si è sempre distinta per attenzione al welfare e alla coesione sociale, non può permettere che la modernizzazione diventi sinonimo di esclusione.

Considerato che gli sportelli di facilitazione digitale presenti sul territorio sono ancora
troppo pochi e con aperture limitate, spesso non conosciuti dai cittadini; le procedure di delega per consentire a un familiare di operare per conto di un cittadino fragile risultano complesse e richiedono comunque il possesso di SPID da parte del delegante; la digitalizzazione, se non accompagnata da misure di inclusione, rischia di accentuare il divario tra chi ha accesso e competenze e chi ne è privo.

Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale

• a semplificare le procedure di delega, consentendo ai familiari di operare per conto di cittadini fragili senza obbligo di SPID da parte del delegante
• ad attivare un numero verde dedicato, con operatori formati, per accompagnare passo passo gli utenti meno digitali
• a promuovere corsi di educazione digitale presso centri anziani, biblioteche e spazi civici, al fine di ridurre il divario tecnologico
• a valutare la creazione di postazioni pubbliche (in comuni, farmacie, biblioteche) dotate di dispositivi già configurati per l’accesso ai servizi sanitari.

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Paola Demagri

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