(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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A chiedere ad Rfi un tracciato diverso da quello proposto e quindi di “intercettare” le aree inquinate ex Sloi ed ex Carbochimica a Trento Nord fu quella Giunta provinciale Dellai che nel 2003 replicava in Provincia Autonoma di Trento la giunta comunale del capoluogo che discuteva di mettere lì un (inutile) polo fieristico.
A dare il via al “circo” ed a dare al Comune di Trento la guida di quella operazione fu la giunta Rossi che si basò sulla scelta del Presidente Pacher già vicesindaco e poi sindaco della città capoluogo.
Ora vi è pure chi, in chiave pre elettorale, dalla parte di chi sostenne quelle scelte, va chiedendo firme del tipo “vuoi firmare contro la droga”‘, riscoprendo il proprio senso civico con appena 20 anni di ritardo su quando avrebbe dovuto aprir bocca.
Lo fa fingendo che i No Tav, tanto disprezzati dai novelli missionari di un percorso che è ormai in archivio, siano stati solo un inciso in una storia che per qualcuno sembra cominciare oggi. “Trasparency” vuole che noi si riconosca che chi si è battuto contro quella soluzione fossero proprio i dileggiati No Tav cui nessuno vuole riconoscere l’impegno ad evitarla.
E qualche testata che contro l’affarismo in salsa tridentina si è sempre battuta.
Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc per il Trentino Alto Adige / Suedtirol
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