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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * SANITÀ TRENTINA: « È VERO CHE VI SAREBBERO SANITARI DIMESSI E POI RIASSUNTI IN REGIME DI LIBERA PROFESSIONE? »

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16.44 - venerdì 10 giugno 2022

Nei giorni scorsi la stampa locale si è (ri)occupata del problema di carenza di personale medico e assistenziale negli ospedali trentini. Del problema mi sono occupata più volte ricevendo purtroppo risposte evasive o inconcludenti. Rispondere ad una interrogazione rientra fra i doveri del Presidente della Provincia e degli assessori interessati, ma la realtà è che spesso le risposte non arrivano o sono generiche, girano attorno ai problemi sollevati. Fortunatamente non tutti gli assessori si comportano così, ma in taluni casi il comportamento e lo stile è inaccettabile.

Tornando al tema ciò che emerge da questi ultimi articoli è che vi sarebbero perfino sanitari che si licenziano e poi vengono assunti con contratto privato (e con costi maggiori per l’Azienda). Sarebbero stati stanziati quasi 4 milioni di euro (per quest’anno), per far fronte all’emergenza. Tutto ciò è incredibile e paradossale. Come è possibile che non si trovino medici facendo i concorsi, mentre i medici sarebbero disponibili con contratti privati (che rendono di più e impegnano meno).

L’instaurarsi di una tale prassi avrà ovviamente effetti devastanti sull’intera organizzazione sanitaria. Cosa devono pensare coloro che – regolarmente assunti e sottoposti in molti casi (non ovunque) a turni anche doppi rispetto a quelli normalmente previsti ? Se poi è questa la privatizzazione della sanità offerta dal centro-destra come panacea per i mali della sanità trentina, osservo che è un po’ costosa e farà ancora lievitare la spesa sanitaria. I fautori della privatizzazione sostengono che questa sia il rimedio per contenere i costi, l’esperienza quotidiana indica invece esattamente il contrario.
Aggiungo infine che la programmazione dei concorsi nel pubblico impiego non è molto complessa: ci sono le piante organiche definite per ogni servizio, l’Amministrazione conosce esattamente i tempi in cui i dipendenti cessano dal servizio.

Dunque dov’è la difficoltà per le sostituzione?
Forse chi ha stabilito il numero chiuso per gli accessi alle facoltà di medicina e chirurgia ha fatto male i conti? E’ possibile, ma questa non può essere la giustificazione, tantopiù che chi è disposto a lavorare in libera professione sembra non manchi. I sindacati del settore lamentano da tempo di essere inascoltati, pur avendo soluzioni da proporre, e ciò non sembra accettabile. In una mozione presentata recentemente ho proposto (inascoltata) di valutare l’adeguatezza di alcuni dirigenti sanitari – sia in Azienda, sia presso il Dipartimento alla salute – ma anche su questo problema c’è un silenzio assordante.

Di questo passo probabilmente si dovrà ricorrere alla Corte dei Conti poiché chiunque comprende che la qualità del servizio non può peggiorare mentre i costi aumentano in modo spropositato.

Tanto premesso, interrogo il Presidente della Provincia per sapere:

1. se corrisponde al vero – come afferma la stampa locale – che vi sarebbero casi di sanitari che si sono dimessi e poi sono stati immediatamente riassunti in regime di libera professione;

2. quanti sono, complessivamente, i medici e gli infermieri previsti in pianta organica e quanti sono quelli effettivamente in servizio;

3. quanti sono i professionisti (medici e infermieri) attualmente in servizio con contratto privato;

4. se corrisponde al vero che un medico libero professionista, con un turno di 12 ore, può percepire fino a 1200 euro, e quanto costa invece un medico dipendente che svolge lo stesso turno;

5. se la situazione attuale non dovrebbe indurre – almeno fino a quando perdura l’emergenza – a ridurre progressivamente i servizi offerti dagli ospedali periferici, concentrandoli presso il S. Chiara di Trento.

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Cons. Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale-Gruppo Misto/Europa Verde

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