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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * ITEA: « PER LA PAT PUÒ ESSERE OPPORTUNO BLOCCARE AL 2025 IL REGOLAMENTO CHE IMPONE DI SFRATTARE LE FAMIGLIE? »

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11.14 - giovedì 2 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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POCA CHIAREZZA NELLA GESTIONE DELLE FAMIGLIE SOTTO SFRATTO E RILUTTANZA AD AMMETTERE L’EMERGENZA ABITATIVA IN CORSO.

Ho ricevuto la risposta dell’assessora Zanotelli alla mia interrogazione che chiedeva conto della grave crisi della politica abitativa trentina. Avevo messo in particolare in evidenza il problema della divisione dei nuclei familiari a seguito di uno sfratto e per mancanza di alloggio. Una pratica devastante per il nucleo familiare interessato sia dal punto di vista pratico che psicologico.

Alla mia richiesta di sapere quante famiglie negli ultimi tre anni hanno subìto una separazione e quante di loro hanno trovato successivamente una abitazione mi è stato risposto che solo il Comune di Trento e la Comunità dell’Alto Garda e Ledro hanno riferito di aver preso in carico situazioni simili. In particolare il Comune di Trento ha dichiarato di aver seguito nell’ultimo anno e mezzo una famiglia che dopo una procedura di sfratto ha subito una separazione. La Comunità Alto Garda e Ledro invece ha dichiarato di aver seguito negli ultimi tre anni tre famiglie che si sono dovute separare a causa di uno sfratto. Due vivono ancora separati, del terzo nucleo non hanno più notizie L’assessora afferma che gli enti che si sono trovati ad affrontare situazioni simili hanno riferito di avervi fatto fronte con gli strumenti di sostegno e interventi attualmente previsti dalla disciplina provinciale.

L’assessora Zanotelli in merito allo stato di attuazione degli interventi sugli alloggi di risulta riferisce che in questo momento sono in lavorazione in carico ad ITEA ben 84 alloggi classificati come B1 e 182 come B2. Trattasi di “lavori di manutenzione ordinaria” quali interventi di tinteggiatura, sistemazione dei serramenti, modifiche parziali a impianti elettrici e termoidraulici, sostituzione di elementi vetusti (sanitari, rubinetteria ecc.).

Vista l’imponente mole di lavoro che il personale ITEA (di cui la presidente Gerosa ha lamentato la carenza numerica) deve affrontare per sistemare gli alloggi classificati come B3 e B4, che richiedono lunghi e complessi lavori di manutenzione straordinaria mi chiedo se non sarebbe il caso di consentire alle famiglie assegnatarie di svolgere i lavori negli appartamenti classificati come B1 e B2, prevedendo che le spese da essi sostenute per svolgere questi lavori siano detratte dall’affitto oppure ricorrere al volontariato quando possibile. Si tratta di una proposta avanzata già diversi mesi fa dallo “Sportello casa per tutt*” e i dati esposti nella risposta dell’Assessora mostrano la sensatezza di questa richiesta.

Senza dubbio per renderla operativa occorre cambiare il regolamento di Edilizia Pubblica ma se la Giunta e la maggioranza fossero d’accordo la soluzione si potrà trovare rapidamente.

Sempre in base alla risposta, in questo momento sono in programmazione, ovvero non sono ancora iniziati, i lavori per la sistemazione di ben 589 appartamenti classificati come B3 e B4, cioè bisognosi di manutenzione straordinaria. Naturalmente sappiamo che il personale Itea non può fare miracoli e che questi appartamenti sono destinati a restare sfitti per un periodo di tempo inevitabilmente non breve. Il numero di alloggi sfitti è destinato, nonostante gli sforzi posti in essere da ITEA, a rimanere costante perché ogni anno nuovi alloggi vengono restituiti dagli inquilini alla società. Secondo i dati diffusi da ITEA il 6 febbraio scorso negli ultimi due anni gli inquilini hanno restituito alla società oltre 400 alloggi l’anno, il 50% dei quali con motivazioni quali decesso, ricovero in casa di riposo e cambio alloggio.

Proprio per questo trovo assurda la ferrea applicazione di un regolamento pensato per un contesto ben diverso dall’attuale, che porta allo sfratto dagli alloggi assegnati d’urgenza alle famiglie il cui contratto di locazione è scaduto, senza che sia loro assegnato un alloggio per graduatoria ordinaria, per il quale hanno spesso fatto richiesta da lunghissimo tempo.

Non si capisce inoltre per quale motivo non si possa prendere atto dell’emergenza abitativa in atto e sospendere almeno sino al 2025 quegli aspetti del regolamento di edilizia pubblica che impongono di sfrattare famiglie dagli alloggi Itea assegnati d’urgenza, alloggi che in molti casi sono destinati a restare vuoti, visto che ve ne sono altri 600 circa nei quali i lavori di ristrutturazione devono ancora iniziare.

 

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessora competente per sapere:

cosa si intende concretamente quando nella risposta l’Assessora riferisce che nel caso delle famiglie separate gli enti preposti hanno fatto fronte alla situazione con gli strumenti di sostegno e intervento previsti dalla disciplina provinciale;

nel caso della famiglia rimasta priva di alloggio il Comune di Trento (si afferma nella risposta) “ha garantito un’adeguata sistemazione a madre e figli”. Ma quale è la vera motivazione per la quale si è scelto di mantenere lo stato di separazione? Quale norma vieta di mantenere la famiglia unita? Oppure è solo perché mancano le strutture adeguate a mantenere la famiglia unita?

nella risposta nulla si dice delle azioni di sostegno messe in essere a favore dei tre nuclei separati nell’Alto Garda e Ledro. Se ne chiede conto.

se non sarebbe il caso di consentire alle famiglie assegnatarie di svolgere i lavori negli appartamenti classificati come B1 e B2, cioè alloggi che necessitano di minimi lavori o pochi lavori prevedendo che le spese da essi sostenute per svolgere questi lavori siano detratte dall’affitto, oppure utilizzare il volontariato per l’esecuzione dei lavori;

se non si ritenga opportuno bloccare almeno fino al 2025 quegli aspetti del regolamento di edilizia pubblica che impongono di sfrattare famiglie dagli alloggi Itea assegnati d’urgenza, alloggi che in molti casi sono destinati a restare vuoti, visto che ve ne sono altri 600 circa nei quali i lavori di ristrutturazione devono ancora iniziare.

*

Cons. Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale-Gruppo Misto/Europa Verde

 

 

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