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COPPOLA (EUROPA VERDE) * CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA TRENTO: « L’OPERA È ESTREMAMENTE PROBLEMATICA, NON È VERO CHE LIBERERÀ LA CITTÀ DAL TRAFFICO TRENI MERCI »

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11.19 - venerdì 20 gennaio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA DI TRENTO: L’ATTUALE PROGETTO È PERICOLOSO PER LA CITTÀ DI TRENTO.

Il Tar del Lazio si è pronunciato sul ricorso promosso da cittadini trentini contro il progetto del by pass ferroviario: non ci sono le condizioni per concedere la sospensiva. Tutto rimandato alla nuova udienza fissata a maggio. I fondi che dovranno essere investiti in questo progetto ritengo dovrebbero servire per dare al Paese una svolta ecologica, per risanare situazioni di sofferenza ambientale. Invece si prosegue senza in realtà dare risposte ai quesiti sollevati dai comitati, dai cittadini, dalle forze politiche sulla questione della sicurezza. L’opera progettata risulta estremamente problematica. Intanto non è vero che libererà la città dal traffico ferroviario merci.

Ne libererà solo una parte, da piazza General Cantore a Mattarello. Fino a via Malvasia la città subirà un pesante intervento con la realizzazione di una trincea (una galleria a cielo aperto), che dalle Tre torri della PAT porterà a via Malvasia e consentirà alla linea ferroviaria di abbassarsi di circa 10 metri. A quel punto, dopo che verranno demoliti undici edifici, inizierà la galleria vera e propria che entrerà nella fragile roccia di Pietrastretta. Gli edifici di via Pietrastretta, via Cervara, via de Campi, San Donà, per alcuni anni saranno interessati dal rumore e dalle vibrazioni provocate dai lavori. Le due gallerie, perché di due gallerie si tratta, passeranno sotto l’alveo del Fersina e del Salè e affronteranno il fragile equilibrio geologico della Marzola, una montagna imbevuta di acqua, con decine di sorgenti, una paleofrana in continuo movimento. Le gallerie si affacceranno infine a sud di Mattarello, in località Acquaviva (il nome dice tutto) e il percorso ferroviario sottrarrà ulteriore terreno alla sua vocazione agricola. RFI assicura che non c’è alcun pericolo per le 220 sorgenti catalogate della Marzola.

Lo aveva assicurato anche agli abitanti del Mugello prima di distruggerne il sistema idrico, per realizzare l’alta velocità Bologna Firenze. Vogliamo provarci anche noi? Ma la cosa che, nell’immediato, più preoccupa è l’attraversamento in trincea del Sito inquinato di interesse nazionale costituito dai terreni degli stabilimenti ex Carbochimica ed ex Sloi, e in particolare di quest’ultimo: questione su cui abbiamo investito, assieme ad altri, la Procura della Repubblica di Trento. Sembra che delle 180 tonnellate di piombo che si trovano nei terreni ex Sloi non si possa parlare. Ci si è dimenticati forse delle decine di operai avvelenati e di quelli morti a causa del piombo tetraetile, della drammatica notte del 14 luglio 1978, quando tutti gli abitanti di questa città rischiarono di morire per l’incendio dei fusti di sodio. Cosa sarebbe successo se l’incendio avesse raggiunto i depositi di piombo tetraetile, una delle sostanze più velenose esistenti? Grazie ai vigili del fuoco si riuscì a far coprire i fusti di sodio con il cemento portato dalle betoniere direttamente dall’Italcementi ed evitare la catastrofe.

Nel mondo ci sono tre siti inquinati da piombo tetraetile: oltre a quello di Trento, uno in una base militare americana nel deserto del Nevada e uno nella periferia di Karlsruhe, in Germania. Gli americani hanno deciso di chiudere e sigillare la fabbrica. I tedeschi hanno provato a risanare il terreno, ma hanno dovuto interrompere subito i lavori di disinquinamento. Il piombo, che non è solubile in acqua è però volatile. A Karlsruhe hanno deciso che le operazioni di risanamento del sito inquinato erano troppo pericolose per la popolazione. Noi invece abbiamo amministrazioni che abdicano al loro potere-dovere di regia delle operazioni di disinquinamento e le delegano a RFI, che come abbiamo visto in passato, non dà certezze sulla capacità di operare in sicurezza. Abbiamo visto che i progetti di realizzazione della trincea non tengono conto del pericolo delle aree inquinate.

Non possiamo delegare gli ingegneri ferroviari di RFI. Ne va della sicurezza dell’ambiente e ancor più di quella dei cittadini. La Rete dei Cittadini ha presentato un progetto che, ricalcando il progetto originario di RFI, prevede la realizzazione del bypass ferroviario sulla destra Adige. Il progetto è sicuramente meno impattante di quello in sinistra Adige. Certo, attraversa alcune aree agricole vocate a viticultura pregiata e si dovrà superare l’Adige. Qualcuno ha sostenuto che il percorso andrebbe ad interferire con due aree classificate biotopo, alla Vela e a Nomi. Al di là che la circostanza non è esatta, anche fosse vera, la tutela della salute delle persone che abitano la città, dei residenti della collina, dei bambini e delle bambine di Trento sono prioritarie.

 

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Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale-Gruppo Misto/Europa Verde

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