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COORDINAMENTO LAVORO PORFIDO * CONFERENZA STAMPA: « FOCUS SU PROCESSO “PERFIDO“, CON L’AVV. GIUDICEANDREA (TRENTO – CAFÉ DE LA PAIX / 21/2 – ORE 11.00) »

Scritto da
18.11 - lunedì 20 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Nell’immediatezza dell’udienza del processo “Perfido” in Corte d’Assise a Trento del 9 febbraio scorso abbiamo diffuso un primo comunicato stampa, dando per scontato che quanto avvenuto in aula trovasse adeguata illustrazione sulla stampa locale. Purtroppo però così non fu e quindi ci troviamo nella necessità di illustrare sommariamente lo svolgimento quasi surreale di quella udienza, aperta dal presidente della Corte in maniera del tutto inconsueta. Egli, infatti, ha fatto presente che la Procura intendeva effettuare nuove contestazioni e ciò riapriva la possibilità per gli imputati di scegliere il rito abbreviato, scelta poi più volte caldeggiata dallo stesso presidente nel corso dell’udienza.

Una procedura che risulta del tutto “irrituale” al pari della “interlocuzione tra avvocati, Procura e Corte” di cui ha parlato la stampa, avvenuta a totale insaputa di alcune delle parti civili, in particolare i tre operai cinesi che il C.L.P. sta supportando. Che fossero maturati accordi al di fuori delle aule di giustizia è testimoniato dalla notizia comparsa l’8 febbraio (giorno precedente l’udienza) sul Corriere della Calabria che, dando l’annuncio della ripresa delle udienze a Trento, concludeva con queste testuali parole: “Domani dunque gli imputati potranno presentarsi in aula dove verranno discusse le richieste di rito alternativo che potrebbero essere depositate”. In realtà il verbale dell’udienza precedente, tenutasi il 24.11.2022, stabiliva tutt’altro, convocando “i periti per chiarimenti sulle trascrizioni effettuate”.

Va allora precisato che è dubbio che le nuove norme introdotte dalla riforma del ministro Cartabia consentano la riapertura dei termini per la scelta di un rito alternativo, del resto consentita solo in presenza di “nuove contestazioni” e sempre a patto che di queste contestazioni “non ve ne sia menzione nel decreto che dispone il giudizio” (ed in effetti non sarebbero “nuove” in questo caso!). Ed allora è il caso di chiedersi per quale motivo la Procura abbia ritenuto di preannunciare l’effettuazione di “nuove contestazioni” perché, a quanto risulta, esse si riferiscono a reati già indicati nel decreto che disponeva il giudizio e per i quali esistono già altrettanti procedimenti autonomi aperti, due dei quali giunti alla fase di avviso di conclusione delle indagini ed il terzo con addirittura già fissata l’udienza preliminare.

Purtroppo l’anomalia della conduzione processuale non appare nuova se si considera che già in precedenza si erano verificate delle scelte processuali “inusuali”, tanto che con sentenza di data 16.12.2022 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di patteggiamento ad una pena irrisoria emessa dal Gip di Trento in data 11 febbraio 2022.

Di fronte a queste scelte processuali non possiamo sottrarci dall’avanzare il dubbio che esse siano volte ad evitare il pubblico dibattimento con l’audizione di testimoni. Forse perché potrebbe recare qualche imbarazzo a personaggi in vista della politica e dell’economia trentina? O forse perché potrebbe portare a conoscenza dei cittadini trentini gravi sottovalutazioni o addirittura connivenze inconfessabili da parte di alti funzionari delle istituzioni?

O forse, ancora, perché potrebbe emergere la trama di cointeressenze intessuta nel corso degli anni da alcuni degli imputati con settori importanti dell’economia trentina? Sta di fatto che evitare il pubblico dibattimento raggiunge senz’altro l’obiettivo di limitare la circolazione delle informazioni legate al processo e a quanto al suo interno emerge, privando i cittadini trentini di quegli elementi di conoscenza fondamentali per comprendere a pieno le vicende legate alla supposta presenza ‘ndranghetista nella zona del porfido e nella nostra regione al fine di rendere vigile la cittadinanza nei confronti del fenomeno mafioso.

La funzione punitiva, a nostro avviso, passa in secondo piano rispetto a quella che dovrebbe essere la funzione principale di un pubblico dibattimento processuale, vale a dire la formazione di una robusta coscienza civile che consenta il peno esercizio dei diritti di cittadinanza.

Per illustrare le questioni di cui sopra il Coordinamento Lavoro Porfido indice una CONFERENZA STAMPA martedì 21 febbraio presso il Café de la Paix, Passaggio Teatro Osele 8 a Trento alle ore 11.00 alla quale parteciperà l’avv. Bonifacio Giudiceandrea già legale degli operai cinesi costituitisi parte civile nel processo “Perfido” e consulente legale del C.L.P.

 

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Walter Ferrari

Per Coordinamento Lavoro Porfido

 

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