In Terza commissione le audizioni sui regolamenti per i plateatici e sui rifiuti. Pomeriggio di consultazioni per la Terza commissione permanente presieduta da Vanessa Masè della Civica. I rappresentanti del Coordinamento provinciale imprenditori, del Cal e della Soprintendenza sono stati sentiti in merito all’elaborazione e all’adozione dei regolamenti comunali sull’installazione di plateatici e altre strutture leggere da parte di esercizi pubblici. È seguita la consultazione con l’associazione Ledro Inselberg Aps sulla gestione dei rifiuti in provincia di Trento. L’organismo consiliare si è poi pronunciato (con voto favorevole in entrambi i casi) su due proposte di delibera di Giunta, sulla nomina di commissari straordinari per l’opera S-1021 – Variante Campitello Canazei (UF1) e per l’opera S-393 – Interventi di messa in sicurezza viabilistica e riassetto della mobilità della S.S. 47 – Tratto a due corsie tra Pergine Valsugana e Novaledo.
Plateatici, le audizioni
I lavori sono iniziati con le consultazioni sull’elaborazione e sull’adozione dei regolamenti comunali sull’installazione di plateatici e altre strutture leggere da parte di esercizi pubblici, a cui la Terza commissione è chiamata ai sensi della legge provinciale per il governo del territorio.
Confesercenti: serve una soluzione di equilibrio
Il direttore Aldi Cekrezi ha ricordato come dopo il Covid si sia capita l’importanza per la comunità di spazi aperti e pubblici e ha auspicato una soluzione per trovare equilibrio e risposta per cittadini e imprenditori.
Confcommercio: pubblici esercizi al servizio della comunità
Marco Fontanari (presidente dell’Associazione ristoratori) ha indicato come il mercato richieda sempre più la condivisione di spazi pubblici. Ha parlato del concetto di rigenerazione urbana, quindi i dati: il 50% delle aziende non vivono oltre i 5 anni, l’altra metà invece continua a crescere e crea economia, ha detto. I lavoratori sono 9.000, dei quali il 50% a tempo indeterminato, ha aggiunto. Gli investimenti sono necessari, vanno pianificati e ammortizzati nel tempo, questa è la richiesta che emerge, ha dichiarato. Ha parlato della necessità di muoversi nel rispetto e nella bellezza del bene comune e sottolineato l’importanza del ruolo delle attività di pubblico esercizio. La richiesta di cui si è fatto portavoce è quella rivolta ai consiglieri di farsi promotori dell’interesse delle attività, di una deroga, della necessità che a livello provinciale ci sia una regolamentazione omogenea. In un secondo momento ha poi aggiunto che bisogna andare oltre al Covid, che i ristoratori sono i primi a sapere che non si può fare tutto dappertutto e che gli investimenti devono essere programmati, di qualità ed avere redditività. L’ingegneria e l’innovazione potranno aiutare, ha ricordato, e ha detto per prima l’associazione vuole promuovere cose fatte bene perché il mercato alla fine è giudice in questo senso e il mercato che si vuole nelle nostre città e un mercato di qualità.
La presidente dell’Associazione pubblici servizi Fabia Roman ha ricordato come gli esercizi pubblici siano un servizio per le persone, per i turisti, per i cittadini, ma anche per le forze dell’ordine. La Provincia, ha detto, può sostenere le attività e il cittadino; c’è il bisogno di un contributo. Sui plateatici: sono un aiuto al sostegno delle attività. La variazione climatica, ha proseguito, contribuisce a non far lavorare e avere una struttura un po’ più chiusa o più coperta è importante per non mandar via le persone quando piove. Come attività, ha sottolineato poi, si deve essere al passo con i tempi, modernizzarsi giorno per giorno per essere competitivi e rimanere sul mercato: servono una soluzione e un aggiornamento per dare sostenibilità alle imprese, certo rispettando decoro e ordine, senza impattare su facciate e palazzi. Ha chiesto semplificazione e una proroga in questo senso sul 2025, bandi per finanziare e migliorare il decoro urbano e l’istituzione di un tavolo con le associazioni di categoria.
Fiepet: categoria non sentita dal Consorzio dei Comuni per il disciplinare
Massimiliano Peterlana ha parlato di una grande opportunità di fare rete. Con rammarico ha ricordato che il Consorzio dei Comuni non ha sentito la categoria nella stesura del disciplinare. E aggiunto che non si deve considerare i plateatici come un’appropriazione indebita di territorio di un’attività economica: avere un plateatico è un’opportunità per i cittadini di sfruttare lo spazio. Gli esercizi sono presidi di sicurezza, più lavoro crea più economia e posti di lavoro, con i plateatici si possono creare belle installazioni in bei luoghi. Per Peterlana i dehors non sono un capriccio, ma una risposta a un paradigma cambiato che vede i clienti interessati a stare all’esterno anche in inverno. Bisogna agire con coscienza, con i progetti e con un confronto con la Soprintendenza, ha dichiarato, tenendo conto che i luoghi sono sensibili dal punto di vista architettonico, ma non si può pensare di non fare scelte politiche.
Asat: i tempi della burocrazia incidono sulla marginalità d’impresa
Davide Cardella ha parlato di una provincia che deve essere in grado di offrire centri storici vivi, ricchezza insostituibile dal punto di vista turistico. Si lavora sull’allungamento delle stagioni, bisogna mettere a disposizione delle aziende tutti gli strumenti possibili per poter migliorare la propria attività e migliorare il servizio offerto, ha detto. Un intervento che va a beneficio delle attività ma anche dei turisti. Le regole, ha proseguito, servono per non ottenere altrimenti centri storici poco vivibili e irrispettosi dei più banali concetti estetici. Non si deve però per Cardella perdere di vista l’aspetto della semplificazione burocratica perché i tempi che l’imprenditore dedica alla burocrazia incidono sulla marginalità d’impresa.
I consiglieri
Roberto Stanchina (Campobase) ha parlato di un tema su cui serve il coraggio di avere un’uniformità di intenti a livello territoriale. Non si possono per il consigliere avere due pesi e due misure a seconda di dove sono gli esercizi e bisogna fare chiarezza nella grande confusione che sul tema si sta creando. Si parla di arredo urbano per esercizi al servizio del pubblico, occupazioni provvisorie (non si tratta di privatizzazione dello spazio), ha precisato. Ha ricordato come la bellezza dei centri sia di interesse anche per gli esercenti stessi e di come il Covid abbia cambiato esigenze di commercianti e cittadini. Il nylon, ha dichiarato, può non essere d’accordo con le esigenze della città, ma con la garanzia di ragionare su una pluriennalità si può chiedere a un esercente un investimento su una bella struttura. Servono calendari molto chiari, ha concluso e ha sottolineato che a Trento su 235 esercizi che occupano suolo pubblico, i casi di discussione sono 10-15 (30 o 50 in tutto il Trentino). Non si vorrebbe arrivare a un altro Milleproroghe, ha auspicato. Michela Calzà (Pd) ha ricordato da ex accompagnatrice turistica che il turista cerca la possibilità di godersi un caffè all’aperto per godere della bellezza dei centri storici. Ha citato esempi celebri come il Caffè Quadri a Venezia, dove il caffè viene venduto a prezzo panorama. Ha parlato degli esercizi come di un valore aggiunto per le città, della tradizione mitteleuropea dei Biergarten: non sono queste novità del post Covid, ha ricordato, ma parte della nostra cultura. Ha detto importante ragionare di regole chiare e certe, di una legislazione non alla rincorsa della deroga dell’ultimo minuto, dell’affrontare un lavoro sistematico. Le caratteristiche delle strutture, ha dichiarato poi, devono essere molto chiare perché anche il bello è la somma di tutti gli elementi che ci si aggiungono. Calzà ha ricordato come la tecnologia venga a supporto del tipo di struttura realizzabile, che potrebbe quindi essere autorizzata anche dalla Soprintendenza. La consigliera ha detto di condividere la proposta di un tavolo di lavoro.
Antonella Brunet (Lista Fugatti) si è detta d’accordo sulla necessità di semplificare il più possibile la burocrazia, di regolamentare il più possibile le scelte architettoniche, anche se ciò è difficilissimo. Servono per la consigliera delle riflessioni importanti sull’argomento, ma ogni Comune dovrà trovare il modo di regolamentare ciò a seconda delle caratteristiche di ogni paese. Si è detta d’accordo anche sulla proposta di un tavolo con le associazioni di categoria. Difficile l’uniformità di scelte per tutto il Trentino, ha ribadito parlando delle oggettive difficoltà avute nel proprio Comune.
La vicepresidente Lucia Coppola (Verdi e Sinistra) ha ricordato come all’interno delle regole ci sono infinite possibilità; serve per la consigliera certezza di un’omogeneità di visione pur tenendo presente l’identità e la storia di ogni luogo. Servono, ha aggiunto, soluzioni che nel tempo garantiscono la qualità. La Soprintendenza ha sempre agito con grande lungimiranza, ha precisato, tutto rientra all’interno di un dialogo che deve essere cogente e costruttivo.
Daniele Biada (FdI) ha ricordato come il Covid abbia inciso sul tema e la necessità di premiare la meritocrazia. Ha suggerito ai rappresentanti di categoria di pretendere una qualità delle strutture: è corretto che chi ha un bel plateatico prosegua e che chi ha deturpato il territorio riveda la propria struttura. Valorizzare chi ha lavorato bene finora, ha sintetizzato. In conclusione la presidente Masè ha consigliato ai presenti di far riferimento anche alle categorie nazionali che possono fare un giusto lavoro di pressione a livello nazionale per arrivare a una soluzione definitiva.
Consiglio delle autonomie locali: sì a un incontro
Il presidente Paride Gianmoena ha ricordato che nell’operare il Consorzio cerca sempre di mettere i Comuni nelle condizioni di lavorare con semplicità, di dare servizi a questi ultimi. I paletti non li dettano i Comuni, ha precisato, ma ciò non preclude la possibilità di aiutarli. Nella predisposizione del disciplinare tipo, ha precisato, si aveva in mente il volere degli esercenti. Un incontro si può comunque prevedere, ha aperto. Il regolamento semplifica la competenza edilizia dei Comuni, ha riassunto, e la Giunta può andare oltre con delle deroghe seppur all’interno di un quadro di norme generale. Il Consiglio comunale è sovrano, ben venga il confronto, ha ricordato nuovamente. Masè ha ringraziato il presidente per l’apertura a un incontro con le categorie.
La Soprintendenza: richieste, accolto oltre il 90%
Franco Marzatico ha parlato di un’attenzione alle esigenze dei commercianti da parte della Soprintendenza. Oltre il 90% delle richieste, ha detto, è stato accolto e la penalizzazione è stata residuale. Non si è mai avuta nessuna preclusione, ha affermato citando ad esempio la ristrutturazione della torre di Ravina. Il tema principale, ha affermato, è la richiesta di strutture: in quella che è divenuta una sorta di assemblea condominiale permanente la Soprintendenza opera come difensore civico di voci non forti, ma più sommesse di cittadini, proprietari che si trovano occupati i propri spazi, di chi vuole celebrare un funerale senza fare slalom tra i tavolini. Nessun intento punitivo, ha sottolineato ricordando che solo a Trento ci sono state situazioni di conflittualità, non in altre realtà del territorio. Definiti gli spazi, ha affermato, la partita aperta è sugli arredi. Ha espresso massima disponibilità fin dai primi contatti. Gli esercenti singoli hanno dimostrato comprensione, ha aggiunto, rimane il tema della richiesta della struttura fissa che è diventato il punto dolente.
Gestione dei rifiuti, sentita l’associazione Ledro Inselberg Aps
Il coordinatore Pietro Zanotti è intervenuto a nome del tavolo di 17 associazioni (slide in allegato sul sito del Consiglio). Ha parlato di un tema centrale: meno rifiuti si producono, meno risorse si usano e più si estendono le nostre opportunità alle prossime generazioni. Zanotti ha parlato della saturazione delle discariche legata al conferimento degli speciali; descritto il Quinto piano rifiuti come nato vecchio (in relazione alla previsione di arrivare entro il 2028 all’80% di raccolta differenziata, percentuale raggiunta nel 2022). Ha poi sottolineato come ci siano ancora ampi margini di miglioramento e indicato le strade da percorrere: rendere omogenei i sistemi di raccolta, attivare la vera tariffazione puntuale, aumentare la cultura nel cittadino verso le 4R (riduci, riusa, ricicla, recupera) e monitorare e intervenire sui risultati. Ha proposto una disamina costi/ricavi e elencato quelli che ha definito alcuni miti da sfatare: l’affermazione che le emissioni dell’inceneritore impatterebbero per soli cinque giorni di traffico sulla A22 (comunque un ulteriore aggravio per la salute soprattutto in inverno quando le Pm10 a Trento schizzano in alto, ha detto proponendo una stima che parla di 342 giorni equivalenti per NO2, 682 giorni per CO2 e 9 giorni equivalenti per le PM), l’urgenza della chiusura del ciclo dei rifiuti (vi ha opposto il concetto di economia circolare), la riduzione delle emissioni tramite il teleriscaldamento legato all’incenerimento. Gli obiettivi, ha dichiarato infine, del quinto piano sono già raggiunti, parlando dell’inceneritore come di una scelta sbagliata alla quale è preferibile una risposta data aumentando la differenziata e riducendo la produzione di rifiuti.
Lucia Coppola ha ricordato il proprio ddl in merito della scorsa legislatura, sopravanzato e mai arrivato a compimento e ha anticipato la propria intenzione di presentarlo nuovamente.
Al termine delle audizioni il consigliere Stanchina è intervenuto lamentando la scarsità di tempo riservata ai consiglieri. Posizione rimarcata dalla collega Calzà. La presidente Masè ha ricordato la funzione conoscitiva delle consultazioni, occasione di comprensione, non di espressione della posizione politica.
Sì alla nomina di commissari per la variante Campitello Canazei e per la messa in sicurezza della Ss47 tra Pergine e Novaledo
La prima opera in questione, la S-1021, si compone di due unità funzionali, la prima unità relativa alla variante di Campitello e Canazei, la seconda al collegamento tra la Ss48 e l’impianto di risalita del Col Rodella. L’opera per la quale era richiesto il parere sulla delibera di individuazione del commissario straordinario è la Uf1, di bypass degli abitati di Campitello e Canazei. L’obiettivo dell’intervento S-393 esplicitato nella bozza di delibera al vaglio della Terza commissione, invece, è l’eliminazione del traffico (soprattutto pesante) lungo la Ss47 che costeggia attualmente la sponda del lago di Caldonazzo e la messa in sicurezza della strada fino a Novaledo, dove la statale della Valsugana è già a quattro corsie.
A disposizione dei commissari questo pomeriggio era l’ingegner Carlo Benigni che ha ricordato che la Giunta ha proposto la nomina dei commissari per poter dare particolare impulso e avere garanzie su tempi e costi per due opere impegnative dal punto di vista economico che sono state inserite nella variazione di bilancio. Stanchina ha chiesto il perché del continuo ricorso a commissari straordinari. L’ingegnere ha parlato di una scelta più politica che tecnica: dal punto di vista tecnico ha risposto che i commissari hanno un potere di intervento, opportunità che la Giunta ha deciso di usufruire. Masè ha parlato di un’opportunità che si è aperta nella scorsa legislatura e che in passato ha consentito di attenzionare meglio i cantieri. Biada ha ricordato che fuori dal Trentino la procedura era già in uso spesso e ha chiesto se il commissario possa essere un dipendente pubblico o se debba obbligatoriamente essere un esterno. L’ingegner Benigni ha ricordato la possibilità di commissari interni. Calzà ha chiesto dei motivi di ulteriori due nomine di commissari e si è detta sorpresa della scelta. Ha chiesto se il commissario interviene solo all’inizio dell’opera. Benigni ha ricordato che finora si è visto un iter vario da caso a caso. Sempre rispondendo a una domanda di Calzà, l’ingegnere ha risposto che il commissario ha il potere di rapportarsi con strutture di staff della Pat limitati poteri di deroga rispetto a determinate prescrizioni normative. Coppola ha chiesto se il commissario sia tenuto a una restituzione e a chi risponda; alla Giunta ha risposto l’ingegnere, ha obblighi di rispetto a un cronoprogramma, premialità per il raggiungimento dell’obiettivo.
Nelle dichiarazioni di voto Stanchina ha anticipato voto di astensione: ci sono motivazioni tecniche per far andare avanti le opere, ha chiesto comunque che ci sia l’impegno a trovare risorse interne senza andare sempre verso l’esterno. Anche Calzà ha anticipato la propria astensione e si è detta convinta che le condizioni poste dal Covid siano superate e rientrati in un ambito di normalità si possa tornare a gestire le opere come prima della pandemia. Se serve invece una riorganizzazione negli uffici, ha aggiunto, per avere livelli di competenza di gestione dei lavori pubblici serve investire in quei termini.
Brunet ha parlato di pro che superano i contro, ha anticipato voto favorevole. Masè ha parlato di una maggiore complessità normativa rispetto al passato e ha descritto la figura del commissario come un’opportunità da sfruttare finché consentito. Stanchina ha parlato di un escamotage all’italiana e ribadito la necessità di cercare il commissario all’interno degli uffici. Biada ha ricordato che le competenze ci sono, ma di fronte a un esubero di lavoro il commissario è più libero di esercitare il proprio lavoro con competenza rispetto a un’altra figura. Roberto Paccher (Lega) ha anticipato voto favorevole e detto che se il servizio avesse le competenze non si ricorrerebbe al commissario e che la Giunta avrà il suo sostegno se ricorrerà a una risorsa esterna. L’idea, ha aggiunto, è quella di portare a casa le opere pubbliche. Calzà ha detto che normalmente i Comuni riorganizzano gli uffici nel momento in cui si devono affrontare grandi lavori: si sa che le competenze ci sono, serve potenziare la struttura organica per far fronte alla programmazione. I commissari sono stati individuati in momenti critici perché le opere si erano ingolfate, ora le condizioni sono diverse, ha rilevato ricordando che una tale modalità usata per imprimere un’accelerazione è tipica più delle realtà private che del pubblico. Coppola ha dichiarato voto di astensione: la Corte dei conti ha posto all’attenzione le questioni che possono essere affrontate senza ulteriori spese per i conti pubblici. Ha citato il commissario della Ciclovia del Garda descrivendone la gestione come da brividi. Un commissario interno sarebbe più di garanzia, ha concluso.
Si è passati alla votazione: entrambi i punti hanno visto parere favorevole della Terza commissione con 4 voti favorevoli della maggioranza e tre astensioni (Calzà, Coppola, Stanchina).