(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Riunione oggi della quarta Commissione, presieduta dalla consigliera Maria Bosin, con l’incontro con l’assessore alle politiche per la famiglia, Francesca Gerosa, in merito alla certificazione Family audit. La certificazione sarà sottoposta a un vero e proprio “upgrade”, ovvero un aggiornamento e una revisione del marchio che a oggi riconosce azioni e pratiche di conciliazione famiglia-lavoro nelle aziende, sia pubbliche che private. Il nuovo processo di certificazione “UNI PdR family” porterà a un maggiore riconoscimento di premialità, sia a livello nazionale che europeo.
A definire parametri e requisti sarà un organismo terzo e dal prossimo 10 marzo saranno interrotte le richieste di certificazione Family Audit per le aziende private. A presentare il programma di lavoro, che la Provincia sta portando avanti di concerto con il ministero della Famiglia e il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, la vicepresidente Francesca Gerosa e la dirigente dell’Agenzia per la Coesione Sociale, Miriana Detti. Obiettivo: valorizzare quanto fatto finora e salvaguardare il lavoro di certificazione ottenuto dalle aziende (398 le organizzazioni ad oggi certificate).
A seguire, le consultazioni al disegno di legge sul benessere familiare e di conciliazione vita e lavoro che prevede integrazioni al congedo parentale o “congedo genitoriale” (proponenti consiglieri: Maestri, Parolari, Manica, Calzà, Zanella, Franzoia e de Bertolini). Ad intervenire la Cgil, il Coordinamento provinciale imprenditori, Confindustria Trento, Confesercenti del Trentino, l’Agenzia del lavoro, la Commissione provinciale per le pari opportunità tra donna e uomo, l’Università degli studi di Trento, il Centro per la salute del bambino. Tra i contributi emersi: la richiesta di estendere l’equiparazione di trattamento tra lavoratori del pubblico e del privato anche in caso di malattia dei figli; servizi conciliativi a prezzi accessibili; uno studio sociologico “del perché non si fanno figli”, coinvolgendo l’Università di Trento; modalità precise sul calcolo delle contribuzioni dei congedi; la correlazione tra cambi culturali e normative. In generale è stato positivo il giudizio sul ddl. Gli interventi sono stati definiti dai proponenti: “perfezionanti e non demolenti”.
I lavori della commissione.
L’incontro con l’assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e le pari opportunità, Francesca Gerosa, in merito alla certificazione Family audit.
L’assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e le pari opportunità, Francesca Gerosa ha condiviso con la Commissione il percorso che sta facendo la certificazione “Family audit” prima della sua presentazione in Giunta prevista nelle prossime settimane. Ad oggi, ha ricordato Gerosa, sono 398 le organizzazioni certificate private e non, a cui se ne aggiungono quaranta che hanno avviato e interrotto il percorso. L’assessora ha ripercorso la genesi della certificazione, ideata dalla Provincia autonoma di Trento ed estesa a livello nazionale. “Abbiamo voluto valorizzare questo importante strumento potenziandolo maggiormente nel contesto nazionale ed europeo – ha spiegato Gerosa – Lo scorso 24 dicembre in un confronto tecnico con il ministero della Famiglia è stato avviato un procedimento che terrà conto dell’esperienza della nostra provincia. Siamo al lavoro con il ministero e il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri per definire criteri e requisiti di questa nuova certificazione UNI PdR”.
A chiedere informazioni sul valore aggiunto di questo percorso è stata la consigliera Eleonora Angeli, detto che dal prossimo 10 marzo saranno interrotte le richieste di certificazione Family Audit per le sole aziende private, mentre le organizzazioni pubbliche procederanno indipendentemente dallo stop alle nuove domande. La presidente Maria Bosin ha quindi domandato se la nuova procedura di richiesta di certificazione diventerà più complessa. Francesca Parolari si è soffermata sull’importanza che ci dovrà essere nell’evidenziare la genitorialità del Trentino per questa nuova certificazione nazionale. A rispondere la dirigente dell’Agenzia per la Coesione Sociale, Miriana Detti specificando che i nuovi parametri e i nuovi requisiti non avranno le stesse caratteristiche del Family Audit, “ma avere già il marchio sarà una grande opportunità e potrà essere capitalizzato ad esempio nei punteggi previsti dal nuovo codice degli appalti”. “Non si tratta di diluire qualcosa in qualcos’altro – ha specificato Gerosa – ma di valorizzare quello che il Trentino ha fatto. Nascerà una certificazione UNI PdR family partendo dal Family Audit”.
Consultazioni disegno di legge n. 43 “Integrazioni della legge provinciale sul benessere familiare 2011 in tema di conciliazione vita e lavoro, congedo di maternità e paternità e congedo parentale” (proponenti consiglieri Maestri, Parolari, Manica, Calzà, Zanella, Franzoia e de Bertolini).
Manuela Faggioni (Cgil – delegata alle pari opportunità)
Malattia dei figli: nel ddl prevedere un’equiparazione di trattamento tra lavoratori del pubblico e del privato
Positivo il giudizio sul ddl che prevede un maggior sostegno del congedo parentale e del congedo di maternità per i lavoratori del settore pubblico e privato e l’offerta di servizi conciliativi alla famiglie con figli sopra i 6 anni “la cui assenza è una delle cause che portano le donne ad abbandonare il posto di lavoro durante il primo anno dei figli”. Faggioni ha quindi chiesto che il ddl preveda anche una equiparazione di trattamento tra lavoratori del pubblico e del privato in caso di malattia dei figli. Ad oggi la legge prevede che nella fascia d’età 0-3 anni nella pubblica amministrazione i genitori hanno diritto a 30 giorni retribuiti al 100% e al 100% di contribuzione riconosciuta; nel settore privato la retribuzione è completamente assente e c’è solo un parziale riconoscimento di contribuzione.
Roberto Pallanch (Coordinamento provinciale imprenditori)
Nel ddl ci sono misure di welfare che servono a rendere il territorio trentino più attrattivo
Positivo il giudizio del Coordinamento provinciale imprenditori. A far da portavoce alle osservazioni generali del Coordinamento è stato Roberto Pallanch: “Il disegno di legge attraverso il sostegno alla genitorialità può contribuire anche alla costruzione di un clima più favorevole alla natalità. I congedi parentali, insieme a quelli di maternità e paternità, sono strumenti essenziali per supportare i genitori, favorendo una condivisione più equa delle responsabilità familiari e migliorando la qualità della vita delle famiglie. In generale, crediamo sia fondamentale continuare ad implementare le politiche attive per il benessere familiare, di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, di sostegno alla genitorialità oltre a rafforzare i servizi di welfare. Questi interventi possono anche essere di stimolo nel sostenere l’occupazione femminile, che spesso subisce le conseguenze più pesanti della difficoltà di conciliare impegni lavorativi e familiari e sono parte di una cultura che contribuisce a promuovere la parità di genere” . Pallanch ha evidenziato come le misure del ddl possono favorire a rendere il territorio trentino più attrattivo.
Lorenzo Garbari (Ance)
Prevedere un’analisi e una riflessione sugli aspetti culturali e sociologici “del perché non si fanno figli”, coinvolgendo l’università di Trento e la sua Facoltà di Sociologia
Cosi Garbari: “Nonostante ci siano più servizi e incentivi rispetto al passato si fanno meno figli. Vediamo sempre più coppie con un certo tenore e a doppio reddito senza figli. Siamo davanti a un nuovo fenomeno che sarebbe interessante analizzare e studiare attraverso uno studio coinvolgendo la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento”. Ad intervenire, sottolineando la questione sociologica del tema e l’interesse per un coinvolgimento di UNITN, la presidente Bosin e la consigliera Angeli. “Sarebbe interessante sapere – ha chiesto Angeli – se con l’assessorato competente sia già stato fatto qualcosa”.
Laura Licati (Asat)
Bene i servizi conciliativi, ma devono essere a prezzi accessibili
Così Licati: “Siamo di fronte a lavoratrici che con la maternità danno le dimissioni. C’è una elevata percentuale di richiesta per il part time. Si devono trovare misure per permettere alle lavoratrici di tornare nel mercato del lavoro non solo con il part time ma a tempo pieno e con incarichi di crescita professionale. E’ fondamentale non solo avere servizi conciliativi ma anche che siano a prezzi accessibili”.
Giannina Montaruli (Confcommercio)
Snellire le procedure per un welfare pubblico-aziendale più integrato
Per Montaruli: “Serve avere una visione di welfare più ampia. Serve un’ attenzione maggiore alle piccole imprese con uno snellimento delle procedure. Si deve maggiormente coniugare il welfare pubblico con quello aziendale”.
Deborah Battisti (Artigiani Trento)
Positivo il giudizio anche degli Artigiani. Battisti richiama il documento depositato dal Coordinamento imprenditori sul ddl. “Il sostegno alle famiglie va costruito guardando a molteplici temi: casa, lavoro, servizi”.
Andrea Marsonet (Confindustria Trento)
Più attenzione ai preavvisi in caso di congedi per mansioni particolari
Anche per Confindustria Trento l’iniziativa è condivisibile. Anticipando i contenuti di un documento che sarà inviato alla Commissione, Marsonet ha evidenziato come sia stato fatto già tanto nella contrattazione di secondo livello e aziendale nel campo industriale. In merito alle precisazioni tecniche, per Confindustria i congedi parentali devono accompagnarsi alla programmazione del datore di lavoro, specie in caso di mansioni particolari prevedendo preavvisi più ampi e va tenuto conto nel calcolo degli importi di eventuali cumuli. “ Rimane fondamentale – aggiunge Marsonet – la promozione di cultura”. Ad intervenire Parolari e Maestri. “Siamo consapevoli che è stato fatto tanto nella contrattazione di secondo livello – ha detto Parolari – ma crediamo che debba essere l’ente pubblico a farsene carico, ciò darebbe modo di liberare risorse per ulteriori progettualità e innovazioni. È un investimento che non toglie a qualcosa che già si fa”. Maestri coglie l’osservazione sulla equità “con un emendamento faremo in modo che le integrazioni non diventino cumulative. Sui tempi serve una convergenza. Il congedo genitoriale non è vacanza”.
Aldi Cekrezi (Confesercenti)
Utile prevedere incentivi specifici per le imprenditrici. Rafforzare il programma Co-Manager
Confesercenti si è soffermata sul rafforzamento del programma Co-Manager attraverso l’incremento delle risorse da destinare al programma e alla comunicazione affinché sia più conosciuto dalle piccole e medie imprese. “Sarebbe utile prevedere incentivi specifici per le imprenditrici, particolarmente esposte alle difficoltà legate alla conciliazione tra lavoro e famiglia”. Confesercenti del Trentino ha poi evidenziato alcune perplessità riguardo al calcolo degli indicatori Icef. Ad intervenire Parolari ricordando che gli indicatori del calcolo Icef vanno urgentemente aggiornati per modalità di calcolo e soglie. Co-manager è uno strumento che va rilanciato ma ha rigidità e oggettive difficoltà. In sede di bilancio abbiamo ottenuto di allargare la platea dei beneficiari con un emendamento.
Vittorio Feliciani e Claudio Floriddia (Inps regionale e provinciale)
Fare chiarezza sul ruolo dell’Inps
Cosi Feliciani: “Vorremmo capire il coinvolgimento dell’Inps che non può mettersi a calcolare le singole buste paga. Qual è la richiesta nei confronti dell’istituto e da dove nasce l’idea di questa convenzione?”. Da qui la richiesta di cancellare il quarto comma del prima articolo che prevede la sottoscrizione di una convenzione tra Provincia di Trento e l’Istituto nazionale di previdenza sociale per la liquidazione automatica del contributo provinciale e individuare un preciso criterio per le modalità. “La disponibilità c’è – ha spiegato Feliciani – ma si tratta di capire chi calcola l’importo del congedo. Il meccanismo deve essere automatico. Anche con la Provincia di Bolzano stiamo facendo un accordo per definire un contributo integrativo per le pensioni basse”.Maestri ha specificato il coinvolgimento dell’Inps è stato chiesto come “soggetto facilitante. Il rapporto sarà tra Inps e Provincia e non tra Inps e singole imprese. Il ddl non è legge ne stiamo parlando. Chiediamo ai vostri tecnici”.
Stefania Terlizzi (Agenzia del lavoro)
Servono politiche e strumenti conciliativi sartoriali, che seguono il corso della vita
L’Agenzia del Lavoro ha presentato alcuni dati e osservazioni che verranno dati alla Commissione. In Trentino il divario di genere nell’occupazione è di 11,4 punti percentuali, a livello nazionale è di 20 punti percentuali. In generale l’occupazione femminile si caratterizza per un precariato evidente. Il ricorso al part time è massivo e utilizzato come leva principale di conciliazione. “Colpa del carico di cura che grava troppo sulle donne – ha detto Terlizzi – . Il congedo parentale è chiesto per quasi il 70% dalle mamme. Altro fenomeno la retribuzione bassa rispetto a quella maschile, la stagnazione della carriera, le dimissioni volontarie”. Per Terlizzi servono politiche e strumenti conciliativi che seguono i corsi di vita. “Il part time spesso è chiesto all’esordio della maternità ma poi continua, servono politiche sartoriale nel corso della vita. Senza avere stabilizzazioni”.
Marilena Guerra e Manuela Faggioni (Commissione provinciale per le pari opportunità tra donna e uomo)
Servono soluzioni condivise scevre da ideologie o questioni partitiche
Così Marilena Guerra: “Bene venga questo ddl che cerca di equilibrare le situazione economiche di lavoratori e lavoratrice, favorire la natalità. Il tema interessa tutti e quindi servono soluzioni condivise e non ideologiche. Servono condivisioni scevre da ideologie o questioni partitiche. Oggi non c’è ancora un concetto di genitorialità condivisa. Su questo come Commissione stiamo lavorando con la sensibilizzazione. Maestri nel cogliere che il ddl è costruito a prescindere da questioni ideologiche ha evidenziato che “Persino le parti datoriali hanno trovato il ddl strumento attrattivo per il territorio. Abbiamo sentito interventi perfezionati e non demolenti”.
Barbara Poggio (Università di Trento)
Più c’è tranquillità economica, più aumenta la loro propensione ad avere figli
La docente e prorettrice dell’ateneo trentino ha comparato i sistemi applicati nei Paesi europei per favorire la conciliazione famiglia/lavoro, evidenziando che gli strumenti di quelli nordici/scandinavi sono ritenuti i più avanzati ed efficaci, con una rete di servizi e tutele di altissimo profilo. I consigli che ne discendono riguardano il rafforzamento dell’ampia gamma di misure che si possono mettere in campo: spazi orari, smart working, part time, servizi per l’infanzia e family friendly anche a livello aziendale, monitoraggio costante dei risultati, incentivi per l’innovazione alle aziende, lavoro educativo. “I cambiamenti culturali – ha poi chiarito Poggio alla consigliera Francesca Parolari – da soli non bastano se non ci sono i necessari adeguamenti normativi, ma vale anche il reciproco”. Altro chiarimento di Poggio (alla presidente Bosin): “più le donne hanno lavoro e quindi tranquillità economica, più aumenta la loro propensione ad avere figli”.
Giorgio Tamburini e Annina Lubbock (Centro per la salute del bambino di Trento)
E’ molto cresciuto l’interesse delle aziende a favorire la genitorialità
“Il coinvolgimento precoce dei padri (fin da subito dopo la nascita) nella cura dei figli – hanno detto – ha un impatto di grande rilievo per il benessere e la buona crescita dei bambini”. Altro concetto: è molto cresciuto l’interesse delle aziende a favorire la genitorialità, consapevoli come sono che la lavoratrice e il lavoratore torneranno in servizio migliori e più attrezzati anche al lavoro di gruppo.
L’indicazione: favorire e sostenere i congedi parentali, colmando il gap retributivo, è un’azione totalmente positiva, del resto in Trentino i congedi godono già di un tasso di partecipazione tra i più alti in Italia. Non basta l’aspetto retributivo, peraltro, ma occorre anche un’azione culturale che superi le resistenze pur tuttora esistenti all’utilizzo dei congedi da parte dei padri (la consigliera Angeli ha sottoscritto il concetto, auspicando un lavoro di formazione adeguato). Lucia Maestri ha osservato che anche questa mattina di audizioni dimostra la sensibilità dei datori di lavoro, consapevoli che buone politiche di benessere familiari rendono più attrattivo anche il posto di lavoro sul territorio. “Fondamentale – ha detto Lubbock – è arrivare a tutti con il diritto pieno al congedo genitoriale, oggi l’Italia è molto indietro e assegna solo 10 giorni di congedo ben retribuito, la Svezia 24 settimane. Importante è poi prevedere che i permessi debbano essere fruiti da entrambi i genitori per coprire l’intero periodo concesso”. “Bisogna considerare – ha detto la consigliera Parolari – non come spesa ma come investimento per il futuro le misure utili a garantire la buona crescita del bambino”.