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CONSIGLIERI PAT DEMAGRI – DE BERTOLINI – VALDUGA – ZANELLA * TRENTO – CASA CIRCONDARIALE SPINI GARDOLO: «OCCORRE INTERVENIRE AL PIÙ PRESTO, PER GARANTIRE CONDIZIONI DI VITA DIGNITOSE»

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12.45 - venerdì 15 novembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Casa Circondariale: occorre intervenire al più presto per garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti. I Consiglieri Demagri, De Bertolini, Valduga, e Zanella in visita all’area sanitaria del carcere di Spini di Gardolo.

“La Casa Circondariale di Spini di Gardolo è una grande comunità, con molteplici problematiche, dentro la nostra comunità. Non si tratta solo di un luogo di detenzione, ma di un complesso dove vivono e lavorano molte persone. Proprio per questo occorre prestare la massima attenzione e abbiamo voluto dedicare una visita specifica all’area sanitaria per comprendere meglio la situazione organizzativa e le criticità che il personale e i detenuti affrontano quotidianamente. È emersa una realtà complessa, che richiede interventi urgenti”. Spiegano i Consiglieri Paola Demagri, Andrea de Bertolini, Francesco Valduga e Paolo Zanella.

Nell’area sanitaria, la gestione è affidata a un’unica dirigente dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), coadiuvata da 8 medici a gettone. “Il bando per avere a disposizione medici a tempo pieno va deserto e così l’Azienda è costretta a ricorrere a gettonisti” – spiegano i Consiglieri – “Attualmente manca una figura cruciale, quella del medico tossicologo, dimessosi recentemente per motivi personali. Questo vuoto è stato solo parzialmente colmato dal SerD, ma la situazione rimane critica”.

Anche il personale infermieristico si trova in difficoltà: su una dotazione prevista di 12 infermieri, 6 hanno chiesto di essere trasferiti. Le ragioni di questo malessere sono molteplici: un’organizzazione percepita come distante e poco attenta al benessere del personale, contratti poco incentivanti e l’ambiente lavorativo particolarmente impegnativo. A questo si aggiungono le difficoltà specifiche del contesto carcerario, dove il personale sanitario è spesso esposto a episodi di aggressione verbale e sessista (la maggior parte delle infermiere sono donne) che aumentano lo stress lavorativo. Il personale sanitario ha avanzato richieste chiare: maggiori attenzioni al benessere lavorativo, indennità adeguate alla complessità del contesto e più giornate di riposo per affrontare lo stress.

Tuttavia, il problema non si limita alle condizioni lavorative: il fabbisogno del personale viene calcolato su parametri ormai superati. Il carcere ospita oggi 100 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, ma l’organico non è stato adeguato a questa crescita. Inoltre, la tipologia dei detenuti è sempre più complessa, con detenuti ricollocati anche dal Friui e dal Veneto, spesso con problematica sanitarie e difficoltà gestionali. I detenuti con problemi psichiatrici e di dipendenza che si concentrano nella casa circondariale restano davvero tanti.

Non basta quindi lo sforzo di aver aumentato i consulenti specialisti che entrano in carcere, evitando di portare in ospedale i detenuti, e nemmeno l’impegno del personale per garantire un’assistenza adeguata: di fronte al sovraffollamento e all’alta percentuale di persone con problemi sanitari serve investire di più. Un aspetto positivo riguarda l’area educativa, dove la situazione sembra essere migliorata. Attualmente l’organico degli educatori è quasi al completo, con 7 professionisti su 8 previsti.

Questo ha permesso una maggiore presa in carico dei detenuti e un approccio più efficace rispetto al passato. Tuttavia, anche qui, il dimensionamento del personale è ancora basato su numeri non aggiornati e non può fare fronte a tutte le richieste e le necessità di quel contesto alle quali si fa comunque fatica a rispondere perché mancano investimenti in opportunità di reinserimento socio-lavorativo per tutte e persone detenute che ne facciano richiesta.

“Questa visita ci ha anche confermato la necessità di un cambiamento strutturale: trasformare l’unità sanitaria di Spini di Gardolo da struttura semplice a complessa, con una articolazione autonoma, potrebbe risolvere molte delle criticità attuali, consentendo una gestione più efficiente delle risorse e delle difficoltà. Facciamo appello all’Assessore Tonina affinché venga posta maggiore attenzione su questa realtà. È fondamentale tutelare il personale che opera in un ambiente così delicato e garantire condizioni di vita e di cura dignitose per i detenuti”.

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