(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Tutto a posto, niente in ordine. Insomma, va tutto bene. Questo il messaggio che proviene dalla Conferenza stampa di lunedì scorso della Commissario Straordinario per il “Tunnel del Brennero” dott.ssa Paola Firmi ed alla quale hanno partecipato anche il Presidente della Giunta Provinciale Maurizio Fugatti e il Sindaco di Trento Franco Ianeselli.
Nei giorni scorsi, commentando l’arrivo della Commissario Straordinario, avevamo ricordato come soprattutto il Comune di Trento si avvale di Paola Firmi ogni volta che la narrazione del Comune e di RFI viene messa in crisi ed abbiamo parlato di una visita finalizzata a “tranquillizzare ed imbonire”, coprendo le omissioni e le bugie di RFI e degli enti locali interessati all’ opera.
I resoconti giornalistici della Conferenza Stampa confermano l’esattezza delle nostre previsioni. Prima però di entrare nel merito delle cose dette in Conferenza Stampa è necessario dare conto e commentare il Comunicato n. 2682 dell’ Ufficio Stampa della Provincia di Trento.
In verità si tratta di un “comunicato congiunto” (la definizione è del giornalista che lo ha postato) dei promotori della Conferenza stampa ed è significativamente differente dagli altri resoconti giornalistici. Nel comunicato infatti scompaiono sia il significativo aumento dei costi dell’ opera (si passa da 930 milioni di euro a 1270 milioni di euro più iva!, ovvero il 36%) che le dichiarazioni circa la “bonifica totale” delle aree ex SLOI e Carbochimica (il SIN di Trento Nord). Il perché di queste omissioni, soprattutto in una nota congiunta, fa riflettere ed evidenzia ulteriori e pesantissime criticità che l’opera sottende (in primis che nessuna impresa partecipi, visti i problemi ambientali da affrontare, alla gara di appalto) oltre al tentativo di coprire, con la apertura di un Osservatorio su Lavoro e Sicurezza, i rischi connessi allo scavo delle gallerie e all’ attraversamento, mediante una trincea aperta larga trenta metri e profonda in media una decina di metri, delle aree inquinate di Trento nord.
Vediamo le cose con ordine:
1. Da mesi diciamo che il costo dell’opera è sottostimato. Attualmente lo scavo della galleria del Brennero costa 150 milioni di euro al chilometro. Originariamente il costo previsto da RFI per la Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento era inferiore a 80 milioni a km che diviene ora, con l’aumento indicato, di poco superiore a 100 milioni a km. Per l’opera il Recovery fund ha stanziato 930 milioni, mentre non è noto dove si vadano a prendere i 340 milioni che mancano. In conferenza stampa Fugatti ha accennato ad un non meglio precisato “impegno del Governo”, che peraltro è in carica solo per la ordinaria amministrazione e quindi su questo non può decidere.
Perché siano soldi europei, visto che in Europa non è in previsione nessun aggiornamento dei costi del PNRR (ed una ipotesi del genere è da escludere), i 340 milioni dovranno essere recuperati cancellando dal PNRR un’ opera di eguale o superiore valore e l’ impegno di spesa spostato sulla Circonvallazione ferroviaria di Trento. Fino ad oggi però nessun provvedimento di questo tipo è stato fatto mentre si va verso un appalto coperto solo parzialmente dal punto di vista economico. Infatti, le elezioni politiche si terranno il 25 settembre 2022, e il Parlamento sarà convocato in prima seduta a metà ottobre. Pare difficile che per il 3 novembre (data limite per la indizione della gara di appalto dell’ opera) sia non solo nominato il nuovo Governo ma che questo abbia già deliberato su quali opere del PNRR dovranno essere cancellate. Andare all’ appalto senza la totale copertura è un segnale pesantemente negativo circa i tempi di realizzazione. In altre parole è estremamente concreto il rischio che l’opera non sia finita nei tempi previsti dal PNRR e che, finiti i soldi europei, l’opera si fermi lasciando Trento in mezzo ai cantieri sine die, ovvero fino a quando non si troveranno i soldi (almeno 340 milioni) per finirla. Se invece l’opera sarà finanziata per intero, stralciandone una finora prevista nel PNRR, il rischio, concretissimo è che perderemo lo stesso gran parte dei 1270 milioni di euro previsti.
Il finanziamento del supero di spesa dell’ opera potrebbe trovare soluzione attraverso i 7,5 miliardi di euro stanziati nel D.L. 50/2022, il decreto aiuti. A parte che, se sarà questa la scelta fatta, la ripartizione fra le opere che hanno sforato i preventivi per l’aumento del costo dei costi delle materie prime non è ancora stato fatto (e quindi non è certa la totale copertura), certo con tranquillizza sapere che un opera di questa dimensione sarà realizzata non più a totale spesa europea ma attraverso un concorso fra lo stanziamento europeo ed uno stanziamento statale, la cui entità è per ora ancora incerta. Cosa accadrà se l’opera non sarà finita entro il giugno 2026, come sarà determinato il decurtamento europeo del finanziamento previsto dal Regolamento del ecovey fund? Ache in questo caso insomma il rischio che Trento si trovi con un opera non finita, con il finanziamento decurtato e in assenza di risorse per finire l’opera è molto grande, anche perché ci stiamo immettendo in una fase economica recessiva e nel futuro non è pensabile di trovare altre risorse per una circonvallazione inutile come quella proposta.Quello dei tempi di realizzazione dell’ opera è un dubbio non solo nostro ma anche del Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il massimo organo consultivo dello Stato in materia di opere pubbliche, che nella recente Determinazione n. 2/2022 invita RFI a valutare, alla luce dei problemi geologici, geotecnici,geomeccanici ed idrogeologici sollevati, “le tempistiche di realizzazione delle gallerie, a causa delle possibili interferenze delle discontinuità stesse con il tracciato”.
Abbiamo denunciato più volte infine che lo stesso cronoprogramma di realizzazione dei lavori fornito da RFI è documentalmente falso, in esso infatti si fanno partire i lavori ben un anno prima della gara di appalto, confermando così che nelle migliori previsioni l’opera non sarà ultimata prima del giugno 2027, fuori dai tempi previsti dal Recovey fund e quindi perdendo, per ben che vada, parte dei soldi ( se non tutti!).
Nella conferenza poi si è parlato di marzo 2023 come inizio dei lavori. Si tratta di un ritardo di ben 7 mesi rispetto a quanto previsto dal cronoprogramma che RFI ha allegato al PFTE (Progetto di fattibilità tecnico economica), e già questo ritardo ( a cui se ne aggiungeranno altri) farà sforare i tempi perentori del Recovery fund (giugno 2026)
2. La bugia come metodo. Nel comunicato dei proponenti della Conferenza stampa si legge “sono terminati gli approfondimenti richiesti dal Comitato Speciale del Consiglio Superiore del Lavori pubblici che hanno confermato la solidità del progetto”.
La Determinazione del Consiglio Superiore è del 5 agosto 2022: fino al 24 agosto, data in cui il quotidiano l’Adige ne pubblica alcuni stralci, il documento non era pubblico e non lo aveva ne l’Osservatorio del Brennero ne il Comune di Trento! Nella Conferenza stampa la dott.ssa Firmi ha dichiarato che a RFI il documento è giunto a RFI il giorno 9 agosto 2022.
Nella propria determinazione il Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici aveva prescritto che RFI doveva fare una nuova campagna di sondaggi, atti a verificare la situazione della Marzola, ed in particolare aveva previsto come ed in che modo dette rilevazioni andavano svolte. Al proposito, il Comitato Speciale aveva scritto: “Il sistema di monitoraggio, in condizione di ridondanza di ubicazioni di punti di rilievo e di sistemi di misura, consisterà in inclinometri profondi, ubicati sul versante anche al di fuori dell’asse del tracciato, piezometri per il monitoraggio delle falde e in sistemi satellitari, con punti specifici, che restituiranno un quadro degli spostamenti del versante nel suo complesso. Tale monitoraggio deve essere in grado di mettere in evidenza gli impatti dello scavo delle gallerie, al fine di determinare eventuali azioni da applicare in fase esecutiva all’insorgere delle difformità fra le condizioni attese e quelle misurate”.
Premesso che negli ultimi trenta giorni sulla collina di Trento non risultano impiantati i piezometri di cui parla il Comitato Speciale, la Commissario Straordinario ci vuole ora far credere che in pieno agosto, prima ancora che la determinazione del Consiglio Superiore divenga pubblica, RFI avrebbe adempiuto alle prescrizioni del Comitato Speciale e che i risultati finali confermano “la solidità del progetto”.
Francamente non sappiamo se ridere o piangere e ci auguriamo che questa sia una millanteria di qualche tecnico di RFI, preoccupato di far credere che tutto va bene, e non una evidente bugia, proferita per tranquillizzare gli abitanti della collina est di Trento. Sono i tempi tecnici necessari a fare un campionamento di questo tipo ad escludere che queste prescrizioni siano state adempiute: una settimana, ma neppure un mese, è sufficiente per fare i monitoraggi prescritti dal Comitato Speciale, per predisporre quanto previsto dal Consiglio superiore, tenuto conto che il movimento annuo della paleofrana fino ad ora monitorato è di 1/1,2 centimetri all’ anno!
E’ da dichiarazioni di questo tipo che emerge come RFI non abbia alcuna intenzione di ottemperare alle prescrizioni del Comitato Speciale (del quale ha disatteso perfino il primo parere, ovvero il parere preventivo sull’opera che consigliava un percorso ben diverso in galleria sotto la Marzola!) e neppure alle prescrizioni del Ministero della Transizione Ecologica, come formulate dal Comitato Tecnico PNRR PNIEC e delegato APPA al controllo.
In questo quadro si capisce il perché da marzo RFI non da attuazione alla campagna di soil gas e di caratterizzazione delle aree inquinate da piombo tetraettile e idrocarburi come richiesto da APPA, non chiede la “occupazione d’urgenza”, come sarebbe previsto per le opere pubbliche, ed asseconda il comportamento dei proprietari che stanno vietando l’ingresso nelle aree inquinate.
3. Sono gravissime le affermazioni fatte in Conferenza Stampa dalla Commissario Straordinario e dal Sindaco! (cfr Il Dolomiti di oggi)
La affermazione che RFI non farà la bonifica integrale dell’ area contrasta con i disposti del D.L. 77/2022, quando si afferma che eventuali opere in linea nel SIN sono possibili “solo se non intralciano bonifiche in corso”. Che l’opera di RFI interferisca la bonifica integrale è infatti fuori dubbio, visto che la sposta sine die ed utilizza l’area come deposito del materiale scavato in galleria, impedendo per anni l’avvio della bonifica stessa! Come, visto il ritardo con cui procedono i lavori di bonifica delle rogge il progetto di RFI, almeno per quel che riguarda il rio Lavisotto e l’area ex Carbochimica interferirà anche con la bonifica delle rogge.
Infine è evidente che, seppur importante e da realizzare, non può essere un Osservatorio il luogo a cui delegare la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti, anche e sopratuuto perché questo potrà agire soltanto post, mentre qui è necessario avere garanzie totali ante opera!.
Anche in questo caso quel che sembra avanzare è un accordo fra RFI e Proprietari (con la benedizione di Comune e Provincia) che anziché alla bonifica vorrebbe dare vita ad una ridicola “messa in sicurezza” dell’ area, come scrive su internet la progettista del master plan che costituisce la proposta dei proprietari (Cfr. www.trentonord.it). Un ipotesi che mette sotto una colata di cemento le aree inquinate e pensa ad un loro utilizzo speculativo.
È bastato che per alcuni giorni la ditta che sta facendo la “bonifica delle rogge” non agisse in conformità con le prescrizioni di APPA ovvero che non operasse in ambiente confinato, perché i Solteri e l’area del Magnete venissero invasi da pestilenziali miasmi. Eppure l’area di lavoro sulle rogge è molto più piccola di quella interessata al transito della ferrovia ( lo scavo dentro le aree inquinate per la circonvallazione sarà lungo circa 350 metri, largo in media 30 e profondo, dove attualmente transitano i binari, in media 10 metri) e operare a cielo aperto, come vorrebbe RFI,
porta come conseguenza grossi pericoli per chi fa gli scavi e posiziona i nuovi binari e per la popolazione circostante ma anche per quella cittadina. Un dato questo messo in evidenza fra l’altro da un recente studio pubblicato dal Bollettino 2/2022 dell’ Ordine dei medici di Trento.
4. Siamo alle comiche. Sindaco e Presidente della Giunta Provinciale si dichiarano contenti dell’ accoglimento delle prescrizioni degli enti locali in particolare di quelle del Comune di Trento.
Ma per l’ennesima volta però non indicano dove queste prescrizioni sarebbero state accolte, da quale documento ufficiale ricavano l’accoglimento, e ci dicono che queste le vedremo comparire a breve ma anche “in corso d’opera”? Oggi poi emerge un nuovo elemento che la dice lunga sulla vicenda.
In conferenza stampa sarebbe stato annunciato un non meglio precisata “terza ordinanza” della Commissario Straordinario, un “documento di sintesi” prima del bando di gara, di cui non c’è traccia nella procedura speciale per le opere finanziate dal PNRR. In questa fantomatica ordinanza sarebbero contenute anche le prescrizioni del Comune in ordine al tracciato (prolungamento verso nord della galleria artificiale che esce dallo scalo Filzi e cameroni per permettere alle merci che non devono passare da Trento di proseguire in galleria naturale fino a Salorno) e sul “cantiere Pilota” presso le aree inquinate per valutare la fattibilità dell’opera secondo il Consiglio Comunale ed invece “scavo pilota”, come lo chiama la dott.ssa Firmi, “per capire le modalità di transito nell’ area”.
L’affermazione cozza contro la dichiarazione che oggi si concludeva la “fase autorizzativa” e si entrava nella “fase realizzativa” dell’ opera. Al riguardo ora spetta a RFI (non alla Commissario Straordinario!) la predisposizione, entro il 3 novembre 2022, del PFTE da porre a base di gara, compito che dovrà essere svolto unitariamente dall’ ing. Beschin ed dall’ing. Romeo di RFI.
Che in quel progetto vengano inserite le prescrizioni del Comune è impossibile, non essendo state autorizzate ne dalla Conferenza dei Servizi, ne dal Comitato Speciale del Consiglio Superiore ai Lavori Pubblici. Se lo facessero il progetto impatterebbe con i disposti del terzo comma dell’ articolo 27 del D.L. 18 aprile 2016, n. 50, Codice dei Contratti Pubblici, che recita: “localizzazione e tracciato dell’ opera, non possono essere modificati in sede di approvazione dei successivi livelli progettuali (ovvero dopo la approvazione da parte della Conferenza dei Servizi, ndr), a meno del ritiro e della ripresentazione di un nuovo progetto di fattibilità”. In altre parole a meno dell’avvio dal principio di una nuova procedura.
Per introdurre le prescrizioni del Comune di Trento RFI avrebbe dovuto presentare al Consiglio Superiore del Lavori pubblici il progetto modificato che dopo essere sottoposto alla Valutazione Ambientale da parte del Comitato Tecnico PNRR PNIEC sarebbe tornato al Comitato Speciale del Consiglio Superiore per la eventuale approvazione. Una procedura che richiedeva almeno 2 mesi per la sua realizzazione.
RFI, che già non ha rispettato le prescrizioni iniziali del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, ha preferito scegliere la strada della non modifica del progetto cassando le prescrizioni del Comune di Trento.
Infine è necessario ribadire che la Commissario Straordinario non ha poteri in ordine al progetto, al tracciato ed alla localizzazione dell’opera ed un eventuale suo documento sulle prescrizioni del Comun di Trento (si cui RFI, non a caso, tace!) è ininfluente e costituisce nulla più di un auspicio.
5. Il documento secretato. Nessuno dei promotori della Conferenza stampa ha detto una parola su dove sia finito e perchè sia stato secretato il parere preventivo del Consiglio Superiore sulla Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento. Tale parere è tornato all’onore della cronaca grazie alla Determinazione n. 2/2022 del Comitato Speciale, dal quale si evince che il Consiglio Superiore aveva dato alcune indicazioni e fatto prescrizioni a RFI sulla cpllina est e la paleofrana ed anche in ordine alla sicurezza antincendio e che RFI le ha cassate e disattese!
Abbiamo insomma fatto un Dibattito pubblico truccato, Il Comune e la PAT hanno dichiarato che non esistono problemi sulla collina di Trento mentre il Consiglio Superiore li considerava ( e li considera) gravi e dichiara che necessitano di un monitoraggio eterno sia la montagna che il piano del ferro, che i cavi della ferrovia, che rischiano uno scivolamento verso valle e che produrranno pesanti costi di manutenzione all’ opera. Mentre la Commissario Straordinario inventa che il monitoraggio prescritto da RFI è già stato fatto!
Premesso che renderemo pubblico il documento preliminare del Consiglio Superiore e che detta secretazione farà parte sia di una segnalazione ai responsabili europei dell’ opera e del PNRR, che di un ricorso amministrativo contro l’opera in generale (che stiamo predisponendo anche quello che più preoccupa è la continua propensione a RFI di non rispettare le prescrizioni ed a dichiararle superate, senza averle minimamente affrontate e realizzate.
Con noi ad essere preoccupato è anche il Comitato Speciale del Consiglio Superiore che per un verso ha imposto a RFI di mettere le criticità segnalate in uno Speciale Capitolato di Appalto (e vedremo se lo farà, pena un ricorso ad hoc contro lo stesso) mentre per l’altro, a pagina 14 della sua Determinazione, scrive: “ La verifica dell’accoglimento delle prescrizioni afferenti l’intero procedimento autorizzativo sin qui condotto, ivi incluse le prescrizioni di cui al paragrafo 2.2 della presente determinazione (che secondo la Commissario Straordinario sarebbero già state attuate!sic), è ascritta al soggetto verificatore ex art. 26 del vigente codice dei Contratti. Ciò ai sensi del comma 7 del D.L. 77/2022”.
Ovviamente sarà nostra cura segnalare queste cose direttamente al Verificatore.
(La presente nota sarà distribuita in occasione della Conferenza stampa dei Comitati NO Tav e contro la Circonvallazione ferroviaria di Trento AC/AV e sintetizza il nostro punto di vista circa le affermazioni fatte dalla dott.ssa Firmi, dal Sindaco di Trento Ianeselli e dal Presidente della Giunta Provinciale nel corso della conferenza stampa che di è tenuta in Provincia il 5 settembre 2022).
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