News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

CIA (GRUPPO MISTO) * FAUNA: «BLOCCO CACCIA CERVI IN ABRUZZO, SITUAZIONE VERIFICATA IN TRENTINO CON RISULTATI NON POSITIVI»

Scritto da
18.37 - martedì 15 ottobre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

///

Il blocco della caccia ai cervi e le lezioni non apprese. La sospensione della caccia di selezione ai cervi in Abruzzo, decisa dal Consiglio di Stato su richiesta di associazioni animaliste come WWF e Lav, richiama alla mente quanto già accaduto negli anni ’80 e solleva preoccupazioni analoghe a quelle vissute in altre regioni montane, come il Trentino.

La Regione Abruzzo aveva autorizzato l’abbattimento di 469 cervi ritenuti in soprannumero, ma tale decisione è stata bloccata fino al 7 novembre. Situazioni simili si sono già verificate, e i risultati non sono stati positivi: nel Parco dello Stelvio, un provvedimento del Consiglio di Stato nel 1983 bloccò la caccia di selezione, provocando un rapido aumento della popolazione di cervi. Questo squilibrio danneggiò le foreste, con conseguenze sulla rigenerazione degli alberi e sulla biodiversità, oltre a creare competizione tra specie e a danneggiare le coltivazioni agricole.

La densità eccessiva di cervi portò anche a un calo dell’accettazione del parco tra la popolazione locale, esasperata dai danni a colture e pascoli. La sospensione, voluta su pressione delle associazioni ambientaliste, portò quindi a gravi conseguenze ecologiche e agricole. Inutile dire che la caccia di selezione venne poi reintrodotta per riportare il numero di cervi a livelli più sostenibili. La decisione fu supportata anche da nuove evidenze scientifiche che dimostrarono l’importanza di una gestione attiva delle popolazioni di animali selvatici.

Un esempio contemporaneo di gestione strutturata è offerto dal Trentino, dove la regolazione della popolazione di cervi è iniziata nel 1971. Oggi, si contano oltre 13.000 cervi, con un numero di capi abbattuti arrivato a 3.727 nell’ultima stagione venatoria. Anche qui si riscontrano i problemi legati alla sovrappopolazione, tra cui danni alla rinnovazione forestale, già colpita dalla tempesta Vaia e dal bostrico, e una crescente competizione con caprioli e camosci. Non mancano i danni all’agricoltura e gli incidenti stradali, che solo nel 2023 sono stati 230.

Nonostante i precedenti e le difficoltà vissute nei territori interessati, sembra che non si sia imparato dai precedenti errori. Ancora una volta, invece di ascoltare chi vive a contatto con il territorio e ne conosce le dinamiche, si privilegiano associazioni cittadine con un pubblico lontano dalla realtà rurale. Queste organizzazioni, spesso guidate da una visione idealistica, trascurano gli effetti pratici sul fragile equilibrio della natura, che non può essere gestito solo con principi astratti ma richiede soluzioni concrete e basate sull’esperienza locale.

*

Cons. Claudio Cia

Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

Per donare ora, clicca qui



© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.