Nuovo Ospedale di Cavalese, “Paradossale impegnare il Navip a esprimersi su un progetto che nessuno ha chiesto”. È stato reso noto che i ritardi nella valutazione del Navip (Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Provincia) sono dovuti “alle centinaia di osservazioni che la Provincia ha proposto all’impresa proponente”.
Ora, il compito di un’amministrazione pubblica efficiente è certamente quello di agevolare i privati nell’esercizio della propria iniziativa, sempre nell’ottica di perseguire il bene della collettività. Sembra però che per l’ospedale a Masi vi sia un cortocircuito amministrativo, un’inversione di mezzi e fini. È legittimo che un privato presenti la sua proposta di partenariato pubblico privato (PPP), ed è doveroso che l’ente incaricato di valutare tale proposta formuli osservazioni e integrazioni. Pare però quantomeno singolare che sia fornita una mole di osservazioni tale da impegnare i massimi dirigenti provinciali ed i relativi uffici per oltre un anno, mentre la normativa prevede un limite di tre mesi.
Se il progetto nasce da una volontà pubblica legata a un’idea di sviluppo della sanità territoriale, come nel caso del NOT, un numero anche considerevole di integrazioni è comprensibile: il “pubblico” vuole realizzare un ospedale per le esigenze del sistema sanitario locale, ed è dunque giusto che sia realizzato adeguatamente. Tuttavia, se il progetto è proposto da un privato, che presenta priorità e competenze legate alla sfera dell’edilizia e non alle esigenze sanitarie, qual è il motivo di impiegare oltre un anno di tempo, e le relative risorse, per tentare di conferire al progetto un interesse pubblico (con 47 milioni subito spendibili per l’attuale ospedale)? Non c’è nulla di scorretto nel dire “no” a un privato, se la proposta presentata non corrisponde alle esigenze dei trentini.
Il fine di un sistema sanitario dovrebbe essere la salute dei cittadini, e gli ospedali rappresentano un mezzo importantissimo per raggiungere questo obiettivo nell’ambito di una determinata programmazione. La realizzazione di ospedali non può però diventare il fine in sé, perché ciò andrebbe a soddisfare le esigenze del mattone, non della salute dei trentini. È stata addirittura paventata la possibilità di valutare di spostare l’ospedale altrove, qualora insorgessero problematiche per la località di Masi. Pare evidente: questo ospedale “s’ha da fare”, con buona pace dell’opinione della popolazione e dei professionisti sanitari.
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Cons. Claudio Cia (Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia
Cons. Alessia Ambrosi
Cons. Katia Rossato
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