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CGIL E UIL – TRENTINO * SCIOPERO GENERALE: «2.500 IN CORTEO, DALLA PIAZZA “NO“ AI NUOVI TAGLI WELFARE PUBBLICO»

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14.07 - venerdì 29 novembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Oggi sciopero generale contro la legge di stabilità. In 2.500 al corteo Cgil e Uil. Dalla piazza no a nuovi tagli al welfare pubblico e all’impoverimento di lavoratori e pensionati.

Almeno 2.500 persone hanno partecipato questa mattina alla manifestazione indetta di Cgil e Uil in occasione della giornata di sciopero generale contro la legge di stabilità nazionale. Un lungo serpentone di lavoratori e lavoratrici di tutti i settori e di pensionati ha percorso via Rosmini e via Santa Croce, fino alla sede del commissariato del Governo per ribadire la netta contrarietà ad una manovra non condivisa con le parti sociali, che non contiene risposte per le emergenze del Paese, dai bassi salari alla sanità pubblica, dall’istruzione ad un modello fiscale iniquo.

Buona l’adesione allo sciopero nelle maggiori aziende metalmeccaniche con punte anche del 90% in produzione.

“Questo sciopero è per dare voce a chi lavora, a chi con le proprie tasse tiene sostiene il Paese, a chi ha sempre meno voce perché schiacciato da un costo della vita in continua crescita. Questa non è la manifestazione solo dei no, abbiamo anche avanzato proposte che non sono state ascoltate dal Governo nel momento in cui Palazzo Chigi ha deciso per noi cittadini 7 anni di austerità”, ha detto il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli, mentre il numero uno della Uil provinciale,

Walter Alotti ha ricordato che il Governo si è rifiutato di prendere le risorse necessarie alla manovra dove c’erano. “Non si toccano gli extraprofitti delle banche né delle grandi aziende. Si mettono le mani sempre nelle tasche di lavoratori e pensionati che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo e si applica una flat tax iniqua”.

Salari bassi che non riescono a star dietro all’aumento del costo della vita, ma anche precarietà e incertezza sul futuro le preoccupazione di molti lavoratori. Donatella della scuola nel suo intervento si è rivolta all’assessora Gerosa chiedendo un piano per superare la condizione di precarietà in cui sono molti insegnanti della scuola pubblica.

Giuseppe della sanità ha puntato il dito contro una manovra che spinge sulla sistema privato a danno del pubblico e del diritto alla cura dei cittadini, mentre Federico, lavoratore del sociale, ha stigmatizzato i tagli ai servizi di wefare che ricadono sempre sui più deboli, frutto di scelte politiche che non riconoscono il valore del lavoro di cura proprio nel momento in cui crescono fragilità e marginalità sociale.

Gianni, della biblioteca di Ateneo, ha ricordato la condizione dei lavoratori in appalto, il cui futuro è sempre in bilico. “Noi rappresentiamo l’impoverimento e la precarizzazione del mondo del lavoro in Italia.

Alle polemiche sullo sciopero generale ha risposto Vassilios, commercio. “Scioperare è un sacrificio per difendere quanto ci vogliono portare via. Lo sciopero è ultimo strumento che usiamo quando ci viene negato il confronto”.

A chiudere gli interventi il segretario nazionale della Fillea Cgil Antonio Di Franco che ha rivendicato le proposte avanzate dal sindacato per migliorare la manovra e portarla vicino ai bisogni delle cittadine e dei cittadini. “Abbiamo proposto di investire i 17miliardi di tasse in più pagate dai cittadini e dai pensionati per la detassazione degli aumenti contrattuali, per rafforzare l’istruzione e la sanità pubblica, insomma per dare risposte al Paese.

E’ forse una risposta il concordato in un Paese che ha 250miliardi di evasione? Oppure l’aumento del 6% delle retribuzioni nei contratti pubblici con un’inflazione a doppia cifra? E’ tempo di redistribuire a chi produce e paga le tasse, invece non guardano all’emergenza del paese, alle crisi industriali, alla crisi climatica, al disperato fabbisogno abitativo di moltissime famiglie. Hanno rifiutato ogni tipo di confronto”, ha concluso.

 

ALCUNI DATI DI ADESIONE NELLE FABBRICHE METALMECCANICHE

Nelle maggiore aziende metalmeccaniche l’adesione è stata buona. Sotto alcuni dati

Siemens 95% della produzione
Dana Arco 80% della produzione
Dana Rovereto 60% della produzione
Sapes 90% della produzione

ZF 80% in produzione

Pama 90% in produzione

OMR Rovereto 90%
Meccanica del Sarca (Beretta) 80%
Sata, 90% della produzione

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