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ASSESSORE PAT ZANOTELLI RISPONDE A CONSIGLIERE DEGASPERI (ONDA) * LAGO LAVARONE – LAVORI BONIFICA: «REALIZZÀTI SENZA LA NECESSARIA CONCESSIONE»

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09.09 - domenica 29 settembre 2024

INTERROGAZIONE CONSIGLIERE FILIPPO DEGASPERI

Egregio Signor Claudio Soini Presidente del Consiglio Provinciale SEDE

Interrogazione n. 39

Lavarone: il sindaco bonifica i terreni altrui a spese dei contribuenti ma non risponde alle richieste del vicepresidente della Provincia.

Nel settembre 2023 lo scrivente procedeva alla richiesta di chiarimenti (interrogazione n. 4746/XVI) circa i lavori effettuati dal Comune di Lavarone su un terreno privato situato a sud del lago di Lavarone.

I proprietari del fondo avevano infatti segnalato che l’area era stata integralmente scavata dal Comune durante il primo mandato dell’attuale sindaco. Tale attività era avvenuta all’insaputa e senza alcuna autorizzazione del precedente proprietario. L’intervento avrebbe comportato una spesa di almeno 60mila euro per le casse comunali con tanto di relazioni da parte di geologo e architetto che, in mancanza di incarico da parte della proprietà, avrebbero evidentemente operato su mandato del Comune. Rimane quindi inevaso il quesito rispetto alla veridicità delle dichiarazioni espresse nell’iter approvativo dall’Amministrazione comunale e sulle necessarie verifiche che i tecnici incaricati avrebbero dovuto operare.

Pare inoltre utile sottolineare che l’attività non sarebbe stata svolta per un interesse pubblico né legata a contingenze di urgenza o necessità. La Provincia (assessore Tonina) ha evitato di rispondere alle domande poste rilevando (erroneamente) che il tema “non rientra tra le competenze della Provincia”, chiedendo al Comune di riscontrare direttamente allo scrivente. Tocca rilevare innanzitutto che dal Comune di Lavarone, a quattro mesi di distanza e nonostante la richiesta del vicepresidente Tonina, non è pervenuto alcun riscontro. In secondo luogo non si può non evidenziare che le materie oggetto dell’interrogazione rientrino a pieno titolo tra quelle afferenti ai Servizi provinciali.

La torba escavata dal lago, prodotto della decomposizione del vasto canneto e che contribuiva ad assorbire e rilasciare il troppo pieno del lago, sarebbe stata raccolta in grandi cumuli e trasferita in altro sito, tutt’oggi ignoto. L’area escavata lungo il lago è percorsa da tubature plastiche coperte con materiali provenienti da altri cantieri che hanno comportato l’aumento del livello altimetrico della vasta area. La natura dell’inerte affiorante, tutt’ora visibile, appare la risulta di demolizioni e non materiale ricavato da scavi (affiorano materiali ceramici e calcinacci).

Gli interventi eseguiti e i materiali utilizzati sarebbero stati versati sulla riva del lago. Per tutte queste attività risulta necessaria la previa autorizzazione del Servizio Bacini Montani. La distruzione dell’originario canneto non sarebbe potuta avvenire senza autorizzazione del Servizio Forestale provinciale a tutela di una zona umida garanzia di biodiversità e del controllo delle acque. Senza dimenticare che parte del fondo risulterebbe vincolato dal Servizio Archeologico provinciale, in ragione della presenza di resti di costruzioni medievali. Quindi per quanto di competenza lo scrivente attende riscontro da ciascuno dei Servizi citati.

Il materiale inerte ivi trasferito contenendo materiale calcareo – alcalino (contrariamente alla torba originaria), attraverso i tubi di drenaggio sottostanti avrebbe raggiunto il lago, formando una visibile colata melmosa bianca, la quale avrebbe favorito il proliferare di alghe e la moria del pesce. Si osservi che anche qualora il materiale sversato non fosse inquinante, questo doveva essere trasferito dai cantieri originari nei deputati siti di stoccaggio per inerti, previo il pagamento dei relativi oneri di discarica e non occultato nel fondo di un privato cittadino.

E su questo tema è ragionevole ritenere che anche APPA possa avere un qualche ambito di competenza.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

1. le verifiche effettuate e le autorizzazioni concesse dai servizi provinciali coinvolti (Servizio Bacini Montani, Servizio Foreste, Servizio Archeologico, APPA) per la bonifica della p.f. – nell’interrogazione n. 4746/XVI;

2. se intende richiamare il sindaco di Lavarone a fornire le risposte già inutilmente chieste dal vicepresidente della Provincia in data 10 ottobre 2023. A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Cons. prov. Filippo Degasperi

 

 

RISPOSTA ASSESSORE GIULIA ZANOTELLI

Preg.mi Signori

Claudio Soini Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento

e, p.c. Filippo Degasperi Consigliere provinciale Gruppo consiliare Onda

Maurizio Fugatti Presidente della Provincia autonoma di Trento

L O R O  S E D I

Trento, 26 settembre 2024 Prot. n. A056/2024/ 725951 /2.5-2023-608 Oggetto: Risposta all’interrogazione n. 39/XVII:

“Autorizzazioni e verifiche svolte dalle strutture competenti della Provincia di Trento rispetto ai lavori di bonifica eseguiti a sud del lago di Lavarone ”. Si riscontra l’interrogazione in oggetto secondo quanto pervenuto dalle strutture coinvolte:

Per quanto di competenza del Servizio bacini montani vengono forniti i seguenti elementi di risposta.

In data 30 giugno 2023 è pervenuto al Servizio bacini montani il verbale n. 210302 di data 22 giugno 2022 (ns. prot. n. 466512 di data 30 giugno 2022) redatto dalla Stazione forestale di Folgaria e Lavarone e relativo all’accertamento di violazione amministrativa per l’avvenuta realizzazione, senza la necessaria concessione ai sensi del capo I della l.p. n. 18/76 e s.m., di un sistema di drenaggio per le acque meteoriche con relativo scarico del Lago di Lavarone.

In tale verbale si evidenziava che nel corso degli anni 2017-2018 sono stati progettati e autorizzati, dal punto esclusivamente paesaggistico, e poi eseguiti una serie di lavori di bonifica di un’area posta a sud del Lago di Lavarone (iscritto al n. 1914 dell’elenco delle acque pubbliche e pertanto appartenente al demanio idrico provinciale), area soggetta al ristagno di acque meteoriche, realizzando una rete di drenaggio con tubazioni interrate, il riempimento degli avvallamenti con non ben definito materiale drenante (sulle pp.ff. omissis C.C. Lavarone) e scarico diretto nel Lago di Lavarone in corrispondenza di un canneto (sulla p.f. omissis C.C. Lavarone) il tutto in assenza di specifica concessione/autorizzazione ai sensi della legge provinciale in materia di acque pubbliche (LP 18/1976) visto l’interessamento del Lago di Lavarone e della sua fascia di rispetto idraulico.

Il Comune di Lavarone è il committente dei succitati lavori, in quanto amministrazione che ha presentato domanda di autorizzazione paesaggistico-ambientale, lavori poi affidati, con deliberazioni della Giunta comunale, alla ditta Costruzioni Daniele S.r.l.. Tali opere erano state tra l’altro inserite nell’ambito del più vasto progetto con caratteristiche di Piano attuativo comunale denominato “Interventi di valorizzazione dell’ambito pubblico nell’area Lago di Lavarone”.

Con domanda pervenuta in data 11 novembre 2022 (ns. prot. n. 775075 di data 11 novembre 2022) il Comune di Lavarone presentava al Servizio bacini montani domanda in sanatoria per il mantenimento dello scarico nel Lago di Lavarone e per la presa d’atto dei lavori effettuati in fascia di rispetto idraulico.

Per quanto sopra il Servizio bacini montani, con propria determinazione n. 1829 di data 22 febbraio 2023, ha provveduto a concedere/autorizzare in sanatoria le sopra descritte opere per quanto di propria competenza (ovvero “ai fini idraulici e patrimoniali”) e fatti salvi i diritti di terzi, ritenendo che le opere in parola non arrechino problemi di natura idraulica ai beni afferenti al demanio idrico provinciale.

Per quanto di competenza del Servizio foreste vengono forniti i seguenti elementi di risposta. Si precisa anzitutto che nessuna autorizzazione è stata rilasciata per la distruzione del canneto, in quanto non necessaria, da parte del Servizio foreste, le cui competenze riguardano il bosco. Il Servizio foreste, come correttamente riportato dal Servizio bacini montani, ha eseguito le proprie verifiche sui lavori oggetto di interrogazione, accertando esclusivamente una violazione amministrativa per l’avvenuta realizzazione, senza la necessaria autorizzazione, di un sistema di drenaggio per le acque meteoriche con relativo scarico nel lago di Lavarone.

Trattandosi di una violazione della legge provinciale n.18/76 e s.m., “Norme in materia di acque pubbliche, opere idrauliche e relativi servizi provinciali” la procedura sanzionatoria, è stata gestita dal Servizio bacini montani, competente per materia, con le modalità e gli esiti descritti sopra. Infine anche il Nosf (Nucleo operativo speciale forestale) ha eseguito le verifiche di competenza, soffermandosi in particolare sulla gestione delle terre e rocce da scavo, in relazione alla quale non ha ravvisato illeciti meritevoli di essere perseguiti.

Per quanto di competenza del settore archeologico alla richiesta in oggetto e in particolare all’osservazione che “parte del fondo risulterebbe vincolato del Servizio archeologico provinciale, in ragione della presenza di resti di costruzioni medievali”, si precisa quanto segue.

L’area non risulta vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e ss.mm. bensì inserita nel P.R.G. del Comune con l’indicazione del rischio archeologico (“aree archeologiche tipo “02”, art. 58 delle Norme di attuazione): in dette aree è possibile utilizzare il suolo secondo le prescrizioni indicate dal P.R.G. a condizione che ogni attività comportante scavi meccanici, movimenti di terra, modifiche agrarie profonde e interventi comunque oggetto di concessione o autorizzazione edilizia, sia preventivamente segnalata dagli interessati al competente Ufficio Beni Archeologici provinciale. Detto Ufficio Beni Archeologici potrà compiere ricerche e sondaggi preventivi in loco ed eventualmente imporre specifiche cautele o prescrizioni.

Si richiama inoltre la normativa connessa alla Verifica Preventiva dell’Interesse Archeologico, da applicare in caso di lavori di scavo a committenza pubblica o con finanziamento pubblico di almeno il 51% (D.Lgs. 42/2004, art. 28 comma 4; D.Lgs. 36/2023, art. 41 comma 4 e allegato I.8, come recepito dall’articolo 14 comma 3 bis della L.P. 26/93 e ss.mm.). Sono esclusi gli interventi che non comportano nuova edificazione o scavi a quote diverse da quelle impegnate dai manufatti esistenti, mutamenti nell’aspetto esteriore o nello stato dei luoghi oppure movimentazioni di terreno (va inteso come riporto di terreno).

Vengono di seguito riassunte le azioni messe in atto sull’area da parte dell’Ufficio beni archeologici dal 2011 al 2023:

1) 2011: a seguito di una segnalazione, la dott.ssa omissis effettuò un sopralluogo nella zona a monte della passeggiata lungo lago est, rilevando la presenza di murature con malta in una sezione aperta e segnalando informalmente tale presenza all’amministrazione comunale;

2) 2012: con nota pervenuta all’allora Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici il 17 settembre 2012, prot. n. 522640, il Comune di Lavarone trasmetteva la documentazione preliminare concernente un “Intervento di sistemazione area adiacente al parcheggio Lago Sud – pp.ff. omissis, C.C. Lavarone” per richiesta parere dell’Ufficio beni archeologici. A seguito di tale nota, lo stesso Ufficio beni archeologici chiese ed ottenne di poter esaminare l’area contenente i resti individuati nel 2011 e produrne documentazione (all. 1 e 2: richiesta del Comune di Lavarone di data 7 settembre 2012, prot. n. 4989, pervenuta in Soprintendenza il 17 settembre 2012, prot. n. 522640, e nota dell’Ufficio beni archeologici di data 28 settembre 2012 prot. n. S152/2012/548117/25.5.1/NP);

3) 2012-2013: l’esito dell’esame in loco permise di fornire un parere di competenza che contemplava anche la richiesta di inserimento di alcune particelle fra le aree a rischio archeologico (allegato 3: nota dell’allora Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici di data 30 gennaio 2013, prot. n. S120/2013/60065/25.5.1/NP: attenzione, la terza pagina è stata modificata rispetto all’originale con l’inserimento, per maggiore chiarezza, dei numeri mancanti di alcune particelle fondiarie). Si trattava delle pp.ff. omissis, C.C.Lavarone; le pp.ff. omissis non risultano nell’elenco perché i resti ivi contenuti non avevano i requisiti necessari (troppo labili);

4) 2015: in variante generale del PRGI venne recepito il parere dell’Ufficio beni archeologici che propose un perimetro più ampio dovuto al sospetto di presenze protostoriche segnalate in vecchie ricognizioni e riconsiderate (allegato 4, lettera Soprintendenza per i beni culturali di data 29 gennaio 2015, prot. n. 48010): tale perimetro venne riportato nella tavola ambientale del PRG entrato in vigore a partire dal 2017 e tuttora vigente;

5) 2022: con nota del 13 maggio 2022, prot. n. 2466, il Comune di Lavarone ha inviato alla Soprintendenza per i beni culturali la richiesta di “valutazione aspetti di vostra competenza” relativa al progetto di ristrutturazione e ampliamento omissis, C.C. Lavarone (All. 5). Con nota della Soprintendenza per i beni culturali di data 18 maggio 2022, prot. n. 340145 (All. 6) l’Ufficio beni archeologici risponde con nulla osta all’effettuazione dei lavori sulle particelle in oggetto, richiamando l’art. 90 del D. Lgs. 42/2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio;

6) nel corso del 2022: avviato l’iter del nuovo P.R.G. di Lavarone variante sostanziale. Sono stati consegnati all’architetto responsabile del piano i perimetri delle aree a rischio archeologico a dicembre 2022 via e-mail. Anche tra i perimetri aggiornati in quest’ultima sede è riportato il perimetro di tutela presso il lago, solo leggermente ristretto verso ovest rispetto a quello consegnato nel 2015;

7) nel 2023 è pervenuta una Variante al PRG per adeguamento al Regolamento urbanistico edilizio provinciale. Rif.to delib. cons. n. 16 di data 26 luglio 2023 – adozione preliminare (Pratica 3039).

Con parere prot. 695498 del 14 settembre 2023 si prescrive l’aggiornamento delle norme di attuazione e si ribadisce la necessità di aggiornare, in sede di variante sostanziale, gli shapefiles delle aree a rischio archeologico, nel frattempo aumentate a 32 per l’intensa attività di ricerca dell’Ufficio beni archeologici.

Distinti saluti. – Giulia Zanotelli –

 

 

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