(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
///
Doppio motivo di festa nella giornata di ieri, 23 marzo, per la Chiesa trentina. Non c’è solo la nota Meneghina tra i nuovi “venerabili” trentini, riconosciuti con decreto da papa Francesco. Tra coloro di cui sono esaltate le “virtù eroiche”, figura infatti anche una religiosa (meno conosciuta) nativa della val di Cembra: si tratta di suor Leonilde Rossi (al secolo: Amelia Rossi), religiosa della Congregazione delle Suore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Nata a Lisignago il 10 novembre 1890, a soli 15 anni Amelia Rossi lasciò la val di Cembra per entrare nell’Istituto dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria a Pola, in Istria. Fu insegnante, superiora della comunità e direttrice della scuola materna della Regia Marina. Quindi, nell’ottobre 1932 venne eletta superiora generale (dal Capitolo celebratosi a Roma) e in seguito confermata superiora generale per altri sei anni, nel 1939. Nell’ottobre 1945, allo scadere del suo mandato, a causa delle precarie condizioni di salute fu costretta a ritirarsi nel paese di Vicarello, presso il lago di Bracciano, dove morirà il 12 dicembre dello stesso anno.