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AMBROSI (FDI) * ESTERNALIZZAZIONE MAGAZZINO SAIT: « UN MOMENTO DIFFICILE PER LA COOPERAZIONE TRENTINA IN CUI LA PAT DEVE ASSUMERE UN RUOLO DA PROTAGONISTA »

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17.09 - martedì 7 giugno 2022

Esternalizzazione magazzino Sait – Ambrosi (FdI): “Un momento difficile per la cooperazione trentina in cui la PaT deve assumere un ruolo da protagonista”.

Il mondo della cooperazione trentina sta attraversando un periodo complesso a causa delle difficoltà date dal contesto geopolitico e dall’inflazione su energia e beni di consumo che stanno rallentando il sistema economico italiano.

Difficoltà sempre più evidenti, come nel caso dell’esternalizzazione delle attività del magazzino Sait. Per 70 dipendenti, 70 famiglie trentine (in un periodo di iperinflazione a cui non assistevamo da almeno 30 anni), termini come “esternalizzazione”, “razionalizzazione dei costi” e “miglioramento “gestionale” significano concretamente la rinuncia al contratto integrativo aziendale, e quindi a 3mila euro annui in meno nelle proprie tasche. Nella risposta dell’Assessore Spinelli all’interrogazione che ho presentato oggi in Consiglio provinciale ho apprezzato il fatto che la Provincia si stia muovendo per cercare di trovare una soluzione alla vicenda, anche se, devo dire, tardivamente per certi versi.

I lavoratori del magazzino hanno infatti lamentato per lungo tempo il silenzio delle istituzioni provinciali sulla loro situazione. È vero, in fin dei conti Sait è un datore di lavoro privato e nelle politiche aziendali di un privato la Provincia non può avere un ruolo decisivo. Il mondo della cooperazione è però da sempre uno dei fiori all’occhiello del nostro Trentino, ed ha contribuito significativamente al miglioramento sociale ed economico nelle nostre città e soprattutto nelle nostre valli, diffondendo i propri valori e la propria distintiva cultura.

E’ dunque importante che la Provincia sulle questioni che riguardano il mondo della cooperazione faccia sempre sentire, fortemente, la propria presenza e la propria voce. Ciò che stride nella vicenda del magazzino Sait è inoltre il fatto che i bilanci del consorzio siano stati positivi anche nei tempi di pesanti restrizioni per il Covid, e attualmente si intravedono ottime prospettive di ripresa specialmente nelle zone turistiche che hanno risentito maggiormente della contrazione degli arrivi. Il tempismo di questa esternalizzazione non pare dunque trovare molte giustificazioni allo stato attuale.

Il tema di fondo, ovvero quello legato alla precarietà del lavoro nel mondo della cooperazione, come riflesso delle difficoltà che l’economia italiana sta attraversando, deve essere affrontato con impegno e costanza dalla politica provinciale. La nostra cooperazione, nata nelle valli del Trentino per valorizzare la solidarietà come strumento per affrontare i periodi difficili, proprio come quello che stiamo attraversando, deve ricevere particolare attenzione dalla politica e dalle istituzioni.

Il modello cooperativo trentino dovrebbe rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale. La risposta dell’Assessore mi fa confidare che tutto ciò verrà tenuto adeguatamente in considerazione dalla Giunta, lavorando con la Federazione Cooperative, sia per appalti pubblici che per le commesse private, a una revisione del Protocollo di azioni al fine di minimizzare gli effetti negativi dati dal difficile contesto economico mediante un rafforzamento le clausole sociali per mantenere il sistema della cooperazione solido, vitale e solidale.

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Cons. Alessia Ambrosi

 

 

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA n.
(Articolo 155 del Regolamento interno)

La decisione del Consorzio Sait di esternalizzare il magazzino ha messo 70 lavoratori in una situazione di precarietà. Il passaggio di questi lavoratori da Sait alla cooperativa Moveitrento causerebbe loro la perdita del contratto integrativo aziendale, circa 3.000 euro annui. Pare inoltre che se non vi sarà l’adesione dei lavoratori al piano di esternalizzazione si procederà ad un licenziamento collettivo. Ciò che preoccupa, a livello generale nel quadro complessivo dei soggetti aderenti al movimento cooperativo, è anche l’ammontare di ore di servizio definito nei capitolati di gara da parte degli enti committenti, con una significativa variabilità che ricade sull’operatore economico. Servirebbero formule d’invarianza del monte ore entro determinati limiti fisiologici.

È infatti evidente come, in ipotesi, un addetto a 20 ore rispetto a 40 divenga un soggetto fragile, come fragile diviene l’operatore economico impossibilitato a coprire in modo congruo i costi fissi incomprimibili. Ciò premesso, si interroga la Giunta per sapere come intenda agire per quanto attiene alla situazione del magazzino Sait, e se intenda aprire con il sistema cooperativo una riflessione su elementi (in capitolati, bandi etc.) che diano una maggiore certezza su commesse e ore lavorate per evitare che ogni gara si traduca in un serio rischio di precariato per lavoratori e operatori economici coinvolti.

Cons. Alessia Ambrosi

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