(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Dopo aver ascoltato le dichiarazioni rilasciate il primo giorno di scuola dall’assessore Gerosa ci sorgono spontanee alcune considerazioni. Devono essere i sindacati a portare nuove idee e progettualità alla scuola dell’infanzia? Abbiamo un assessore che prende diligentemente appunti da più di un anno, che parla di una terza via che stiamo ansiosamente aspettando….ed ora vorrebbe delegare i sindacati a dirimere quello che ormai da anni ha reso la scuola un servizio conciliativo?
Semplicemente si potrebbe tornare ad essere scuola come in tutta Italia e relative province o nell’eventualità se risultasse meno laborioso copiare. Lo sappiamo bene che copiare non è un’azione lodevole ma quando può essere funzionale è un’azione da compiere. Per quanto riguarda l’ambito della scuola dell’infanzia ci permettiamo, come addette ai lavori, di suggerire la strada maestra della cugina provincia di Bolzano per di più amministrata da un assessore all’istruzione dello stesso stemma politico del nostro o magari, se si volesse essere più audaci, spingersi fuori provincia ed interessarsi a quella che per noi è un’organizzazione funzionale come potrebbe esserlo Reggio Children.
Sicuramente in entrambi i casi il nostro assessore Gerosa troverebbe realtà che funzionano nel rispetto dell’istituzione scuola e del personale che vi lavora. Volevamo inoltre portare a conoscenza dell’assessore che durante la raccolta firme per il nostro DDL di iniziativa popolare abbiamo incontrato molti cittadini che si sono stupiti e nello stesso tempo indignati nel venire a conoscenza che non viene richiesto nessun certificato lavorativo per i genitori che iscrivono i loro figli al prolungamento d’orario anticipo/posticipo.
Noi ricordiamo bene, nel doppio ruolo di genitori e lavoratrici della scuola dell’infanzia, come è nato il servizio di prolungamento, per quali giuste cause è stato istituito:per le esigenze lavorative dei genitori e per serietà sia dei costi dell’erogazione del servizio sia nel rispetto di tutti i contribuenti veniva richiesta idonea certificazione lavorativa dei genitori che attestasse l’effettiva esigenza del servizio da parte della famiglia. Perché questa prassi non viene più attivata?
Noi non abbiamo saputo rispondere assessore! La dott.ssa Gerosa ha sottolineato che più genitori chiedono il prolungamento e le percentuali d’iscrizione dei bambini supportano queste sue dichiarazioni. La domanda a questo punto sorge spontanea: a quale percentuale scenderemo se venisse chiesta la documentazione che attesta l’impiego di entrambi i genitori? E cosa ne sarebbe delle percentuali del servizio conciliativo di luglio già frequentato a singhiozzo?
Sul “piatto scuola” per l’assessore Gerosa ci sono più questioni da affrontare ed aggiustare. La prima e sicuramente la più urgente, è quella di far tornare la scuola dell’infanzia un’istituzione, di restituirle la sua identità e dignità togliendole quel vestito conciliativo che le è stato cucito maldestramente addosso e che non le appartiene.
Segue poi la necessità di erogare alle famiglie ed ai bambini/e quei servizi conciliativi che dei governatori dovrebbero garantire a tutte le famiglie che pagano le tasse, non solo a quelle con bambini di 3/ 6 anni. Nel contempo ai cittadini/contribuenti assicurare la serietà di sostenere spese pubbliche con giustificati motivi. Il tempo del tutto gratis deve diventare un ricordo… bello ma non più sostenibile!
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Lettera firmata da 696 insegnanti