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L'INTERVISTA

“L’INTERVISTA” * 6 DOMANDE A ROBERTA VIGOTTI, PRESIDENTE DEL TRIBUNALE REGIONALE DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA – TRENTO

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07.00 - giovedì 12 settembre 2019

Di Luca Franceschi – Intervista alla presidente del Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, dottoressa Roberta​​​ Vigotti.

 

LESSICO & BUROCRATESE: come può un magistrato aiutare il cittadino a capire quello che viene scritto nelle sentenze?

Il linguaggio giuridico può essere definito come un linguaggio speciale, dotato, come tale, di un elevato grado di tecnicità. Come tale, non ne è possibile una sua integrale semplificazione, nel senso che i termini usati dal giudice non possono essere ridotti al linguaggio comune: penso a termini come “ricorso incidentale”, “interesse pretensivo”, “interesse oppositivo”, “legittimazione ad agire” o simili, di uso comune nei provvedimenti giudiziari. Tali termini tecnici, molto spesso frutto di una focalizzazione e specificazione sedimentata nel tempo, non si prestano ad una semplificazione, né ad una spiegazione del significato nel singolo testo in cui se ne fa applicazione, analogamente a quanto avviene per qualsiasi linguaggio tecnico: si chiederebbe ad un medico, ad un ingegnere, ad un architetto, la sistematica sostituzione di termini scientifici con altri di uso comune?

Beninteso, altra cosa è spiegare, per quanto possibile e in termini generali, il concetto sotteso alla parola, ma ciò non può avvenire nel testo della sentenza, volta a dirimere una concreta controversia e non alla didattica del linguaggio, riservata ai teorici del diritto. La specialità del linguaggio giuridico nel provvedimento giudiziario concretizza perciò, sul piano lessicale, una specialità necessaria, di cui il giudice non può fare a meno.

Altra cosa è la costruzione della frase giuridica, che non incida sul significato e si ponga quale frutto di una scelta meramente stilistica: in questo senso, nel senso cioè dello stile del provvedimento, è chiaro che il linguaggio deve tendere, per quanto possibile, alla semplicità e intellegibilità comune, ma qui entrano in gioco le propensioni individuali di chi redige il provvedimento. Peraltro, è proprio in questo settore della morfologia del linguaggio che è possibile, e auspicabile, una maggiore semplificazione, con abbandono di terminologie e di costruzioni della frase non necessarie e la loro sostituzione con forme di uso comune.   

 

 

SEMPLIFICAZIONE: come può l’organizzazione Tar migliorare le modalità di accesso e fruizione (anche on line) dei servizi nei confronti degli avvocati?

Come noto, dal 1° gennaio 2017 ha preso avvio il nuovo processo amministrativo telematico, cioè la completa informatizzazione del processo amministrativo, portando alla definizione di nuove e più funzionali modalità di lavoro e un più agevole accesso alla giustizia amministrativa. Il nuovo processo telematico ha comportato una serie di innovazioni tra cui il deposito telematico dei ricorsi introduttivi, delle memorie difensive e di tutti i documenti e la firma digitale di tutti gli atti processuali e l’effettuazione delle comunicazioni alle parti in forma telematica. In sostanza gli avvocati possono gestire dal loro ufficio il processo, avere accesso via internet a tutti i documenti e provvedimenti giudiziari, seguire le varie fasi del procedimento senza bisogno di recarsi presso gli uffici giudiziari, se non per comparire in camera di consiglio o in udienza pubblica.

Ci tengo a ricordare che il progetto del processo amministrativo telematico è vincitore del Premio Agenda Digitale, promosso per il terzo anno consecutivo dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, nella categoria “Attuazione dell’Agenda Digitale”.

Peraltro, la trasparenza e l’accesso devono essere rispettosi della normativa sulla privacy: in questo senso il coordinamento tra le due esigenze pone delicati problemi, fermo restando che la fruizione del servizio giustizia è garantita sia in via di principio sia, in pratica, dalla costante interazione degli avvocati con il personale di segreteria del nostro Tribunale.

 

 

TEMPI GIUSTIZIA: come reputa la Presidente i tempi di risposta della Giustizia amministrativa in Trentino?

Sul piano dei risultati, questo Tribunale si è contraddistinto, in questi ultimi anni, per la notevole rapidità della risposta giudiziale, rapidità che lo ha posto al vertice della classifica dei TAR per velocità di risposta e per l’azzeramento dell’arretrato, qui inesistente, con tempi di assoluta eccellenza rispetto alla media nazionale: poiché ritengo che solo una giustizia celere sia una giustizia effettiva, questo dato è di particolare soddisfazione per me e per i colleghi.

A titolo indicativo, per quanto riguarda l’anno 2018, nel settore ordinario i tempi tra deposito del ricorso e la pubblicazione della sentenza si sono attestati attorno ai 185 giorni, complessivamente con una generale cospicua riduzione rispetto agli anni precedenti, riduzione che ha determinato un apprezzabile saldo attivo tra ricorsi depositati e quelli definiti. Nel settore degli appalti, sempre nello stesso anno di riferimento, i tempi tra deposito del ricorso e deposito della sentenza sono intercorsi in media 93 giorni e, anche in questo caso, il dato evidenzia una notevole complessiva riduzione rispetto agli anni precedenti.

Più precisamente, in sintonia con le ragioni che hanno ispirato l’introduzione, nel codice del processo amministrativo, del rito accelerato per il contenzioso riguardante gli appalti pubblici, il Tribunale, laddove lo consentano le regole processuali tese ad assicurare il contraddittorio e, in generale, il diritto di difesa di tutte le parti, ha sempre privilegiato l’immediata pronuncia nel merito, già in esito alla fase cautelare.

Questo, della opportunità di celere definizione del contenzioso, è quindi uno dei criteri ai quali il Tribunale ha costantemente ispirato, e intende ispirare, i propri lavori, con l’ovvia consapevolezza che la rapidità non può procedere disgiunta dalla capacità di approfondimento dei temi e delle questioni affrontate.

 

 

COSTI GIUSTIZIA: come può la “macchina statale” comprimere gli eventuali sprechi e/o le spese accessorie e diventare più leggera per il contribuente?

Per “costo della giustizia” si intende dal lato dell’utente, il versamento del contributo unificato, cioè del tributo che deve pagare chi intraprende una causa civile, amministrativa o di lavoro, a meno che non acceda al patrocinio a spese dello Stato.

A partire dal 2002, il contributo unificato ha sostituito ogni altro tributo a carico del cittadino per l’accesso alla giustizia, semplificando in un unico pagamento i relativi costi, ma incidendo notevolmente sulla onerosità della domanda di giustizia.

La mia posizione in merito è nota e totalmente negativa. Per il resto, è evidente che eventuali misure contro “sprechi e spese accessorie” dipendono da scelte non del singolo Tribunale, ma di competenza centrale e politica, fermo restando che gli sprechi sono in parte ascrivibili anche alla lentezza della risposta da parte del giudice, lentezza che qui a Trento è radicalmente nulla come ho detto prima.

 

 

VISITE PALAZZO: la Presidente individua delle nuove modalità di accesso e visite guidate nel Palazzo storico di via Calepina da parte dei trentini?

Per quanto riguarda la valorizzazione di palazzo Lodron, di particolare importanza storica e artistica, l’apertura al pubblico è sempre stata garantita ad associazioni culturali e a turisti interessati che ne facciano richiesta, con la possibilità anche di visite guidate.

Un’ulteriore apertura del Palazzo storico ai giovani trentini è avvenuto in occasione della partecipazione del Tribunale al Tavolo della legalità, a cui accennerò a breve, dove alle classi di studenti partecipanti all’iniziativa formativa promossa dal Tribunale stata garantita una visita guidata all’interno del Palazzo Lodron alla scoperta delle sue sale e dei suoi affreschi.

Inoltre, in una occasione che mi piace ricordare, la valorizzazione è avvenuta mediante una rappresentazione storica che ha preso spunto dalle vicende della famiglia dei nobili Lodron, nell’ambito della quale si sono alternate visita alle stanze del palazzo, illustrazione degli affreschi e momenti di riflessione sugli importanti temi della giustizia. Questa iniziativa è stata curata con la regia artistica di Renzo Fracalossi e il sostegno organizzativo del FAI con il titolo “Palazzo Lodron. Una storia di ieri e oggi. (Studio per un teatro itinerante fra le mura di Palazzo Lodron a Trento e fra le leggi che esso contiene)”, e ha riscosso notevole interesse e positivo apprezzamento da parte dei partecipanti.

Una replica della rappresentazione è prevista sabato 12 ottobre 2019, ad ore 15.30 sempre presso Palazzo Lodron, in occasione del convegno, organizzato dal Tribunale e dedicato all’illustrazione del patrimonio culturale della città e della Provincia. Più precisamente, nelle giornate dell’11 e 12 ottobre 2019 presso il Castello del Buonconsiglio si terrà una convegno dal titolo “Uso, conservazione e valorizzazione del bene culturale. In particolare, l’esperienza nella provincia di Trento” che vedrà la partecipazione di illustri nomi delle Istituzioni, del mondo accademico ed esperti in tema di patrimonio culturale. E’ previsto anche un intervento dell’architetto Michelangelo Lupo sugli immobili cinquecenteschi a Trento, compreso il Palazzo Lodron.

 

 

LEGALITÀ E SCUOLE: quali saranno i nuovi appuntamenti per la formazione dei giovani alla cultura della legalità (anche in campo amministrativo) in Italia?

In generale, il Tribunale ha sempre cercato di garantire una costante apertura verso la società. In particolare, ciò si esplica sia nel seguire la formazione dei giovani laureati, sia nel favorire in vari modi la conoscenza del Palazzo Lodron.

Presso il nostro Tribunale ormai da alcuni anni giovani neo laureati in giurisprudenza vengono a svolgere un periodo di formazione teorico pratica. Sono in atto accordi con l’Università degli studi di Trento per lo svolgimento di periodi di formazione teorico pratica degli iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali delle Università di Trento e Verona, e periodi di formazione più lungi (anche un anno e mezzo e oltre) per candidati ammessi al tirocinio formativo dopo aver superato un selezione a seguito di pubblicazione di apposito bando. In quest’ultimo caso, la formazione presso il nostro Tribunale è sostitutiva del periodo di pratica forense e l’esito positivo della formazione teorico pratica costituisce titolo di accesso o di preferenza per determinati, rilevanti concorsi pubblici.

Importante è anche la partecipazione del Tribunale al Tavolo della legalità, promosso dalla Provincia autonoma di Trento su iniziativa del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che riunisce i rappresentanti delle diverse istituzioni chiamate a vario titolo ad occuparsi dei temi della legalità, con l’obiettivo di organizzare interventi informativi e formativi per promuoverne la cultura tra gli studenti della provincia di Trento.

In particolare, l’iniziativa svolta dal nostro Tribunale si è concretizzata in una serie di incontri con docenti e alunni, presso la sede del Tribunale, ciascuno suddiviso in tre parti: una prima parte, caratterizzata dalla presentazione del ruolo affidato dalla Costituzione al giudice amministrativo, nel quadro delle garanzie e della tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi dei cittadini nei rapporti con le pubbliche amministrazioni; una seconda parte, basata sulla partecipazione attiva degli studenti a un’udienza simulata su un caso di interesse generale; infine, una terza parte consistente in una visita guidata all’interno del Palazzo Lodron alla scoperta delle sue sale e dei suoi affreschi.

 

 

 

Foto: archivio Consiglio provinciale Trento

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