Sala gremita ieri, domenica 29 maggio, alla prima presentazione del libro “La vita furtiva” di Annamaria Sartori all’Oratorio di Sardagna. Un testo scritto ben quarant’anni fa e pubblicato solo adesso grazie all’insistenza di persone che ne hanno intuito il valore letterario e umano. Un’autobiografia affidata al romanzo la cui protagonista è Li, bambina e poi giovane donna segnata dalla sofferenza del “male di vivere”.
Il racconto inizia in un paese della Valsugana durante la seconda guerra mondiale e poi continua nella città di Trento. Gli ambienti e il tempo storico non vengono però mai nominati; la storia di Lì appare “sospesa” in luoghi e tempi che il lettore può benissimo intuire, divertirsi quasi a indovinare. Si comprende il tempo della guerra, il ’68, si riconoscono i palazzi e le strade di Trento. Nonostante il tema del libro tratti la malattia mentale e il dolore ad essa connesso, il suo valore letterario e la soffusa ironia che l’autrice sparge con grazia tra le righe ne rendono piacevole e leggera la lettura.
Una grande soddisfazione per gli organizzatori che non immaginavo un simile afflusso di pubblico, posto che le presentazioni di libri non sono mai molto affollate. Il motivo è sicuramente da ricercare nelle stima e nell’affetto che Annamaria Sartori ha saputo guadagnarsi nella vita. La notizia della pubblicazione di un suo libro è stata accolta con sorpresa e curiosità. A Sardagna, dove l’autrice coltiva amicizie di vecchia data, è conosciuta per i corsi di yoga che lei, maestra di questa disciplina, ha tenuto negli anni scorsi in paese.
