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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * LISTE CIVICHE: « CON LE FORMAZIONI TERRITORIALI I PARTITI IN DIFFICOLTÀ RICORRONO AL SALVATAGGIO, IN CALCIO D’ANGOLO »

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06.06 - venerdì 17 febbraio 2023

Uno dei frequenti salvataggi in calcio d’angolo cui ricorre il Partito in difficoltà è la chiamata in correità politica delle liste territoriali o civiche che dir si voglia.
E’ irriverente e semplicistico per la natura stessa della lista elettorale fuori dal partito non compartimentarla per qualità e sua genesi, facendo di ogni erba un fascio: infatti non tutte le liste civiche nascono e sviluppano per scopi e criteri virtuosi, alcune sì, altre no, e queste ultime sono in via di aumento.

Tra le due ragioni sociali principali che sostanziano la formazione di liste civiche l’una confligge con l’altra: da una parte, nobile, il soggetto che raccoglie le esigenze più locali, raggiungendo territori politici non agganciabili dal partito: quindi un intervento in soccorso tecnico all’arduo compito di autosufficienza del partito che, spesso per sua stessa natura, anche indebolita dal tempo, trova difficoltà a dialogare con gli attori periferici.

Dall’altra, la lista “civica” quale soluzione tecnico elettorale, subdola, che maschera l’obiettivo unico di fare dell’ articolato della legge elettorale uno strumento atto a favorire la conquista di seggi a prescindere da connotazioni politiche vere, nell’ottica di un machiavellico pragmatismo che punta prima all’incasso elettorale e poi al profitto comune.
Quando il sottile confine che delimita la lista civica dalla lista civica strumentale incrocia il tema dei contenuti, lì incontriamo il punto di caduta, la discriminante tra quello che infondo è utile al sistema democratico, e ciò che contribuisce a drogarlo adulterandone lo spirito più alto per creare solo un contenitore elettorale, un taxi allo scranno, qualunque, ovunque ed a qualsiasi prezzo.

La grande novità di questa lunga marcia di avvicinamento alla consultazione di ottobre è il giochino col quale sigle oggi ancora non introdotte nel sistema delle alleanze, intendono avvicinarvisi attraverso il nascondimento programmatico; ci si ammanta trasformando di fatto e temporaneamente il partito in lista civica, ed abdicando al ruolo di partito.

Si pone così sul tavolo una sorta di artificiosa lista di programma fuori da perimetri ideali e confini valoriali, riducendosi di fatto a vera e propria lista civica della spesa, ma rinviando intatta alla fase successiva post voto la ripresa della propria natura di Partito.

È ovviamente riduttivo definire giochino ció che appartiene al ruolo di trasformismo temporaneo, con partiti che antepongono utilitaristiche logiche di potere a mediazioni politiche alte. È nella logica delle competizioni correre per vincere, nessuna meraviglia, ma farlo attraverso simbologie di comodo atte ad aggiustare traiettorie inconfessabili non aiuta certo, poi, a trasformare gli assenteisti dell’ urna in elettori motivati.

Che fare intanto? Nell’attesa di un’azione elettorale riformatrice in chiave proporzionale, per un territorio che oggi la merita perché nella natura stessa dello spirito autonomista di questa terra, si agisca intanto nel vigente alveo delle regole maggioritarie attuali, senza pannicelli ed infingimenti.

Della balcanizzazione elettorale del Trentino la nostra gente non ha bisogno, e questo non perché non lamenti la necessità di proposte politiche diverse, ma perché non può accettare che queste lo siano solo di facciata.

 

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Walter Pruner

Trento

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