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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * COVID E UCRAINA: « AI SIGNORI CHE IERI SI FACEVANO L’APERITIVO A BORGO VALSUGANA PER COMBATTERE LA DITTATURA SANITARIA, VA INCULCATO CHE LA DITTATURA È IL FUMO DEI CANNONI »

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17.17 - domenica 27 febbraio 2022

Il Draghi tecnocrate, attento solo ai numeri, dipinto al disopra di ogni empatia, impatta con l’accelerazione di una pagina nerissima della storia contemporanea. Questo Draghi ha la voce spezzata dall’emozione e racconta in Parlamento del tentativo di videochiamata con l’omologo ucraino, fallito perché d’improvviso questo era impedito dalle cannonate attorno al Palazzo.

Ma il sentimento strozzato in gola, appena accennato, di questo premier ci riporta coi piedi per terra. Riporta al senso della politica concreta, delle scelte, delle paure, delle decisioni. La politica dei valori innegoziabili che attorno a questi non può permettersi divisioni, impone compattezza.

Putin è dittatura. La libera manifestazione No vax di ieri a Trento contro la dittatura sanitaria e non contro la dittatura militare del dittatore russo è un’offesa al popolo ucraino e uno schiaffo al popolo trentino compattamente solidale con la martoriata Ucraina. La dittatura dell’aperitivo contro la dittatura sanitaria offende chi oggi l’aperitivo lo sta ricevendo per mare, per terra e per aria tra il sibilo delle sirene e le bottiglie molotov, non di spriz.

La dittatura è questa roba qua. Ai signori della “dittatura sanitaria” andrà detto che con le parole non si scherza. Ai signori della dittatura sanitaria che ieri si facevano l’aperitivo a Borgo Valsugana per combattere la dittatura sanitaria, mentre la dittatura militare bombardava la popolazione civile a meno di 2000 km da Borgo Valsugana, va inculcato che la dittatura è il fumo dei cannoni, le granate, l’annientamento dei diritti democratici. Non scherziamo con le parole, per favore.
Detto ciò, mi auguro che duri tutto il tempo necessario a dipanare questa delicatissima situazione la trasversalità politica di queste concitate fasi. Perché il tema dei distinguo, delle virgole, dei contrappunti adescatori di consenso, rappresentano un virus tutto italiano che mai muore e è sempre pronto ad insinuarsi nello slalom tra demagogie e populismi.

Sicuramente non tutto è stato cristallino e privo di errori. Putin ha avuto un’ascesa passando da un percorso che nulla ha a che vedere con quello dei nostri padri costituenti. Basti pensare che il giovane Putin fu mandato con successo personale a difendere a Berlino gli interessi di chi il Muro sosteneva e non di chi lo stava picconando. La sua Resistenza si chiama KGB, il suo mantra è annientare l’avversario colpendo per primo, mai immaginando un dialogo.

Putin ha coltivato ottimi rapporti con i sovranisti interni ai diversi Stati europei; anche in Italia molti lo hanno ritenuto un modello.

Una democrazia forte, e vedremo quanto questa lo sia, dovrà però essere in grado di non nutrire risentimento verso populisti e sovranisti che hanno lisciato il pelo agli oligarchi russi. Il fronte di condanna deve essere compatto, coeso e lungimirante: contro chi ha aggredito ed a favore dell’aggredito, senza equivoci.
Autodeterminazione, autonomia amministrativa, tutela delle minoranze, gestione democratica dei territori e delle sue risorse, confermano ancora una volta che la scelta del modello autonomistico quale risposta alle polveriere etniche mantiene una modernità fenomenale ed uno strumento politico competitivo anche sullo scacchiere internazionale.

Lì sta, e solo lì può rimanere, il popolo autonomista, convintamente al fianco del popolo ucraino.

 

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Walter Pruner

Trento

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