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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * COMUNITÀ: « I NONNI SALUTARONO PER L’ULTIMA VOLTA I NIPOTI E DISSERO, ” FATE QUELLO CHE È GIUSTO PERCHÉ PER QUELLO CHE È UTILE C’È SEMPRE TEMPO »

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11.38 - giovedì 28 luglio 2022

In un villaggio del Trentino, nel dopoguerra della ricostruzione, viveva, nella massima indigenza, una famiglia numerosa. Nonni, genitori e figli. Il lavoro era poco, la voglia di riscossa tanta, tanta quanto la povertà che attanagliava l’intera comunità.

La coesione di questa famiglia e il desiderio di arrivare a coronare il sogno di ripresa fecero in modo che genitori e figli si impegnassero tanto da portare il tenore della famiglia ad un certo benessere. Benessere interrotto delle volte da qualche litigio familiare, ma sempre superato.
Negli anni la famiglia nutrì ottimi rapporti nel paese e fu molto integrata. Collaborò con forza d’animo e spirito di generosità affinché anche le condizioni dell’ intera Comunità migliorassero.

E cosi fu. Arrivò il tempo della carestia in cui l’intero paese patì e patì molto. I genitori, dopo aver controllato il granaio, e chiamando a raccolta i numerosi figli, decisero di.chiudersi all’interno della tenuta con tutto il proprio grano.

Nel frattempo la carestia strinse nella morsa il paese, che bussando alla porta della ricca tenuta per chiedere collaborazione e grano, non ricevette risposta. I paesani bussarono ancora nei giorni a seguire ma si sentirono rispondere che loro al momento stavano bene da soli, e non avevano deciso se aiutare o meno la Comunità in questa grave carestia.

Batterono ancora al portone d’ingresso i paesani, la settimana seguente, nell’ afosissimo mese di luglio, e si sentirono dire che dovevano attendere consigli da alcuni amici del Sud Tirolo. Poi, a ridosso di quel ferragosto caldissimo, dopo altre numerose chiamate, finalmente arrivò la risposta, quella che i paesani non si aspettavano: dalla tenuta i signori dissero che avevano deciso di tenersi le mani libere; e lo sconforto pervase la comunità. Passò l’estate, arrivo la fine di settembre, la carestia allentò la presa ed i forni incominciarono ad emanare un caldo profumo di pane.

Nel frattempo, era il 26 settembre, nella tenuta il grano finì, il portone si aprì: i signori, nella solitudine più assoluta uscirono , e bussarono alle porte del fornaio che consegnò loro solo il pane più duro rimasto. I signori allora, arrabbiati, sbattendo la porta dissero:”Ma perché questo trattamento, noi non abbiamo pesato sulla carestia, avevamo del nostro”. Passò ancora un anno e l’ottobre successivo gli stanchi nonni, convocata la famiglia, vollero salutare per l’ultima volta i nipoti, raccomandando loro di fare sempre, comunque, quello che è giusto, perché, per quello che è utile, c’è sempre tempo.

 

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Walter Pruner

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