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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * COMUNALI TRENTO: «IL PRODOTTO POLITICO CUCINATO IN QUESTI GIORNI MOSTRA IN TROPPI CASI RITARDI, PRESSAPPOCHISMO – ARRENDEVOLEZZA – RINUNCIA – RASSEGNAZIONE»

Scritto da
11.30 - mercoledì 12 marzo 2025

Gentile direttore Franceschi,

 

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano “Corriere del Trentino“, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

*

Walter Pruner – Trento

 

 

 

Col voto amministrativo nel comune di Trento si innesca una dinamica di tipo politico, che piaccia o meno, forte. Governare il comune del capoluogo non è solo provvedere alla normale amministrazione che riguarda il decoro urbano, l’illuminazione, l’asfaltatura, la copertura delle buche: tutto necessario, per carità, ma non sufficiente.

Occorre una lettura politica capace di cogliere le problematiche alte di una città che sappia rispondere alle urgenze e pianificare una idea di futuro per la propria comunità. Affitti, asili, invecchiamento della comunità e servizi agli anziani, sicurezza, rapporto tra sviluppo del territorio e tutela dello stesso, pulizia, sostegno al volontariato, ma soprattutto interventi alla persona. E’ dal benessere del singolo che parte il benessere della comunità, non parlo del benessere rilevato dai grafici o dalle medie di Trilussa, ma quello percepito da chi è attardato o semplicemente svantaggiato dalle circostanze e dagli eventi.

Un’ amministrazione, quella futura, che pur nella continuità sappia mantenere al suo interno la capacità sempre più richiesta, di cambiare marcia ed ordine di priorità secondo le emergenze, ma nel contempo sulle grandi sfide indicare una idea di futuro lungo le direttrici che segneranno i prossimi decenni. Con questo sogno è possibile interessare il cittadino balneare attratto più da un ponte lavorativo che dal seggio elettorale il prossimo 4 maggio. Il 60,93% di votanti di cinque anni fa a Trento è una cifra che la nostra terra abituata a risposte partecipative di tutt’altro tenore non ci rasserena, anche perché inserite in un complessivo trend inerziale calante.

Il dato al voto dell’ 85% nella vicina Germania non deve sorprendere solo per la sua entità, quanto per il suo chiaro contenuto politico. Nel momento di massimo rischio di ingovernabilità ma anche di messa in discussione di una credibilità internazionale, legata al fenomeno dei neonazisti dell’ AfD, è scattata una risposta matura, naturale e forte. Un voto che ha confermato nei fatti la svolta a destra e la sconfitta inequivoca della SPD, ma all’interno di una evidenza e praticabilità politico istituzionale che non mettesse a rischio la tenuta sociale.

Trento non è certo la Germania e i confronti costituiscono in politica azzardi ancora più gravi.
Ma alcune similitudini, in un’ era globale ammorbata dai veleni del populismo e del razzismo non solo etnico ma che tocca svantaggiati, disabili, fragili, gli ultimi o per mutuare il Santo Padre ”gli scartati”, qualche riflessione vale forse la pena di fare. Internet, intelligenza artificiale e velocità di circolazione di informazione più o meno deformata, ma pur sempre pervasiva e corrosiva, rendono le distanze tra stati e paesi sempre più permeabili.

I temi internazionali non fanno parte dei programmi politici di elezioni amministrative: questo è indiscutibile. Ma il clima di guerra, di incertezza, di timore per il futuro condizioneranno certamente l’ animus dell’elettore il prossimo 4 maggio. L’ elettore mi auguro sappia rispondere, lo faccia in una direzione o nell’altra, manifestando con la sua partecipazione al voto per quale tipo di confronto voglia parteggiare. Esiste un modus di affrontare i problemi di una comunità che prescinde dalle soluzioni, ma che ne determina le sue declinazioni, e quindi va ad impattare sul cittadino.

L’arroganza trumpiana, l’offesa, la denigrazione dell’avversario, il concetto mercantile della politica, l’abuso del mezzo televisivo, il travisamento e la mistificazione della realtà sono passati in questi giorni dividendo la comunità anche locale. Vi è all’interno di questa terra degasperiana, autonomista, riformista e solidale spazio per questo virus? Esistono nelle nostre comunità i contrappesi, la maturità, il senso critico necessari a porre un muro netto nei confronti di queste aberrazioni? E’ importante capirlo ed è fondamentale conoscere il livello di impermeabilità della nostra comunità, a fronte di già percepibili reazioni popolari, commenti e valutazioni collusive che stanno circolando.

A fronte di questo severo rischio, non giova certamente rispondere con facilonerie approssimative o calcoli di partito che giocano d’azzardo. Non si tratta di attribuire patenti o voti di democrazia ad alcuno. Qui non centrano le appartenenze, ma la serietà delle proposte in campo e la pulizia morale delle stesse, prima ancora dei contenuti. La politica non è per tutti ed ha delle regole non scritte che sono quelle della vita quotidiana, privata, professionale e riguardano competenza, abilità relazionale, serietà,rispetto, capacità di mediazione.

Un kit di attitudini che non è il famoso kit del candidato di berlusconiana memoria, ma possono essere riassunte, pescando anche da quell’area, dal modello di un berlusconiano indipendente della prima ora quale fu l’illuminato ministro Domenico Fisichella nel governo Berlusconi 1.
Al contrario, il prodotto politico cucinato in questi giorni, mostra in troppi casi ritardi, pressappochismo, arrendevolezza, rinuncia, rassegnazione, quasi che si trattasse di improvvise ed inaspettate elezioni anticipate.

E’ stata una ferita mortale quella inferta, un pasticcio avvelenato il far passare l’ idea alla comunità che vale spendersi bene solo quando c’è possibilità di vincere, e che quando questa eventualità si trasforma in chimera allora si possa giocare con le persone, con la loro storia e magari ancora prima che la si siano fatta.

E’ chiaro che in questo tempo di avvicinamento al voto uno dei piatti sottesi, la portata principale, è stato per alcuni il menu “Provinciali 2028”, per il quale dalla cucina tirolese è spuntata non solo la paprika ma un’ emulsione di curaro. Di queste “raffinatezze” culinarie in una fase di grande, intensa gravità, si poteva farne anche a meno.

 

 

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