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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * CHIUSURA “NUOVO TRENTINO“: « DANNO PER LA CRESCITA DELLA COMUNITÀ, L’OTTIMO MANTOVAN ARRICCHIVA LA COMUNICAZIONE NOSTRANA »

Scritto da
08.40 - martedì 1 agosto 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

la chiusura di testate giornalistiche non è mai una buona notizia. Non è mai una notizia da annoverare tra quelle che riguardano il fallimento di attività commerciali, perché pensare di portare su questo livello economico pur importante, la contrazione del pensiero libero, è un danno che tocca la crescita culturale di una comunità tutta, l’esperienza del Nuovo Trentino, liberamente e con coraggio guidato in questi mesi dall’ottimo Paolo Mantovan, arricchiva il quadro della comunicazione nostrana fuori da logiche compromissorie.

Credo che nessuno potesse prevedere né immaginare che la nascita di questa esperienza editoriale, impedita di festeggiare addirittura il primo anno di vita con la chiusura annunciata per metà agosto, avrebbe stravolto la crisi di vendite della comunicazione cartacea locale, che segue un trend purtroppo nazionale e mondiale. Non era certo questo il compito.

Quello che tale operazione chiavistello celava a monte, al momento della messa a terra di questa testata, è frutto di interpretazioni e letture che vanno in una direzione prevalente. Ma non è questo il tema. Sorge invece insistente in queste ore la domanda che riguarda il contesto editoriale locale rispetto al quale in futuro il lettore, il fruitore, si troverà a muoversi.

Saranno sempre e solo logiche di mercato ad avere la meglio o verranno tenute presenti anche le aspettative di una comunità preoccupata di capire quale sia il ruolo e la qualità che la informazione locale avrà? Vi è insomma una sorta di impegno morale ad investire in cultura, in qualità di proposta in questa terra, o si intende procedere a considerare il sapere e la conoscenza, alla stregua di una qualsiasi azienda che valuta freddi costi e benefici?

Vi è poi una sorta di profumo floreale in territorio limaccioso, che porta molto prosaicamente a chiedersi se nel caso di specie fossero proprio questi tre mesi che ci separano dall’appuntamento politico più importante del quinquennio ad essere decisivi ai fini di bilancio.

Se sì forse il piano aziendale di partenza, incapace di traguardare una visione a dodici mesi, nasceva già con criticità di partenza allarmanti o moventi equivoci. Se no, e se quindi l’incipit non è economico, spegnere un faro sul campo della finale non è un gesto che il pubblico, subito dopo i giocatori sul terreno di gioco, meritava. Con la mia personale solidarietà all’intero corpo giornalistico de “Il Nuovo Trentino”.

 

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Walter Pruner – Trento

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