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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * AUTONOMIE DIFFERENZIATE: « SI LAVORI AFFINCHÉ IL NOSTRO MODELLO NON VENGA PREGIUDICATO, SCHIACCIATO DA ORDINI POLITICI NAZIONALI »

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07.02 - giovedì 16 febbraio 2023

Esistono dei momenti politici capaci contemporaneamente di sorprendere, preoccupare, entusiasmare, stimolare. Uno di questi lo stiamo vivendo, ed è quello specifico, in tema di Autonomia, a Trento ed in relazione all’ inedita accelerata imposta da Roma. L’ occasione di un ulteriore tranquillo sereno dibattito ci viene dalla presentazione del disegno di legge sulla autonomia differenziata, su cui il governo Meloni ha tutta l’ intenzione di andare a dama.

Il sentimento della sorpresa deriva dalla rapidità con cui la decisione è passata dal cassetto alla scrivania. La preoccupazione viene dalla modalità direttoria con cui la nostra Regione è stata asimmetricamente coinvolta con Bolzano già in area chirurgica e Trento in astanteria. L’entusiasmo scatta per il fatto che il tema autonomia entra in priorità di governo. Mentre la stimolazione è imputabile alla irreversibilità della decisione politica. Questa impone zero ritardi, zero dilazioni, piena consapevolezza che, attesa la reputazione politica di cui gode il ministro Calderoli su questo tema da parte della premier, non sono prevedibili bluff e quindi non possiamo farci cogliere impreparati o attardati vista anche la rapidità con cui il ministro ha “calderolizzato” l’agenda politica ponendo tempi stringenti.

In forza di tutto ciò, la preoccupazione invece si rivolge al clima potenzialmente distratto da cui il panorama politico locale rischia di essere avviluppato, pervaso come è logico che sia dal tema delle elezioni regionali prossime di autunno. Una fortuita arma di distrazione di massa questa delle elezioni, dalla quale però non possiamo permetterci in alcun modo, di essere coinvolti: il benché minimo errore o sottovalutazione potrebbe produrre veri e propri disastri al nostro sistema ordinamentale infilandolo all’interno di una deriva “mista” assai insidiosa, come ha perfettamente indicato una delle massime autorità in tema di Autonomia e rapporti con Roma, Gianfranco Postal, in un’intervista di qualche giorno fa.

Al di là dunque degli ovvi tentativi di minimizzazione di ogni rischio da parte delle forze di maggioranza, e di enfatizzazione strumentale di quelle di minoranza, occorre un contratto pattizio tra galantuomini a spostare poi, se proprio, il “Risiko” dello scontro su contenuti e tematiche. Oggi si deve lavorare affinché il nostro modello attuale non venga pregiudicato, schiacciato da ordini politici nazionali, che sull’ onda di spinte locali hanno posto per la prima volta il tema in maniera forte e politicamente sostenuta; è chiaro cioè che questa riforma non può avere per sua natura al centro primario le nostre terre regionali, perché nasce da una vera e propria “rivoluzione” nazionale in tema di Autonomia che, come richiesto dalle altre regioni hanno queste al centro dell’azione riformatrice. La Lega sta legittimamente incassando la cedola elettorale, andando a giocare la partita che le consenta una ripresa di autorevolezza politica in quei territori specie del Nord “affamati”, che attendono da “mò” la messa a terra delle promesse in tema di Autonomia.Non temo la intenzionale manovra di un’azione contro la nostra regione, non ci sarebbe motivo, almeno ora. Il rischio mortale è invece che la conduzione di un processo complesso e non chiaro in tema di approdi istituzionali, crei incidentalmente le condizioni di una ibridazione del nostro sistema con pericolose interferenze interpretative.

Io non credo che gli esiti di questo cioccolatino meloniano alla Lega ed a qualche Governatore del Nord possa di suo impattare, e lo dico con rammarico. Ma non respiro sincerità politica tra gli attori politici coinvolti che hanno, alla fine, solo nella Lega un convinto ed interessato interprete, negli altri interni alla coalizione invece, sentimenti più preoccupati di risvolti elettorali e protezionistici di un sistema, che volenterosi di un cambio reale e radicale. Lo scontro torna insomma ad incrostarsi ancora e nuovamente attorno al mai superato e metabolizzato tema che Gaetano Salvemini, nel secolo scorso, individuava nella annosa e mai risolta questione meridionale. Al di là dunque delle letture programmatiche più o meno percorribili ecco pronto un tema anche elettorale che può unire e fare capire quanto le geometrie politiche regionali siano interconnesse ed abbiano bisogno di grande massa critica e compattezza. In attesa di confronti che saranno pressanti con Roma, stiamone certi che arriveranno, e saranno necessari su piano di grande visione e coesione. Un binario unico, ed un treno anche a più vagoni, per carità, ma uno, quello che deve trattare con Roma, non esistono altre vie. Pena il deragliamento di un ordinamento autonomistico che è tanto garantito quanto e se unitariamente sostenuto.

 

 

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Walter Pruner

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