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LETTERE AL DIRETTORE

WALTER PRUNER * AMMINISTRATIVE 2023: « PARTIRANNO CON IL VENTO IN POPPA LE FORZE POLITICHE CHE PRIMA E MEGLIO DI ALTRE DIRANNO DOVE STANNO, CON CHI STANNO E PER FARE COSA »

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10.57 - sabato 25 giugno 2022

Quando una Comunità contiene al suo interno molte contraddizioni esse costituiscono il suo sale, quando queste sono troppe riducono il cibo politico talmente salato da renderlo inavvicinabile. E’ così che l’ elettore continua ad aumentare di consultazione in consultazione il suo livello di disaffezione. Anche una terra come la nostra, nella quale la partecipazione era considerata prima ancora che un dovere civile un impegno morale, ci stiamo piano piano avvicinando all’ andamento generale nazionale. La consultazione nazionale di questi giorni conferma che la forbice tra gente e partiti è in continua divaricazione.

La crisi riguarda disaffezione selettiva nei diversi ambiti associativi, orgoglio questi, un tempo, di una democrazia criticata, attaccata, ma partecipata. Cooperazione, sindacato, stampa, solo alcuni esempi di numeri di adesioni attive mancanti e che vanno ben oltre la crisi dei partiti. Si tratta dunque di provare a trovare elementi capaci di alleviare le criticità.

Tra queste è indubbiamente rilevante il dato della complessità che richiede competenza, studio e non improvvisazione. L’epoca dei social che vorrebbe ridurre ad un tweet gli esiti di un approfondimento comporta la forza in campo a leader veri capaci di approfondire e guidare a prescindere dai sondaggi e nelle forme che le singole problematicità comportano. All’ interno della necessità di affermarsi con risposte concrete, precise e dettagliate, la richiesta riguarda i perimetri di gioco che devono essere precisi, chiari, determinati, all’insegna della comprensione.

La dialettica di questi mesi invece continua ad andare nella direzione opposta: ne è una riprova il linguaggio incomprensibile con cui si è preteso di avvicinare al voto referendario la gente su quesiti incomprensibili anche agli addetti ai lavori. Circa poi la cecità politica di geometrie variabili che fanno di maggioranza ed opposizione ruoli sovrapposti ed a volte addirittura interconnessi, mutabili nel tempo e ripetuti nel tempo di una stessa legislatura, il discorso appare ancora, se possibile, grave, paradossale. E’ difficile da capire. Di certo il non addetto ai lavori rimane sconcertato.

Per il Trentino il doppio passaggio elettorale del prossimo anno, quello delle elezioni nazionali a primavera, e quello provinciale ad autunno, non è da sottovalutare. La politica nazionale andrà ad intervenire con decisioni sostanzialmente innegoziabili sul piano delle alleanze anche in Trentino, e questo produrrà certe conseguenze anche alle provinciali da lì a qualche mese.

Le forze che prima e meglio di altre diranno dove stanno, con chi stanno e per fare cosa partono con il vento in poppa. Le forze che rumineranno decisioni partorendo indefiniti e tardivi progetti, saranno destinate a cesure elettorali mortali. Il sistema elettorale poi, che piaccia o meno, ma questo è quello vigente, non prevede doppi turni o particolari scivoli: riduce alla irrilevanza vassallifera le forze minori, premia oltre misura le forze maggiori. Tradotto: chi si presenta diviso perde, chi condivide anche con sofferenza un largo progetto coalizionale, vince.

La democrazia non richiede particolari ruoli patibolari, ma oggi credo domandi più di ieri di concorrere coi propri ideali alla vittoria del proprio scegliendo l’ideale più affine e non quello favorito. In questo sta una leadership forte.

 

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Walter Pruner

Trento

 

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