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LETTERE AL DIRETTORE

VINCENZO SCARLATO * VACCINAZIONI: « AL MOMENTO LA MAGGIORANZA DELLE PERSONE SOGGIACE AL CULTO DELL’IGNORANZA DELLA VILTÀ E DELL’EMPIETÀ, DA ENNA A BOLZANO »

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16.53 - lunedì 27 settembre 2021

-Davide e Golia-  Oramai abbiamo superato ogni limite. Vivacchiamo in una Babele generale, dove la confusione appunto regna sovrana, e l’azione dell’uomo puntualmente si accompagna al degrado morale e civile del Paese, estremamente corrotto, incapace e colpevole. Abbiamo così talmente sconfinato nella prostituzione intellettuale e sociale, che tutto ciò che prima era auspicabile pensare come rientrante negli alvei dei regolamenti e delle leggi, oggi sembrano sparire sotto gli occhi di un’indifferenza collettiva.

Appare a tutta prima osservare, che a nessuno importi un fico-secco di questa impressionante deriva nazionale, dove all’addormentamento generale delle coscienze individuali, si contrappone l’oscuramento di ogni forma o principio di libertà, in ordine a pensieri ed opinioni. Nessuno può avanzare idee o proposte che non siano già preliminarmente allineate al pensiero unico, come una vera e propria religione mondialista, e non essere immediatamente tacciate di astrattismo e fantasticheria.

Ecco, a cosa siamo giunti, per aver con leggerezza delegato i nostri interessi vitali, a chi doveva osservarne l’importanza capitale e, di conseguenza farli rispettare, come processo di sviluppo sociale e giuridico, e che oggi a suo piacimento ha deciso bene di sospenderli, fregandosene altamente delle norme costituzionali, e di qualsivoglia intesa sugellata con accordi sovrannazionali. Oggi, e lo possiamo affermare incontestabilmente, senza che il dubbio si stagli all’orizzonte della nostra immaginazione, che nel nostro Paese è in corso un severo rastrellamento del dissenso verso gli uomini disallineati, che rifiutano la concentrazione di un potere assoluto e dispotico, e resistono caparbiamente ad ogni spinta istituzionale, politicamente disumana, che li vorrebbe piegati ad un perpetuo assoggettamento, come lavoratori-schiavi, numerati, bracci meccanici, sempre in nome della medesima scienza, la neo-liberista-comunista, apparentemente un ossimoro giuridico, ma da dove tutti oggi traggono massimo profitto, sorridendo assieme sotto la bandiera vaccinista-arcobaleno-globalista, e accanto alla quale non è da escludere le presenze di forti corporazioni giuriste, anche loro collassate, come riferiscono tanti scritti del giudice Palamara.

Insomma, un affare trasversalmente riuscito, includendoci anche il responsabile numero uno di questa debacle universale, ossia il Papato, come magistralmente spicca dalle illuminanti riflessione dell’ex nunzio apostolico, Carlo Maria Viganò, che non vedo, a breve, margini puramente realistici che alludano ad un sollecito recupero di un popolo, completamente acefalo e, dunque, culturalmente acerbo ed inadeguato a ricomporsi in uno stato di sufficiente dignità e ripresa.

Al momento, la maggioranza delle persone soggiace al culto dell’Ignoranza, della viltà e dell’empietà. Da Enna a Bolzano.

Ma per fortuna che c’è un vice-questore che mostra “le palle“. La cosa che può apparire strano, è che ad esibirle sia una donna degli apparati, dello Stato, di chi in prima persona è chiamata ad interessarsi di cose veramente serie, in termini di ordine e giustizia, per allertarsi a scendere in piazza per lottare contro provvedimenti liberticidi, e opportunamente, da libera cittadina, sollevare critiche ponderate all’indirizzo di chi vuol instaurare invece il male, non contemplato nella Costituzione, ed aprirsi un varco all’abrogazione  di una serie di libertà, che noi italiani abbiamo imparato a conoscere e gustare dal 1948 in poi, e che oggi sembriamo quasi pronti a smarrirne il ricordo, a favore di un antidemocratico, dissepolto Ancien regime, che come uno spettro aleggia sullo Stivale, presago di sventure.

Tanti restano a casa in panciolle, ad osservare come oscilla la borsa, e degli effetti ricadenti sulle proprie quote azionarie.

È prerogativa di questa gente, infatti, mandare gli altri in avanscoperta. È il comandamento che più seguono durante la vita, cioè ricorrere alla pederastia, servendosi del sedere altrui. E questo, ahimè, ahinoi, rientra nell’economia generale del Karma di un popolo, ovvero risponde ad una legge spirituale a cui non ci su può sottrarre.

Ma anche parafrasando in termini più rozzi, guardando alle leggi che regolano il commercio, possiamo concordemente convenire sul fatto, che ciò che si può perdere in quantità lo si può facilmente acquistare in qualità.

È nella storia dei popoli, è nelle anime coraggiose, il convincimento di continuare con quello che si ha a disposizione. E se è poco, a poco conta essere in tanti o in pochi. Non arrendersi, è per noi non un astratto invito di una norma, ma è il dovere che vive in ogni uomo, a difendere ciò che di umanamente superiore in essa è stato impresso e scolpito. Proseguire per la strada maestra del bene, non è affatto un crimine, quando a muovere le coscienze è un sano e puro buon senso,  …”a non commettere atti impuri”, come diversamente sostengono le prezzolate reginette dell’informazione, e i manipolatori delle nostre cellule.

È un déjà-vu, che forse ritorna come monito per noi, a non cullarci troppo nella bambagia: Davide contro Golia.

E sappiamo come finì.

 

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Vincenzo Scarlato

 

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