News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

VINCENZO SCARLATO * CLIMA E AMBIENTE: « LA GRANDE GIOSTRA, NE SONO FIOCCATE DI IMMAGINI NELLA CALEIDOSCOPICA KERMESSE ROMANA DEL G20 »

Scritto da
12.53 - martedì 9 novembre 2021

– La Grande Giostra – Ne sono fioccate di immagini, nella caleidoscopica kermesse romana del G20. A migliaia, sono stati gli scatti. Le foto più rappresentative hanno fatto il giro del mondo, a consolidamento di quell’immaginario collettivo che siamo riusciti a sdoganare oltre confine, e di cui l’industriosa intelligenza italica ne va pazzamente fiera, e mai prova stanchezza o nausea nel preparare eventi di esclusiva mondanità, dove la classe non è acqua, e l’ospitalità che s’accompagna alla magnanimità diventa garanzia di stile e di carattere, che solo noi abbiamo, per regnare eternamente fra calcinacci e rovine imperiali.

Che bello vederli tutti insieme, avvinghiati in quell’abbraccio caloroso, che sa di buono, di bello e di vero! Che reca in sé le migliori aspettative di vita e di felicità, quando all’opera ci sono i primi della classe. Come puoi dubitare delle intenzioni di una così altisonante assise, così rigorosamente composta, per assicurare a tutti noi il bene possibile? Affinché il Pianeta possa trovare finalmente il giusto rapporto con l’azione umana? Dunque, quale terra meno inquinata potevano scegliere, se non la nostra bella Italia, per dare il definitivo impulso a quelle linee programmatiche di effettivo risanamento ambientale? Che per colpa nostra, e solo nostra, e mai per colpa loro, continuano a girare il mondo come una trottola impazzita, mai stanchi e depressi, scomponendosi e ricomponendosi nelle loro interminabili delegazioni di Specialisti del Settore, solo animati dal fervore massimo di avere a cuore la guarigione del più grande malanno che il mondo abbia mai sofferto dopo il Covid-19, Il Clima?

Ora sono qui a proteggerci, indomiti nella grande crociata ambientalista, fino alle estreme conseguenze. Tutti per uno, uno per tutti. Dumas schiumerebbe dalla rabbia, se li vedesse brandire la durlindana della causa verde, come i veri combattenti dell’umanità. Sono a Roma, sì, con le rispettive dame o damigelle, e tutta la servitù necessaria a preparar loro una minestrina calda, quando saranno di ritorno alla sera, affamati e stanchi, che non desiderano altro che spiaggiarsi su di un giaciglio spoglio, fatto pure di pietra lavica. Potevano mai lasciarle a casa da sole, nelle loro fredde abitazioni di periferia, queste dame e damigelle, rinchiuse in spazi angusti, privi di sicurezza e di domotica, fino al ritorno di moschettieri del re? Sì, questa ineccepibile condotta non ha nulla a che fare con quella del facilone Ulisse, che riabbracciò Penelope ritornando ad Itaca, dopo 10 anni. No no, i nostri eroi di oggi, quelli della politica e dell’ambiente, non sono vigliacchi come l’astuto acheo, che lasciò incustodita la propria reggia, e Telemaco ancora piccolo, col fido Argo, in balìa di quattro presuntuosi straccioni, intenzionati a portargli via la casa, e profanarne il talamo. Veramente un ingrato, fu quel figlio di Laerte e Anticlea! Oggi é diverso, per i nostri impareggiabili alfieri della natura e del clima. Loro mostrano invece il vero coraggio dell’uomo tutto d’un pezzo, senza mentire mai al loro popolo, come diversamente fece lui scappando dalle sue responsabilità, per attaccarsi al bel seno della figlia di Alcinoo, Nausicaa.

Intanto, per non avere rimorsi o rimpianti, i nostri condottieri del clima le portano con sè, a costo di accomodarle nel cofano-motore, qualora non trovassero posto sulle scarne poltroncine di una consunta ciniglia. Ma mai come bagagli, sia ben chiaro. Eh sì, perché queste ancelle del sacro cuore incarnano la più bella immagine della famiglia universale, qui nella capitale per sugellare il nuovo patto di alleanza, fra la verde speranza umana e la rossa collera di una Chiesa che non cede ai ricatti del Potere Oscuro di Saruman.

E dove sarebbe potuto accadere tutto questo, se non nella terra delle romanticherie varie, in quella terra frizzante ed elegante, che siamo noi, dove i nostri amati politici si fanno in mille pezzi, per congreghe occulte, battenti bandiera arcobaleno? Sfrecciando ammassati nelle piccole utilitarie, fra la Cassia e l’Aurelia, puntando su Ottaviano, fin dentro le mura leonine, nella speranza che si spalanchino ai loro occhi le intriganti stanze dei Borgia, sempre che don Camillo non inciampi nelle sue ciabatte, nel tentativo di afferrare il lungo chiavistello? Quando finalmente si apriranno alla curiosità della sua proverbiale sapienza teologica, la stessa che da 8 lunghissimi anni, come tutti noi italiani sappiamo, irrompe nelle nostre cupe esistenze, irraggiandole di vivida luce, grazie alla qualità dei pensieri unici, purissimi e rari, che parlano in modo così originale del Figlio dell’Uomo, e di quanto da Esso sgorghi in direzione della vita spirituale dell’uomo stesso? Che siparietto! E per finire in gloria, dopo tanto nutrimento divino, e qualche secco cantuccio bagnato in passito scadente del ’65, non guasterebbe se nelle signore sorgesse l’idea di fare una visitina in via Veneto, specie al crepuscolo, quando la sera si dipinge di rosso-bruno, e con le sue ombre amplifica la suggestione della Grande Bellezza.

Perché lasciarsi scappare questa ghiotta occasione? Visto che passerà del tempo, prima che ritornino a narrarci di altre fantastiche storielle, che nessuno meglio di noi italiani ci crede così fermamente, ma che nello stesso tempo dimentichiamo, come se non avessimo più memoria? Oh sì, la memoria! La nostra. Un accessorio vago, lento ed imprecisato, che nessuna razza al mondo può vantare così dignitosamente. Sì, proprio noi, che nonostante le pezze al culo, e l’incoronazione a nazione/cavia, siamo e restiamo degli inguaribili gentiluomini, .. e santi ..e poeti ..e navigatori. I requisiti del popolo perfetto.

Purtroppo, noi siamo italiani, e non altro, e non conta se da oltre trent’anni la povertà e il decadimento strutturale è divenuto il nostro marchio di fabbrica, che ci ridicolizza dinanzi a tutti gli altri popoli, che, seppur non navigano in acque tranquillissime, ma almeno son animati ancora da sani rigurgiti di dignità sociale, culturale e spirituale. Anche Lukashenko, ha dato dimostrazione qualche giorno fa, che la tirannia bisogna saperla esercitare, se non si vogliono ricevere cattive sorprese, da un popolo bastonato oltre il dovuto. E pensare che la bella Condoleezza, lo voleva morto a tutti i costi, quand’era in sella Casa Bianca, ai tempi in cui cospiravano contro i mulini a vento di don Chisciotte, alla ricerca delle armi chimiche di Hussein. Loro sì che erano buoni cospiratori, che riempiendoci di fregnacce mediatiche su Saddam, scaricavano arsenali militari su poveri civili inermi, che sfuggivano alle bombe scappando scalzi lungo le confortevoli strade di Tikrit e Mosul. Ecco, ora è probabile che sia venuto il nostro turno, adesso che siamo socialmente ed economicamente fritti, e la paura sanitaria comicamente ci sommerge fino al collo, come un’inarrestabile diarrea infantile.

In un paese, dove poggiare un tavolino a terra, equivale ad un perentorio atto espulsivo, o ad un esilio. Sì, proprio com’è capitato al temibilissimo cospirazionista triestino, Puzzer, sorpreso senza licenza ad arrostire castagne in Piazza del Popolo, a Roma, e dichiarato reo di pratiche illecite, non autorizzate, su suolo pubblico, e per questo condannato ad abbandonare immediatamente la piazza, con un’ammenda di 5.000 fiorini d’oro, se non voleva essere arso vivo, al Circo Massimo. E così ha fatto. Ha rimosso il banchetto, ed è ripartito per il capoluogo triestino, a spellare sgombri e sugarelli sulla banchina del porto, su ordine del capitano Findus. “Sic transit gloria mundi”.

Ecco, dunque, pronti a subire gli effetti di un’altra “troika”, magistralmente adattata stavolta a noi, per ridurci a cenci umani, visto che il suo rappresentante più illustre è venuto a prendersi cura di noi, con la stessa eleganza coi cui trattò i cittadini di lingua greca. E pensare che, per giungere fino a noi, s’è fatto disarcionare apposta, da tutti i suoi amici fantini, infaticabili costruttori degli Stati Uniti d’Europa. Pensate, che è smontato dal cavallo più nobile d’Europa, solo per il nostro bene, e non per altri reconditi motivi. Lui che non è un politico; lui che non è mai stato eletto dal Popolo; lui che non per colpa sua, è stato banchiere sin dai suoi primi vagiti, e che ha scalato la Goldman Sachs poche ore, più di quanto non riuscisse Sir Winston Churchill di consumare, nell’arco di un solo giorno, i suoi 10 profumatissimi sigari alla ciliegia.

Eppure, alla fine si è convinto che la nostra ripresa economica, sarebbe dipesa dalla rapidità dei suoi provvedimenti. E subito si è visto, infatti! Come sia riuscito a coagulare intorno a sé, la squadra più eterogenea mai vista negli ultimi 100 anni. Sì, mai così tanti scesi in campo accomunati dal medesimo sforzo. Ha messo insieme tutti: materia e spirito, comunisti e cattolici, medici e sacerdoti, sindacalisti e confindustria, esorcisti e demonio, deforestazione e natura, satana e i bambini. Beh, a questi ultimi sta preparando un servizio di altissima prospettiva. Stanno per ricevere la prima comunione. Pardon, la prima dose del siero magico, che per loro sarà come la prima comunione. Essa costituirà per il futuro, la nuova Eucarestia della Scienza.

Ecco, a noi non resta che pregare tutt’insieme, e rivolgere a tutti voi, che lavorate per noi, i pensieri più cari. Aiutaci, o Cristo-gesù, ad aver fede nei nostri probi amministratori. Conservali nel corpo, affinché si ricordino del nostro. Sii buono con loro oggi, come non lo fosti in gioventù sotto Tiberio, quando la testardaggine ti suggeriva la protesta nelle strade, e ai dottori delle sinagoghe offrivi la ribellione e la spada.

La storia non conferma, ma conoscendo le tue intemperanze giovanili, le voci che circolano su di te, per aver allestito un imponente altarino, in lode al Padre Tuo, in piazza del Popolo, a Gerusalemme, sono più che attendibili. E trovo giusto che Pilato ti abbia comminato un daspo, per le tue sconce bravate. Sì, lo so, che dopo ti pentisti amaramente. Infatti, come ricorderai, furono molto tolleranti, nel centrarti i palmi coi santi triboli.

Ora però stacca lo sguardo da noi, grande mattacchione di un nazareno cospirazionista! Tienilo invece fisso su di loro. Sì, su questi alti spiriti del cambio e della valuta, del rigore e del blackjack. Perché, questa volta, a differenza di allora, “loro sanno quello che fanno”. Spedisci noi sul fondo caldo della Gheènna, perché questi grandi figli di maria, loro sì che meritano tutt’altro.

Amen.

 

 

*
Vincenzo Scarlato – Trento

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.