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LETTERE AL DIRETTORE

VIGILIO VALENTINI (EX SINDACO LONA LASES 1985/1995) * PORFIDO E ‘NDRANGHETA: « APPELLO AI GIOVANI, INDIGNATEVI E REAGITE PERCHÉ LE MAFIE VI RUBANO LA LIBERTÀ E LA VITA FUTURA »

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20.47 - mercoledì 28 ottobre 2020

Per anni da parte delle istituzioni: responsabili politici della Provincia, sindaci del settore porfido, magistrati, e forze dell’ordine, hanno sottovalutato il malaffare evidente da anni, che si sviluppava sotto traccia, come un cancro nel settore del porfido e nel Trentino.

Il C.L.P. ha avvertito i gruppi consigliari della Provincia di Trento in ben 4 incontri (2014-2015-2016-2018), di questa piaga sociale, fornendo ampia documentazione, chiedendo un aiuto e collaborazione, aiuto ricevuto solo dai consiglieri: Filippo Degasperi, Alex Marini e dall’attuale ministro Fraccaro Riccardo.

I membri della “locale” o “andrina” ‘ndranghetista sita a Lona-Lases, si erano insediati negli anni 1980. Dalle indagini risulta che i maggiori referenti erano i fratelli Giuseppe, Pietro Battaglia, il capo Innocenzo Macheda, con sodali come Nania Maria Giuseppe e Arafat Mustafa già condannati in altri processi nel 2019, il primo a 6 anni di reclusione (ditta  Anesi srl dei Battaglia) e il secondo a 2 anni e 8 mesi per il pestaggio del cinese XUPAI fatto assieme a Bardul Durmishi e a Selman Hasani.

In poco conto sono state tenute le denunce fatte: dal C.L.P., che fino ad oggi ha consegnato 26 esposti-denuncia alla Procura di Trento di cui 9 alla Corte dei Conti, inerenti il settore porfido, e relative amministrazioni comunali; le segnalazioni effettuate dal segretario del Comune di Lona-Lases Marco Galvagni, dal presidente degli autotrasportatori Andrea Gottardi, che avevano a cuore il bene comune e la legalità. Dall’indagine dei carabinieri del ROS di TN e Reggio Calabria e conseguente ordinanza del Giudice la Ganga, si scoprono cose preoccupanti. Per esempio, personaggi denunciati o arrestati insieme ad un ex prefetto, un vicequestore, un ufficiale dei carabinieri, con cene fatte con alcuni magistrati del tribunale di Trento ( una condotta inopportuna per un rappresentante della giustizia).

Quale era lo scopo o contropartita ? (non è dato sapere). Quanto possono aver influenzato certi magistrati del Tribunale di Trento, sull’esito di tutta una serie di archiviazioni, molto discutibili, di vari esposti del C.L.P. Non meno importante il comportamento dei carabinieri di Albiano riguardo al pestaggio dell’operaio cinese Hu Xupai che al riguardo sono stati oggetto di un esposto-denuncia del 5 maggio 2016. Dopo 4 anni, non sappiamo che fine ha fatto, se la magistratura ha indagato o meno. Come ad esempio il comportamento dei carabinieri di Baselga di Pinè riguardo all’esposto d.d. 11.4.2018 del C.L.P. inerente il problema della strada del “Castelet” delle cave di S. Mauro. Perchè non hanno svolto le indagini richieste dal Pubblico Ministero del Tribunale di Trento? A questo punto ci domandiamo, chi è l’eminenza grigia che ha bloccato ogni nostra denuncia ed indagine, anche rispetto ai molti esposti ancora rimasti inevasi? Quale fiducia i cittadini possono avere nelle istituzioni democratiche di fronte al comportamento così disinvolto di chi le rappresenta?

Noi siamo grati a Domenico Sartori, Giorgia Cardini e Francesco Terreri dell’Adige, al mensile “QUESTOTRENTINO” per le inchieste, sulle “infiltrazioni mafiose” in Trentino, mensile che va sostenuto da quei cittadini desiderosi di conoscere come stanno le cose, dietro la facciata perbenista della nostra autonomia. Siamo altresì riconoscenti per il lavoro svolto dagli investigatori del ROS del Carabinieri e di quella magistratura sana e rispettosa delle leggi dello stato italiano. Esprimiamo un grande apprezzamento anche al vescovo monsignor Lauro Tisi per le parole che ha espresso sull’Adige d.d. 24.10.2020 dal titolo: ” ’ndrangheta è figlia della nostra sonnolenza”.

Non basta però il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, occorre una presa di coscienza dei cittadini per creare un :”ARGINE DI CIVILTA’ CONTRO LE MAFIE” come sostiene il Presidente delle ACLI trentine, per estirpare alla radice il cancro della criminalità attraverso il contributo della responsabilità individuale e collettiva e creare le premesse per una cultura della legalità e giustizia sociale a partire dalla scuola. Questo è il momento per una seria riflessione sulle modalità di gestione del settore del porfido, che non può essere lasciata nelle mani della potente lobby locale che controlla direttamente o indirettamente le amministrazioni comunali della zona. Il permanere di questo conflitto di interessi, costituisce il principale ostacolo affinché si possano stabilire canoni di concessione equi e le comunità interessate possano realmente godere dei benefici derivanti dall’attività estrattiva. Su questa strada occorre istituire, oltre all’OSSERVATORIO sulla criminalità organizzata”, proposto da 2 anni dal consigliere Alex Marini M5S, anche una “Commissione d’indagine” già proposta dall’ex consigliere Claudio Civettini con una mozione del 9.10.2015 mai portata in Consiglio provinciale.

Anche noi dobbiamo infine aggiungere una nota di autocritica, per esserci accorti soltanto nell’estate 2014 che un membro del C.L.P. cercava di coprire, sicuramente per via della relazione di parentela, i titolari della ditta Anesi srl. dei Battaglia. Nell’autunno di quell’anno, dopo un chiarimento interno ritenuto insufficiente egli è stato allontanato dal C.L.P. Ci desta profonda tristezza vedere che oggi nell’ordinanza del GIP relativa all’operazione “Perfido” tali nostri sospetti hanno trovato conferma. Dalla intercettazione telefonica di due degli arrestati si evince che gli operai della Anesi srl sono stati costretti a sotto firmare dichiarazioni false in merito alla regolarità retributiva su consiglio dato a Giuseppe Battaglia dal cognato sindacalista (Ezio Casagranda – sindacato di base U.S.B.), “consigliato malamente” dicono i due in quanto ciò ha portato alla condanna in primo grado di Mario Giuseppe Nania (amministratore della ditta) a 6 anni di reclusione per estorsione nei confronti dei lavoratori. che, secondo le indagini, erano ridotti in schiavitù!

“ Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio” (vangelo di Matteo cap.7-3)

UN APPELLO AI GIOVANI: “INDIGNATEVI E REAGITE PERCHE’ LE MAFIE VI RUBANO LA LIBERTA’ E LA VITA FUTURA”

 

 

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Vigilio Valentini

Ex sindaco di Lona -Lases dal 1985 al 1995

Membro del “Coordinamento Lavoro Porfido” (Clp) – realtà che he ha contribuito assieme ad altri attori a denunciare l’infiltrazione dell’ ‘ndrangheta nel settore porfido.

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