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LETTERE AL DIRETTORE

UILM TRENTINO * DISABILITÀ E SICUREZZA: DECARLI « LA PRESSIONE PSICOLOGICA È PER MOLTI DEVASTANTE, VENIRE ISOLATI RENDE IMPOSSIBILE L’INTEGRAZIONE CON I COLLEGHI »

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12.09 - giovedì 13 ottobre 2022

Mi sono chiesto se valesse la pena scrivere le mie osservazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni di maggior attenzione sul tema sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, vista la ricorrenza della giornata delle vittime degli “incidenti” sul lavoro, celebrata domenica 10 ottobre 2022. Mi sono risposto con il ritornello di una canzone di Fiorella Mannoia, “È una regola che vale in tutto l’universo, chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”.

Come funzionario della UILM del Trentino che ha svolto vari ruoli in ambito sicurezza (RLS, ASPP, RSPP) ma soprattutto come iscritto ANMIL e invalido del lavoro, credo sia essenziale parlare di questi argomenti coinvolgendo, quando possibile, anche le vittime di queste tragedie, per capire a che punto ci troviamo realmente.

Accontentarsi della situazione attuale significa continuare ad avere quel certo numero di morti e di infortuni oltre alle malattie professionali, non può esserci cambiamento effettivo senza una riorganizzazione delle istituzioni pubbliche. Una prima osservazione nel merito non menzionata nelle dichiarazioni di questi giorni, è quanto sia essenziale dare maggior formazione alla figura degli R.L.S. (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) l’R.L.S. viene scelto e designato dai dipendenti stessi, per i quali egli diviene il punto di riferimento per tutte le eventuali necessità dovessero loro occorrere in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è infatti, citando dal D. Lgs. 81/08, da considerare come un interlocutore istituzionale della Direzione aziendale per le materie della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

E’ evidente come questa definizione ne faccia un ruolo cardine all’interno dell’impresa per la quale svolge questa delicatissima mansione, è, di fatto, il primo addetto sul campo al controllo dell’applicazione sia della legge sia dei comportamenti da tenere nei luoghi di lavoro.
Questi compiti richiedono una preparazione adeguata, tanto è vero che il legislatore si è posto il problema della preparazione degli R.L.S. attraverso i corsi di formazione. Nella realtà constatiamo che non sempre gli R.L.S. posseggono gli strumenti culturali e scientifici indispensabili ad affrontare i compiti previsti dal legislatore.

Non solo serve maggior tutela per gli R.L.S., il D.lgs 81/08 afferma che l’R.L.S. ha “la possibilità di fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le misure adottate dal datore di lavoro non siano idonee a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro” nella realtà delle aziende spesso questo non succede perché, a volte, gli RLS sono indotti ad autocensurarsi, in quanto la loro azione li porrebbe in contrasto con il datore di lavoro.
Esperienza vissuta personalmente, sono in causa con l’Azienda da cui provengo proprio per un esposto fatto come R.L.S., esposto che ha portato ad un verbale d’indagine con una serie di prescrizioni e sanzioni.

La seconda osservazione nel merito riguarda la dichiarazione rilasciata dalla Direttrice dell’I.N.A.I.L. di Trento, Giovanna Pignataro, inerente la dovuta vicinanza alle vittime anche attraverso il reinserimento lavorativo. Inutile nasconderci quanto sia difficile trovare occupazione lavorativa dopo un infortunio, ancora più difficile una reale integrazione sul posto di lavoro. Sempre per esperienza personale, posso affermare che ha parità di mansioni si hanno stipendi nettamente inferiori e poche opportunità formative a differenza dei colleghi.

Non solo, talvolta le barriere architettoniche diventano un ostacolo insormontabile per l’integrazione. Gran parte del mio esposto sottolineava le carenze in tal senso. Nonostante l’azione giudiziaria, partita nel 2019, ad oggi vi sono ancora lavoratori con disabilità costretti a lavorare in un ambiente posto al piano terra, lontano dai colleghi di area, questo perché lo stabile occupato dall’Azienda non è a norma per quanto riguarda le vie d’esodo, stabile per cui, con i soldi pubblici, si paga un affitto notevole.

La pressione psicologica in questi casi è per molti devastante, venire isolati cosi rende quasi impossibile una reale integrazione con i colleghi, si evidenzia in questo modo la difficoltà di interazione con l’ambiente circostante, anche queste violazione alle norme riguardano gli R.L.S. e la Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro. Fino a quando l’unica figura di garanzia per i lavoratori non avrà maggior formazione e tutela, arrivando al paradosso di nomine di comodo, sarà impossibile contrastare efficacemente questa tragedia giornaliera.

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UILM DEL TRENTINO

MARCELLO DECARLI

 

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