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LETTERE AL DIRETTORE

UGO ROSSI (MISTO) * AUTONOMIA DIFFERENZIATA: « SI ESPRIMA IN OGNI SEDE ISTITUZIONALE LA PARTICOLARITÀ DEL TRENTINO, EVIDENZIANDONE RAGIONI E ANCORAGGIO INTERNAZIONALE »

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08.47 - sabato 4 febbraio 2023

Gentile direttore,

 

il Disegno di Legge sull’Autonomia differenziata ha avuto il suo primo via libera. Il testo, composto di dieci articoli, è stato definito dopo mesi di trattative tra la Lega e Fratelli d’Italia e il suo via libera è ovviamente politicamente “opportuno” in vista delle imminenti elezioni regionali in Lombardia.

Il Disegno di Legge definisce modalità e procedura per l’attuazione e naturalmente si potrà vedere solo in seguito se davvero nel Governo vi sarà convinzione nel voler realizzare quell’autonomia differenziata tanto sbandierata dalla Lega e sembra mal digerita da Fratelli d’Italia. Ma a prescindere da ciò che accadrà in concreto, mi preme rilevare in questa sede che la definizione della procedura e delle modalità contiene già diversi elementi che se non presidiati possono rappresentare un pericolo per la nostra autonomia speciale. Le Regioni ordinarie potranno ricevere funzioni di autonomia differenziata per materie riguardanti i diritti civili e sociali solo se vengono stabilite le prestazioni essenziali (Lep) da decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.

I relativi costi e fabbisogni standard saranno determinati con uno o più decreti, che saranno adottati una volta valutato il contenuto dell’intesa in Conferenza unificata e il parere delle Camere o, comunque, una volta decorso il termine di quarantacinque giorni per l’espressione del parere di queste ultime, previa deliberazione del Consiglio dei ministri.Con riferimento alle autonomie speciali le disposizioni transitorie e finali (art. 10 secondo comma) dispongono che nei confronti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, si applica l’articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 che ha introdotto la cosiddetta “clausola di maggior favore” per la quale sino all’adeguamento dei rispettivi statuti, le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano per le parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite.

A prescindere da ogni valutazione in ordine alla reale portata del processo di realizzazione dell’autonomia differenziata nelle Regioni a Statuto ordinario e delle sue eventuali conseguenze sull’assetto dei rapporti fra Stato e Regioni, appare di tutta evidenza come il dibattito che ne è scaturito e che si determinerà nelle sedi istituzionali e presso la pubblica opinione non sarà scevro da rischi per l’immagine della nostra autonomia speciale che inevitabilmente sarà messa al centro dell’attenzione sia da parte di chi la utilizzerà come paradigma di riferimento (i favorevoli all’autonomia differenziata) sia da parte dei contrari che invece la additeranno come esempio di privilegio ingiustificato e fonte di diseguaglianze fra territori. Lo stesso processo di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei relativi costi standard sarà molto rischioso per le autonomie speciali, in particolare per quelle come le nostre di dimensioni molto ridotte e con territori di montagna.

Innescherà infatti, come sempre avvenuto in passato, affrettate e superficiali valutazioni di comparazione che nel migliore dei casi si riassumono nella ormai consueta affermazione “Sì, da voi i servizi sono migliori ma è perché avete più risorse”. Ecco perché il processo in corso dovrà essere attentamente monitorato dalla Provincia, sia dal punto di vista giuridico che politico, con l’obiettivo di garantire non solo che non si arrivi a valutazioni di comparazione non aderenti alla realtà, ma anche di studiare ed ottenere salvaguardie specifiche e/o modalità di applicazione non lesive della nostra specialità, sia con riferimento alle competenze ad oggi ottenute che a quelle da acquisire in futuro.

In tale contesto appare ovviamente strategico un costante coordinamento con la Provincia di Bolzano, non solo in ragione dell’unicità dello Statuto ma anche per garantire maggior forza politica. Trattandosi di materia istituzionale, prima che politica, sarebbe utile ricercare la massima unità di intenti a prescindere da appartenenze partitiche e quindi appare auspicabile anche favorire il contributo delle forze politiche di opposizione. Insieme si potrebbe lavorare su quattro livelli:

1) Esprimere in ogni sede politica ed istituzionale la particolarità della nostra autonomia speciale evidenziandone le ragioni, i fondamenti, l’ancoraggio internazionale, il percorso compiuto e il positivo apporto della stessa allo sviluppo delle nostra Repubblica;

2) Attivare fin da subito formali e straordinarie modalità di monitoraggio del processo di attuazione dell’autonomia differenziata, anche coinvolgendo la delegazione parlamentare, in stretto raccordo con la Provincia di Bolzano

;3) Predisporre una formale valutazione della portata e delle ricadute del disegno di legge “Calderoli” sul nostro assetto autonomistico e definire eventuali proposte emendative allo stesso;

4) Coinvolgere il Consiglio Provinciale attraverso la Prima Commissione permanente prevedendo apposite sedute di informazione e approfondimento sul processo in corso e sul documento di cui al punto 3;5) Sottoporre alla valutazione ed alla votazione del Consiglio Provinciale, tramite apposita risoluzione, il documento di cui al punto 3.

Naturalmente spetta alla Provincia e in particolare al suo Presidente dirigere e coordinare tali attività, nella speranza che le legittime aspirazioni di alcune regioni ordinarie politicamente affini alla maggioranza provinciale non impediscano al Trentino di far valere le proprie prerogative e di difendere la propria specialità.

 

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Ugo Rossi

Consigliere provincia autonoma Trento (Gruppo Misto)

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