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LETTERE AL DIRETTORE

TIZIANO SALVATERRA * COOPERAZIONE TRENTINA: « SÌ ALLE ASSEMBLEE IN PRESENZA PER RIDARE FIATO, VI È UNA PARTE DI SOCI CHE HA VOGLIA DI INCONTRARSI – DISCUTERE – STARE INSIEME »

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08.18 - giovedì 24 marzo 2022

Da più parti si sente dire che anche quest’anno le assemblee delle cooperative, di tutti i settori, saranno “da remoto”, con un voto da esprimere su un pezzo di carta per il tramite del notaio. Si ha l’impressione che per molti amministratori l’assemblea generale sia un peso, il confronto con il socio una banalità che, se si può, si evita; l’assemblea con il notaio è meglio, più semplice, meno impegnativa.

Il Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi ha di fatto dichiarato la fine dell’emergenza epidemiologica, i vincoli di distanziamento sono allentati ed in prospettiva spariranno; nei teatri e negli stadi si possono utilizzare tutti i posti disponibili, vi è libera circolazione nei centri commerciali e si sta organizzando il mega concerto di Vasco Rossi nella periferia di Trento.

Vi è una parte di soci che ha voglia di partecipare, di incontrarsi di discutere, anche solo di stare insieme, in un evento che sa di partecipazione, di coinvolgimento, di esserci specie in questa fase storica difficile, che disorienta, che ha bisogno di segni di speranza, di libertà verso qualcosa di diverso da ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni.

Certo non si può tornare indietro, ma nemmeno vivere gli eventi come se fossimo ancora in piena pandemia. Forse sono necessarie nuove forme di partecipazione e coinvolgimento, specie nel mondo della cooperazione che ha visto importanti processi di fusione e di allargamento delle dimensioni e quindi della base sociale.
Nel periodo natalizio, quando gli effetti della pandemia erano ben più pregnanti, la Cass Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella ha promosso una serie di incontri con la base sociale per presentare il proprio bilancio sociale e fare gli auguri di Natale. C’era il distanziamento e nelle sale la possibilità di ingresso era al 50% con presentazione di green pass. Nonostante questa situazione difficile per non dire drammatica, centinaia di soci hanno risposto positivamente all’invito mostrando interesse e fiducia nella Cassa Rurale vista ancora come uno strumento speciale per lo sviluppo del territorio.

Occorre aver fiducia nel socio e nella sua capacità di essere protagonista della vita della cooperativa, nella sua capacità di scelta delle persone che lo rappresentano nel CdA. Molte assemblee quest’anno sono chiamate ad indicare nuovi amministratori: non bisogna aver paura di un sano confronto, dialettico a volte anche forte, acceso e carico di passione, di quella passione di chi crede nell’istituzione cooperativa perché ha visto e sentito parlare del ruolo che la cassa rurale, la cooperativa di consumo, la cooperativa sociale hanno recitato e recitano nella vita delle comunità trentine.

La figura del socio nella cooperativa è centrale ed ha caratteristiche uniche sia rispetto al socio di società di capitali che rispetto al socio di società di persone. E questo va valorizzato in una fase in cui i vantaggi per i soci, specie nelle casse rurali, sono irrisori. Nonostante ciò rimane la scelta di essere soci non solo per convenienza, ma perché si crede nel ruolo che la cooperativa recita nella comunità anche in una società globalizzata e nonostante la complessità ed i vincoli imposti dal quadro normativo. La nostra cooperazione appare oggi stanca, talvolta auto-celebrativa e conservativa in un’epoca di grandi cambiamenti dove, così ci dicono gli esperti, il domani non sarà più come ieri.

E’ una contraddizione in quanto nelle fasi di cambiamento servono entusiasmo, passione, motivazione, strategie, obiettivi chiari e ben definiti. Il nuovo passa anche attraverso persone fresche, giovani preparati con l’umiltà di imparare e copiare le best-practice sul mercato. Ed in Trentino ce ne sono. Più di quarant’anni di Università hanno offerto alla comunità trentina risorse umane preparate che stanno facendo esperienze significative, sia in loco che fuori, nel campo delle professioni, della dirigenza, della pubblica amministrazione.

A volte si ha l’impressione che queste novità non siano percepite dal movimento cooperativo, più teso a confermare le classi dirigenti che ad inserire, anche in maniera graduale ma decisa, nuove risorse. Leggere di candidati presidenti che hanno svolto svariati mandati nella stessa cooperativa fa male alla cooperativa stessa ed al suo futuro e genera una immagine di cooperativa ferma, che non è in grado di leggere le dinamiche del nostro tempo. Ciò non significa pensare che il nuovo sia meglio del vecchio, ma rendersi conto che nella base sociale vi sono molte potenzialità che vanno valorizzate e che la rotazione degli amministratori è una prassi virtuosa perché permette di coinvolgere più soggetti. Chi esce potrà trovare altri modi per essere utile alla cooperativa o ad altre esperienze cooperative o sociali presenti nella comunità.

Il dialogo intergenerazionale rappresenterà nei prossimi anni uno dei temi fondamentali nella vita delle organizzazioni; non aiuta dire ai giovani che verrà il loro tempo e nemmeno pensare di gettare tutto quello che c’è in nome di un rinnovamento radicale, ma piuttosto occorre mostrare il coraggio di valorizzare le risorse disponibili al di là dell’anagrafe, ognuno nella consapevolezza di quello che ha dato e di quello che può dare. Le persone con esperienza siano di supporto alle nuove generazioni e lascino gli spazi per far fruttare conoscenze, competenze ed intelligenze fresche, mentre ai giovani spetta il compito di portare avanti il movimento tenendo conto delle esperienze passate. In questo modo il mondo della cooperazione saprà essere protagonista anche del nuovo che avanza.

Non dimentichiamo che la cooperazione trentina è nata in un periodo di grandi cambiamenti sociali ed economici e si è sviluppata grazie a giovani che con l’aiuto di persone di esperienza e conoscenza (i sacerdoti in primis) seppero trovare risposte adeguate al nuovo che avanzava. Appello finale: per il bene dei territori e del movimento cooperativo trentino non blocchiamo i nostri giovani: sono risorse preziose che né il territorio né la cooperazione possono permettersi di perdere.

 

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Tiziano Salvaterra

 

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