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LETTERE AL DIRETTORE

SINISTRA ITALIANA – TRENTO * ORDINANZA SINDACO: « STUPISCE IL DIVIETO DI IANESELLI PER LIMITI ALCOLICI E OBBLIGO STEWARD DEI LOCALI IN PIAZZA S. MARIA MADDALENA »

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13.19 - sabato 10 giugno 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

divieti ed ordinanze. Ci hanno colpito in questi ultimi giorni due divieti: quello della dirigente del liceo Da Vinci che ha costretto gli studenti in DAD l’ultimo giorno di scuola per evitare disturbo e fastidi con il vicinato e quello del sindaco di Trento che decreta limiti agli alcolici e obbligo di steward per i locali di piazza Santa Maria Maddalena. Sebbene di portata diversa i due provvedimenti hanno una base comune, quella della difficoltà di gestire in modo creativo e con autorevolezza le situazioni e quindi di rifugiarsi dentro la facile scorciatoia del divieto.

Partiamo dal presupposto che amministrare è sicuramente un gesto non semplice. Ma un dirigente saggio evita nella maniera più assoluta di dare l’idea di essere la donna/l’uomo solo al comando, mettendo in atto profonde capacità di ascolto attivo, valutando con attenzione le situazioni e discutendo le possibili soluzioni con tutte le parti coinvolte. Un dirigente preparato è consapevole che questo lavoro è lungo e difficile, richiede determinazione e pazienza, ma alla fine porta a soluzioni condivise e quindi rispettate, perché la stragrande maggioranza delle persone, di ogni età, non rovina un lavoro a cui ha contribuito in modo sostanziale.

La dirigente del Da Vinci avrebbe potuto mettere in atto un percorso di consapevolezza e condivisione con studenti, famiglie e insegnanti e personale tutto della scuola su come stare bene a scuola e come concludere in modo creativo e piacevole l’anno scolastico. Pensate alla meraviglia di una festa multietnica di beneficenza preparata in gruppi di lavoro! L’anno scolastico seguente poteva iniziare proprio con lavori disciplinari sull’evento; calcoli di spese e guadagni, riflessioni e scritti sulle emotività messe in gioco, ricerche geografiche e storiche su cibi ed usanze diverse, valutazione del grado di successo e ipotesi di lavoro per la fine del nuovo anno di scuola, …

Il nostro sindaco invece avrebbe potuto perseguire la strada avviata con la sindaca della notte, appositamente nominata ad inizio legislatura, che è appunto quella del dialogo, della condivisione, della ricerca di soluzioni condivise che penalizzino nessuno e accontentino almeno in parte ciascuna delle parti in gioco.
Ha deciso invece di intervenire con un’ordinanza che impone ai locali “Kafè Matrix” e “La Scaletta” di non somministrare o vendere per asporto bevande alcoliche di qualsiasi gradazione da mezzanotte (mezzanotte e mezza il mercoledì il venerdì’ e il sabato) alle sette e di assumere degli steward che controllino i movimenti e impediscano che la movida si trasformi in degrado.

Confesercenti ritiene illegittimi i limiti posti alle attività e chiederà i danni all’amministrazione per i due locali che, con questo provvedimento, subiranno la riduzione delle entrate ma anche l’incremento dei costi per i nuovi steward e la concorrenza degli altri locali poco distanti e non coinvolti nell’ordinanza.
L’ordinanza non accontenta nemmeno il Comitato Antidegrado che non si sente abbastanza tutelato e pensa di dar corso a un’azione giudiziaria che costringa anche l’amministrazione comunale di Trento, come quella di Brescia, “a risarcire i residenti per i danni arrecati alla loro salute, comprimendo il diritto al riposo».

Un ultima, ma non meno importante considerazione, riguarda il fatto che con questa ordinanza si delega a privati quello che è sancito per legge come compito dell’amministrazione comunale. Con quale autorità un dipendente privato può far sgomberare la gente che occupa il suolo pubblico? E quale segnale trasmette a cittadine e cittadini un’amministrazione che non si assume le proprie responsabilità e non provvede con le forze dell’ordine istituzionalmente scelte a sanare situazioni difficili? Prendere una decisione così pesante sull’onda emotiva dello spavento causato dall’interpretazione della sentenza della Cassazione di Brescia che ha decretato che, se i rumori dovuti alla movida sono tali da essere nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze e non garantiscono il rispetto delle norme di quiete pubblica, il Comune deve pagare i danni, può non essere produttivo.

Infatti la sentenza di Brescia fa seguito ad un assembramento su suolo pubblico, dopo la chiusura dei locali, ed è quindi logico che a pagare i danni sia stata l’amministrazione, responsabile dell’uso del suolo pubblico.
L’altra sera, a Trento, ad ordinanza avviata, i buttafuori hanno fatto sgomberare la gente davanti ai locali, ma le persone sono rimaste comunque in piazza fino a tardi. E così, il Comitato farà causa, Confesercenti pure, il Comune avrà dichiarato nei fatti di non saper gestire la situazione e la pezza dell’ordinanza causerà un danno economico maggiore di quello dell’ipotetico buco che si voleva sanare.

 

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Renata Attolini, Assemblea Provinciale di Sinistra Italiana

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