Il Presidente Mattarella, pesando le parole, ha voluto essere chiaro. Il 25 Aprile, la pace è arrivata con le armi. La nostra Resistenza è stata una rivolta morale e in armi, Una difesa strenua del nostro popolo dalla violenza che veniva scatenata contro di esso. Il 25 Aprile è la data fondativa della nostra democrazia, dopo la guerra voluta dal regime fascista. La guerra e l’occupazione nazifascista furono un’esperienza terribile. Gli Alleati e i partigiani hanno liberato il Paese e conquistato la pace con le armi. Compito di tutti e di chi rappresenta questi valori (leggi Anpi in particolare) è tramandare i valori di questa Resistenza alle generazioni future.
L’analogia con l’attualità della Resistenza del popolo dell’Ucraina dall’invasione russa è voluta. Mattarella stronca le posizioni di chi in nome della pace persegue la posizione di equidistanza e di chi condanna l’invasione della Russia di Putin, “però” non aiutiamo gli ucraini con l’invio di armi. Mattarella ha aggiunto che appellarsi alla pace non significa rassegnarsi ad arrendersi alla prepotenza. La pretesa di Putin di dominare un altro popolo d’invadere uno Stato indipendente non ha alcuna giustificazione. La solidarietà con l’Ucraina deve essere ferma e coesa, e il 25 Aprile è una festa repubblicana che ha ricomposto l’unità nazionale e non deve essere terreno di scontro.
Spero che questo appello faccia riflettere chi invece sostiene posizioni “pacifiste” diverse. Il pacifismo integralista condanna qualsiasi tipo di guerra. Mi domando è giustificato a chi è aggredito difendersi, se non è possibile con altri mezzi, anche con le armi? Come nel caso della Seconda Guerra Mondiale contro il nazifascismo? O nelle Guerre di Liberazione dal colonialismo? O contro le guerre scatenate dal fanatismo politico religioso islamico? O contro la violenza delle dittature totalitarie militari o poliziesche? O, per l’appunto contro l’invasione russa dell’Ucraina? Le ragioni di chi spara per aggredire e chi lo fa per difendersi sono eguali? Persino i monaci buddisti tibetani avevano tentato di resistere disperatamente con le armi all’invasione cinese.
Dopo le sbandate putiniane del nuovo Presidente Nazionale dell’ANPI che, caro Cossali, non è affatto “un ingenuo”, dopo aver finalmente condannato “senza se e senza ma” l’invasione russa, agli aggrediti che lo invocano per difendersi non si vuole inviare le armi? Così come gli Alleati le avevano fornite alle nostre formazioni partigiane? Nel DNA di chi vuole rappresentare la Resistenza Italiana c’è ancora il principio di essere sempre solidali con chi combatte per la Libertà e l’indipendenza, in ogni parte del mondo, ripeto se non c’è altra possibilità di composizione pacifica del conflitto, anche con le armi? Oppure no?
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Sandro Schmid