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LETTERE AL DIRETTORE

RENZO GUBERT * TRENTINO: « SEGUIAMO L’ANDAZZO DEI MEGA-CONCERTI E MEGA-INFRASTRUTTURE, NELL’INTRECCIO CONVULSO E INSULSO DEI “SOCIAL” PALESTRA DI INSULTI IN LIBERTÀ »

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13.45 - lunedì 17 gennaio 2022

Trentini eterodiretti da globalizzazione e società di massa?

Quale tipo di società è prefigurata in Trentino dai responsabili della politica, dell’economia, della cultura? Vi sono scelte che lo lasciano capire. La più evidente quella di predisporre l’area fra Trento e Mattarello per lo svolgimento di “grandi eventi”, il primo grande evento il mega-concerto di Vasco Rossi. Lontani i tempi del grande raduno autonomista di Borghetto o la visita all’interporto di Karol Woityla. Ma ve ne sono altre: grandi impianti sportivi, grandi interventi sull’infrastrutturazione ferroviaria, la trasformazione degli spazi agricoli e forestali di montagna in grande zoo dove lupi, orsi, sciacalli, linci, e altri animali selvatici possano muoversi in libertà, nutriti da qualche migliaio di “contadini marginali” che contro la loro volontà sono costretti (pur con risarcimento) a preparare loro le occasioni di cacciare le prede.

Si aggiunga la penetrazione capillare di comunicazioni globali governate da grandi imprese che si sottraggono ai doveri di contribuire al bene comune, penetrazione che si ammanta di un nobile aggettivo, “social”, la penetrazione dell’offerte e della domanda commerciale via internet servita da una rete infinita di corrieri che si spostano come formiche impazzite in un formicaio violato su un territorio indefinito, la trasformazione del rapporto politico in momentanea adesione a leader costruiti da scelte di chi governa le comunicazioni, parti di reti di influenza che sono coltivate a livello globale dalla grande finanza, l’uso sempre più diffuso di una lingua ibrida che incorpora senza motivo parole e frasi della lingua dei potenti globali.

La società si fa sempre più interconnessa a livello globale, rendendo obsolete le autonomie comunitarie e societarie mescolando dinamiche della società di massa e dinamiche della globalizzazione gestita da ristrette cerchie politiche, economiche, culturali.

C’è qualche segnale di reazione da parte di porzioni ancora vitali della comunità trentina? C’è qualcuno che denuncia il passaggio del Trentino da comunità autonoma a luogo parziale e dipendente della società globale di massa? Qualche denuncia c’è stata, ma non lascia traccia. Non in chi governa e non in chi ha governato fino a ieri, non in chi ha responsabilità nella cultura e nella scuola, non in chi governa l’economia, fino a ieri per parti significative retta da valori solidaristici e partecipativi. Si pensi alle casse rurali, alla banche territoriali, alle società mutualistiche assicurative, i cui processi di trasformazione hanno reso nulle le affermazioni sulla centralità dei soci, ridotta al solo momento di solo formali “assemblee a distanza” o per “delega a un notaio”.

È difficile modificare il corso degli eventi che hanno radici in dinamiche forti, ma il nodo drammatico è che di essi non si discute più, sono accettati senza neppure saperlo, incapaci di capirle ponendosi in atteggiamento riflessivo e critico. Ricordo gli interventi di Bruno Kessler nei Comitati provinciale e regionale della DC. Ricordo le reazioni di Pruner, di Fedel e di altri autonomisti. Erano espressione di una comunità capace di interrogarsi e di agire. Ora seguiamo l’andazzo dei megaconcerti, delle megainfrastrutture, dell’intreccio convulso e insulso dei “social” palestra di insulti in libertà, dell’agganciarsi a leader governati dai sondaggi di massa. Possiamo restare passivi?

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Renzo Gubert

Già Senatore della Repubblica

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