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LETTERE AL DIRETTORE

RENATA ATTOLINI * SICUREZZA: « SPACCIO DI DROGA A TRENTO, SI CREI UN NUCLEO DI POLIZIA LOCALE CHE ANALIZZI I “BIG DATA” DI PERSONE – SOCIETÀ – COOPERATIVE »

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08.56 - sabato 26 marzo 2022

Si susseguono sulla stampa degli ultimi giorni notizie relative allo spaccio di sostanze stupefacenti. La risposta ancora una volta sembra essere quella dell’aumento dei controlli, della presenza di forze dell’ordine e di cani da ricerca, degli arresti. Si tratta sicuramente di interventi necessari ed utili, ma che, purtroppo, non possono, da soli, affrontare e tentare una soluzione seria del problema.

La prima riflessione che ci viene alla mente è che, se aumenta il commercio, sicuramente è perché aumenta la domanda.
Questo ci impone di interrogarci a fondo sulle motivazioni che spingono al consumo di droga, di avviare una seria ed approfondita analisi della tipologia di consumatori, di partire da questi dati per mettere in campo azioni contemporanee di educazione e sensibilizzazione.

Significa creare occasioni di dialogo continuo e sistematico tra operatori di diversa professionalità (insegnanti, dirigenti scolastici, assistenti sociali, psicoterapeuti, avvocati, giudici, agenti di polizia,…), avviare percorsi specifici di formazione per insegnanti di ogni ordine e grado sulla prevenzione delle dipendenze, incrementare le strutture di aiuto alle famiglie.
Significa comprendere che esistono altre dipendenze che devono essere considerate ed accomunate nel trattamento
Significa anche sfatare il tabù della legalizzazione delle droghe leggere, perché è storicamente dimostrato che il proibizionismo non hai mai raggiunto l’effetto desiderato del far desistere dal consumo, ma ha solo messo nelle mani di malviventi e mafie la vita di troppo persone.

Ma cosa può fare un’amministrazione comunale in attesa di una legge la cui approvazione non dipende da lei? Sicuramente deve affiancare ai necessari controlli azioni concrete per rendere vive e vissute le zone difficili, operando sulla fiscalità per gli esercizi commerciali e sulla concessione di spazi pubblici per aree di socializzazione; creando servizi di trasporto pubblico notturni sicuri, presidi sociali di quartiere, servizi di strada, centri di ascolto e di aiuto per le vittime di violenza e di reati; ripopolando con iniziative culturali ed inclusive le zone più difficili della città.

Infine deve anche affrontare quella spiacevole realtà che evidenzia come l’area di Trento non sia esente dal fenomeno di infiltrazione nel tessuto produttivo e finanziario della criminalità organizzata, che approfitta della crisi congiunturale per riciclare denaro, acquisire il controllo anche di attività legali ed esercitare, in questo modo, un controllo economico e sociale. La vera sicurezza è creare e sostenere a Trento un tessuto produttivo che operi nella legalità e lo si può fare se si combattono le infiltrazioni creando, ad esempio, un nucleo speciale del Corpo di Polizia Locale dotato degli strumenti informatici necessari ad accertamenti di tipo “analisi di big data” su persone, società, cooperative.

 

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Renata Attolini, per l’Assemblea Provinciale di Sinistra Italiana del Trentino

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