News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

PATT – COORDINAMENTO DONNE AUTONOMISTE * VIOLENZA DI GENERE: «IL MONDO NON È PRONTO ALLA LIBERTÀ DELLE DONNE, LE RESISTENZE MASCHILI AL CAMBIAMENTO SONO FORTISSIME »

Scritto da
09.26 - martedì 23 novembre 2021

L’insostenibile pesantezza dell’essere (sessisti). Ci risiamo. C’ é un giorno, un solo giorno all’anno dedicato alla piaga della violenza sulle donne e al femminicidio, ma a quanto pare a molta gente anche il rapporto 1:365 pare troppo. E poco importa se in Italia il 31,5% delle 16-70enni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro e il tentato stupro.

Ed è irrilevante anche che il 26 ottobre appena scorso si sia toccato quota 100. Parliamo di pensioni? No, di donne uccise in 10 mesi dai loro partner o ex partner sentimentali, o parenti o amici, per il solo fatto di essere donne, ex fidanzate, ex mogli, ex compagne. Donne che hanno detto “basta così” e che tale colpa è sufficiente per subire una brutalità inaudita che spezza i loro sogni e viola i loro corpi fino a pagare con la vita.

I femminicidi sono solo la punta dell’iceberg, molteplici sono le manifestazioni di violenza di genere, fenomeno endemico e gravissimo che accomuna l’Italia al resto del mondo. Sta crescendo la percentuale di donne uccise sul totale degli omicidi perché contemporaneamente diminuisce il numero di omicidi di uomini. Ma ciò non può indurre a sminuire il fenomeno.

La situazione è grave, proprio perché il tasso di omicidi di donne non si intacca. Gli uomini vengono uccisi da altri uomini per lo più per criminalità organizzata. Per contro la percentuale di uomini uccisi dalle loro compagne o ex compagne è bassissima. Per questo dobbiamo parlare di un fenomeno fortemente connotato e strutturale che trae le sue origini dallo squilibrio nei rapporti di genere.

La violenza di genere non è un raptus né la manifestazione di una patologia. Le ricerche sulla violenza di genere ci dicono che questa si esprime con una escalation di episodi sempre più gravi e spessissimo i suoi autori sono lucidissimi.

Ma tutto ciò è assolutamente ininfluente perché…. e perché gli attentati allora? E le rapine a mano armata finite male? E gli incidenti? E gli omicidi a scopo estorsivo? E i raptus omicidi? E la fame nel mondo? Daje. Questi gli argomenti a sostegno della tesi che sí, ste donne muoiono ma chi non muore in fondo, no? Prima o dopo capita a tutti. Che noia, il 25 novembre ste donne sembra che ce l’abbiano con tutti gli uomini della Terra. Si salvano giusto i cavalli. E perché no, già che ci siamo, diciamolo che magari in fondo se la sono cercata.

C’è tanta, tanta strada ancora da fare.

E non soltanto perché il pirla di turno ha vomitato la stronzata misogina del giorno, ma perché tanti e tante, più di quanti si abbia il coraggio di ammettere, hanno pensato, leggendo quelle farneticazioni, che in fondo mica ha tutti i torti.

È ora di smetterla di scrivere putridi liquami che arrivano a inzozzare anche la politica…e poi spostare la colpa su altri nel patetico tentativo di un “mi spiace però…”, un po’ come quando i cuori impavidi lanciano un sasso e ritirano la mano, o picchiano la compagna e danno a lei la colpa.

Ed è questo il vero dramma. E se in fondo questo dramma fosse anche un po’ colpa nostra, che nonostante tutti gli sforzi non siamo ancora riuscite ad invertire il paradigma? Abbiamo spiegato cos’è veramente il 25 novembre? E la parola “femminicidio”? Siamo sicuri si sia capito veramente cosa significa? Perché se uccidi una donna non è sempre femminicidio.

Ma è sempre femminicidio se uccidi una donna in nome di una sovrastruttura ideologica di tipo patriarcale, per ribadirne il ruolo sottomesso e subordinato, per la non accettazione che essa abbia i piedi sul tuo stesso gradino. Ed è di questo che parliamo. E no, la realtà dei fatti ci insegna che non esiste un fenomeno del maschilicidio, benché certamente esistono donne che picchiano o uccidono uomini, ma per questione criminale, non di genere.

La violenza di genere stenta ad essere compressa o eliminata. La verità è che il mondo non è pronto alla libertà delle donne, le resistenze maschili al cambiamento sono fortissime.

Ecco che allora sta alle donne reagire con forza! Mai abbassare la guardia di fronte a qualsiasi forma di violenza, mai pensare che vi sia una giustificazione alla violenza, mai far finta di non aver visto o aver sentito, mai perdere l’occasione per essere stimolo per le giovani generazioni ed incentivare momenti di riflessione sulla violenza di genere e contro gli stereotipi, per promuovere un cambiamento cultuale ed un paradigma di Parità!
Che noia, lo so. Però è di questo che parliamo. E lo sanno anche i cavalli.

*

Patrizia Pace e Francesca Aprone coordinamento donne autonomiste PATT
Paola Demagri consigliera capogruppo provinciale PATT
Roberta Bergamo e Simone Marchiori segreteria politica PATT

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.