Vasco è un’occasione. Non è solo un concerto. Una ripartenza con un grande evento dopo due anni in cui abbiamo dovuto rinunciare a tante cose, soprattutto a stare assieme a causa della pandemia.
Ma è anche un’occasione per consegnare alla città, anzi al Trentino, una grande area, quella del “Trentino Music Arena” che potrà ospitare eventi diversi, grandi, anche molto grandi. E non si dovrà trattare necessariamente di musica.
L’amministrazione provinciale per questo evento ha deciso di togliere dal limbo un’area su cui in passato si era discusso tanto ma per cui non si era mai fatto nulla. Il centrosinistra si straccia le vesti e cerca con ossessione pretesti per criticare la giunta Fugatti. Ma loro, dopo aver acquistato quell’area circa 20 anni fa per ben 31 milioni di euro, hanno ipotizzato una serie di progetti vaghi e fumosi, ma non hanno poi più realizzato nulla e hanno lasciato l’area deserta ed abbandonata. Ora l’opposizione è alla ricerca spasmodica di pretesti per criticare il concerto di Vasco Rossi.
Non passa giorno senza che si cerchi un motivo per scagliarsi contro l’evento del 20 maggio. È da mesi che non fanno altro che cercare in modo ossessivo la polemica sul concerto. In questi giorni la polemica riguarda i costi. Facciamo anche qui un po’ di chiarezza: si tratta di una polemica fatta ad arte considerando le risorse in uscita contenute nelle ordinanze firmate dal presidente della giunta senza considerare l’utilità pluriennale, legata alla infrastrutturazione dell’area.
Questo vale per ogni organizzazione, sia pubblica che privata. I circa tre milioni di euro investiti per infrastrutturare l’area vanno dunque visti nell’intenzione di organizzare altri concerti per almeno cinque anni senza fare ulteriori investimenti. Quindi quest’anno pesano per un quinto, ovvero 600 mila euro. Ma non solo: la Provincia ha risparmiato 2 milioni di euro per aver utilizzato qui, senza smaltirlo altrove, il materiale di risulta ricavato dallo scavo delle gallerie di Moena. Materiale che è stato utilizzato per creare il sottofondo dell’area. Quindi i costi reali sono notevolmente diversi da quelli che le opposizioni vogliono far credere.
Ma non è tutto. Come dicevo l’area potrà essere utilizzata nuovamente dal giorno seguente il concerto di Vasco. Senza ulteriori interventi potrà ospitare 30 mila persone in autosufficienza, visto che lì ci sono anche dai 5 agli 8 mila stalli per auto.
Non è un calcolo difficile quanto porta alla nostra economia un evento simile. Centoventimila persone attese in città per seguire il concerto porteranno un afflusso straordinario e un indotto che riguarderà una molteplicità di categorie economiche. Ci sarà lavoro per gli alberghi, per i ristoranti, per i bar, ma anche per gli autotrasportatori, per le pompe di benzina, i negozi ed altro ancora.
Va detto che lo studio fatto da Confcommercio sulle ricadute locali va letto al rialzo, visto che si è basato su un valore a posto letto di 100 euro, quando sappiamo bene che in questo periodo il loro valore è ben superiore.
Mi pare che l’opposizione “soffra”, e molto, il fatto che il centrodestra sia riuscito ad organizzare un evento che loro non osavano nemmeno immaginare. Siamo stufi delle loro ripetitive lagnanze.
Chi non è un estimatore di Vasco può tranquillamente stare a casa. Nessuno lo costringe ad andare a vederlo. Però rispetti e permetta di farlo alle migliaia di fan trentini e non che aspettano con ansia questo evento.
Ho pure il sospetto che tra i consiglieri di opposizione ci sarà anche chi, pur apprezzando l’autore Vasco, il 20 maggio non andrà al concerto pur di non dare soddisfazione a Fugatti. Andrà magari a sentirlo altrove, a Milano o Imola, ma non a Trento dove Fugatti ha creato un evento che solo un paio di anni fa era impossibile sognare.
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Roberto Paccher
Consigliere provinciale Lega Salvini Trentino
