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LETTERE AL DIRETTORE

MICHELE BEOZZO * BYPASS FERROVIARIO – AREE SIN: « SORPRENDE COME ALCUNE FORZE POLITICHE MANIFESTINO DUBBI SUL PROGETTO, CADONO DAL PERO PER INTERESSE ELETTORALE »

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09.34 - mercoledì 1 marzo 2023

Gentile direttore,

Bypass ferroviario di Trento ed aree inquinate Ex Sloi e Carbochimica. Sorprende come alcune forze politiche vengano a manifestare dubbi e critiche sul progetto per il percorso ferroviario e l’interesse ambientale delle aree inquinate. Cadono dal pero per becero interesse elettorale, in vista delle prossime consultazioni provinciali che si svolgeranno ad ottobre. Vediamo di fare un breve riassunto della storia che evidentemente ignorano o fingono di ignorare appunto per tornaconto personale.

Di cosa si parla quindi? Siti di interesse nazionale (SIN) ai fini della bonifica. Nel Comune di Trento ha una superficie complessiva pari a circa 21 ettari, di cui 11 ettari di aree a terra e 10 ettari di rogge, costituito da aree omogenee per tipo di contaminazione e caratteristiche ambientali: area industriale dismessa ex SLOI (via Maccani) area industriale dismessa ex Carbochimica (Via Brennero) e rogge demaniali, estese per una lunghezza di circa 7 km, costituite da un reticolo di canali realizzati per il drenaggio delle campagne e trasformatesi, a seguito dell’urbanizzazione, in collettori di raccolta delle acque meteoriche.
Sintesi della Storia produttiva del Sin

Nell’area industriale dismessa ex SLOI, attualmente di proprietà di più soggetti privati, si produceva in passato dal 1939 al 1978 , nasce come fabbrica strategica per l’aviazione dell’Asse, l’unica in tutta Europa e la seconda al mondo, in grado di produrre piombo tetraetile, utilizzato come antidetonante da aggiungere alla benzina degli aerei da guerra. Lo stabilimento è stato chiuso nel 1978 a seguito di un incidente; attualmente gli impianti sono stati smontati ed i fabbricati demoliti. Nell’area industriale dismessa ex Carbochimica ( 1905 – 1983 ), attualmente di proprietà di più soggetti privati. Si producevano: naftalina, olii per la preparazione del legno e peci per elettrodi e si distillava catrame. Attualmente l’area è libera da corpi di fabbrica, che sono stati interamente demoliti, e risulta quasi interamente pavimentata.

Le principali problematiche ambientali nell’area ex Sloi di via Maccani riguardano quindi suolo/sottosuolo e acque di falda per piombo totale, piombo organico e, localmente, mercurio (derivante da un vecchio impianto cloro-soda). Nell’area ex Carbochimica di via Brennero, suolo/sottosuolo e acque di falda per il superamento nel terreno dei limiti fissati dalla normativa per Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e solventi aromatici; l’inquinamento nel terreno genera un pennacchio contaminato nell’acqua di falda, dove sono presenti sostanze inquinanti quali naftalene, solventi aromatici e fenoli che da tempo vengono trattati da apposito impianto chiamato comunemente barriera idraulica. Tali operazioni furono eseguite sotto il controllo degli organi tecnici della Provincia e del Comune di Trento. Successivamente, la Commissione per la tutela dell’ambiente dagli inquinamenti esprimeva – con provvedimento n. 133 dell’11 dicembre 1990 – “parere positivo in ordine alle proposte progettuali avanzate dalla Commissione di studio istituita tra la Provincia di Trento, il Comune di Trento e la Società Chimiche Trentine S.r.l. di Trento, insomma parte una lenta pulizia ma non di bonifica totale ….

Le rogge demaniali, che scorrono tangenti alle aree industriali dismesse, sono interessate dai relativi scarichi industriali e presentano contaminazione dei sedimenti dovuta alla presenza di piombo totale e piombo organico, oltre che IPA e idrocarburi.
Il Sito di Interesse Nazionale di “Trento Nord” è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 18 settembre 2001, n. 468, ai sensi dell’art.1, comma 3, della legge 426/1998, e perimetrato con D.M. del 8 luglio 2002 (G.U. n. 232 del 3 ottobre 2002) a fronte di molte analisi ambientali svolte da laboratori privati incaricati così come dall’ Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) e dall’ Agenzia per la Depurazione (ADEP) coinvolgendo anche l’Università di Ingegneria di Trento con alcune prestigiose consulenze internazionali che portarono ad avere oltre ad un quadro puntuale della situazione in merito all’inquinamento anche ad ipotesi di bonifica con costi non indifferenti. La bonifica si compone di più fasi: la prima riguarda la decontaminazione delle rogge demaniali e richiede 27,50 milioni di euro (19,46 dal Ministero dell’ambiente e 8,74 dalla Provincia di Trento), partirono nel 2013 per 3 anni di lavoro. La seconda fase riguarda la bonifica dei terreni per la quale non si hanno ancora tempi certi ma che richiederà un impegno di 50 milioni di euro. A questo va aggiunto che ad oggi non risultano Accordi di Programma sottoscritti dal Ministero (MATTM/MiTE).

Il progetto del Bypass ferroviario non è una novità di questi ultimi giorni, infatti è uno studio che ha richiesto molti anni per la sola realizzazione progettuale ed è come ben spiegava con una lettera al giornale L’Adige, l’on. Giacomo Santini iniziata al parlamento europeo nel 1994. Sollevare dubbi e perplessità oggi seppur legittimo stride con fatti noti ed accadimenti iniziati all’inizio del 1900, insultano il lavoro di ricerca e studio portato avanti per oltre 40 anni. Parliamone sempre senza pregiudizio ideologico e possibilmente acquisendo dati scientifici e pareri competenti, le battaglie contro i mulini a vento delle solite accozzaglie di militanti politicizzati fanno solo danni e malanni. La buona politica amministrativa della città di Trento non ha mosso un dito in 40 anni ed erano sempre gli stessi.

 

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Michele Beozzo

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