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LETTERE AL DIRETTORE

MICHAEL IUNI * ISTRUZIONE TRENTINA: « SPAZI NELLE SCUOLE, CHISSÀ CHE NON SE NE TROVINO ANCHE PER IL PERCORSO BILINGUE »

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16.43 - venerdì 22 maggio 2020

Spazi nelle scuole, chissà che non se ne trovino anche per il percorso bilingue.

Egr. direttore,

Negli scorsi giorni grande attenzione è stata posta dai giornali sulla necessità per le scuole trentine di reperire nuovi spazi in vista della ripartenza prevista per settembre. Quello relativo alla “mancanza di spazi”, assieme al sovraffollamento delle classi, è uno dei problemi che l’istruzione trentina si trascina da anni (anche se pare sia esploso solo con il Covid-19), come dimostra la manifestazione organizzata lo scorso 12 febbraio da più di 50 genitori (tra i quali il sottoscritto), di fronte al Dipartimento provinciale all’Istruzione e alla Cultura, che hanno figli che frequentano le scuole elementari con percorso bilingue. Per chi non lo conoscesse, esso è un percorso didattico creato nel 2008 che prevede che l’insegnamento di buona parte delle materie sia svolto con insegnante madrelingua (inglese nel caso in oggetto).

Inizialmente questo percorso ha avuto alcune difficoltà, dovute soprattutto al suo carattere di novità e all’organizzazione, ma da alcuni anni ormai procede a vele spiegate, con risultati entusiasmanti ed un numero di studenti in continua crescita, tanto che nel 2014 le classi sono addirittura raddoppiate. Quello che non ci si spiega è come mai ciò non possa funzionare anche per le medie: è da quando le classi sono raddoppiate che tutti sanno che che quest’anno le sezioni che usciranno dalle elementari con questo percorso saranno due. Per questo motivo, tutti i genitori (sostenuti dall’associazione LivEnglish, nata proprio per supportare tale percorso) hanno chiesto a gran voce alla Provincia di adoperarsi per trovare gli spazi per permettere la prosecuzione di due sezioni anche alle scuole medie.

Per molti mesi abbiamo dialogato con le Istituzioni per far conoscere le nostre esigenze, rimanendo tuttavia impantanati nel problema della “mancanza degli spazi”. Ecco che allora come genitori ci siamo attivati organizzando incontri, ricerche, proposte di ogni tipo (fino anche all’utilizzo dei container come classi), contattato soggetti pubblici e anche privati e, quando all’ultimo sembrava fatta, ci è stato risposto che il problema era la mancanza di denaro.

Rivoltici alla Provincia, ci è stato risposto che i fondi per coprire i costi c’erano. Ecco che allora il problema – facilmente risolvibile – è diventato quello dell’assenza di programmazione o che servivano almeno 36 ragazzi per fare in modo che si attivasse la seconda sezione. Su un totale di 40 uscenti dalle elementari – abbiamo raccolto 38 pre-iscrizioni ma – come in un giro dell’oca – il problema era tornato la “mancanza degli spazi”.

Tutto è stato risolto in maniera aberrante con un terribile “sorteggio” che ha ingiustamente escluso 13 ragazzi, i quali hanno dovuto successivamente trovare un’altra sistemazione in fretta e furia visto che, tra l’altro, stavano scadendo i termini per l’iscrizione.

Nelle indicazioni inviate dal Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia leggo che si chiede “di acquisire la disponibilità di spazi ulteriori da adibire all’attività didattica” valutando “anche le possibilità di impiego delle strutture scolastiche dismesse negli anni passati ed ancora in condizione di efficienza”.

Alla luce di queste nuove informazioni, chissà che per davvero il Coronavirus non possa trasformarsi in un’opportunità, e che finalmente si trovino quegli spazi in grado di permettere di non escludere nessuno da un diritto costituzionalmente garantito: l’istruzione.

 

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Michael Iuni

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